Berretta del Vescovo e Frate della Meia: 2 Cime,4 Valli, 4 Passi e tanti Laghi

Il Frà ’d la Meja

“Prima che venisse distrutto da un fulmine, poco distante dalla vetta del monte della Meja si trovava un monolito a forma di frate incappucciato, se non ci credete andate in qualsiasi casa di un abitante del luogo e troverete una fotografia che lo ritrae. La leggenda vuole che Lino, un giovane di nobile famiglia valsesiana e guardia d'onore di un imperatore romano, si fosse innamorato della figlia di questo, la bella Iole, ma Lino dovette separarsi da lei per partecipare ad un'impresa bellica in Africa. Quando a Roma giunse la notizia della morte di Lino, per il dolore Iole si fece vestale. La notizia era falsa e dopo qualche tempo Lino tornò a Roma coperto di gloria, ma per lui Iole era morta, essendo impossibile trovarla. Con il cuore affranto tornò nella sua terra nativa, e salito il monte della Meja, qui vi attese la morte, e nel momento in cui questa lo colse una pietra assunse per incanto le sue sembianze, per ricordarlo nei secoli.”

Oggi la mia intenzione è di compiere un circuito tra le Val Gronda (Rassa) e la Valle Artogna (Campertogno) salendo ad entrambe le loro cime maggiori, la Berretta del Vescovo e il Frate della Meia, e rientrando poi per la laterale Val Sassolenda.

Oltre al notevole dislivello (più di 2000 mt) bisogna fare i conti anche con il ragguardevole sviluppo (tanti, tanti, Km), ma la cosa sembra non spaventi le tre ragazze (gazzelle) che vogliono condividere con me questo lungo e faticoso percorso…

e io le ho avvisate prima a quel che stanno per andare incontro…

Rassa ore 6.45: Frontale accesa e via che si parte… ci tocca salire tutta la Val Gronda.
Seguendo sempre le indicazioni dell’ itinerario 61 passiamo in successione le Frazioni Rassetta e Fontana e gli alpeggi di Concrenno (mt 1280), Goreto (mt 1393), Straiga (mt 1494) e Casere (mt 1514), oltre il quale il percorso inizia a farsi ripido.
Stando sempre sulla destra del torrente saliamo all’Alpe Salei (mt 1707 bivacco) e al Piano d’Ovago, dove ci spostiamo al centro della vallata per  continuare sull’ampia dorsale che conduce all’Alpe Lago (mt 2061) e, quindi, al Lago della Seia (mt 2161).
 

La Berretta del Vescovo, il cui nome trova la sua etimologia nell’aspetto della cima, è la punta maggiore della Val Gronda, ben visibile dal lago, la raggiungiamo salendo diritti per il ripido fianco E (tracce), fino ai piedi della parete,  spostandoci poi a sinistra in direzione dell’evidente canale sinuoso che porta al Colle di Autei (o Bocchetta dell’Orto), valico di collegamento con la Val Vogna di esclusivo interesse alpinistico… e scialpinistico.

Dal Colle di Autei (mt 2630) saliamo a destra per il facile pendio finale che conduce alla Berretta del Vescovo (mt 2730).

Berretta del Vescovo ore 11,45: Potremmo già esser soddisfatti di aver raggiunto questa bella cima panoramica, belvedere di prim’ordine sulla caucasica (così la definiva il Ravelli) Valle Artogna e su innumerevoli altre valli e cime alpine, ma la mia idea è sempre quella, oltre al Vescovo, di fare anche il Frate…

Tutti…tutte d’accordo “ok! andiamo anche dal Frate…”
 

Perdiamo un po’ di quota, passiamo il Colle di Meia (mt 2645) e iniziamo a salire la frastagliata cresta SE del Frate.

Numerose roccette accatastate, ... le ragazze si divertono... ma nulla di particolarmente difficoltoso…nello zaino ho anche la corda che non servirà… e in breve raggiungiamo anche la seconda cima, il prestigioso Frate di Meia.

Frate di Meia ore 12,40: Ci siamo… Alessandra, Sabrina, Edgarda e Ciolly sono alla quota 2812… “Favoloso”.
 

Stretta di mano, baci e abbracci (per me), una meritata pausa ristoro, tante foto e via che si riparte… è ancora molto lunga.
 

Continuiamo a seguire la cresta in direzione N, portandoci all’anticima e poi alle lisce placche che collegano al Colle del Forno (mt 2607) e al percorso segnalato per la Valle Artogna.

Attraversiamo la Valle Artogna, raggiungiamo il Lago di Mezzo (mt 2279), ci abbassiamo ancora un poco in direzione del Lago di Fondo e prima di arrivarci traversiamo a destra (E) in direzione dell’ampia sella del Colle di Campo alla base della cresta Nord del Becco di Cossarello.

Raggiunto il Colle di Campo (mt 2400) riappaiono anche i segnali colorati e le indicazioni per Rassa… ancora 4h… nell’impervia Val Sassolenda.
 

Un’infinita discesa, con aggiunta un ulteriore risalita dietro-front per sbaglio di sentiero, e riusciamo finalmente a raggiungere le case della frazione Al Piano già con frontali accese.

Rassa Ore 7,30: E’ stata molto lungaaaaa…  le Ragazze, tutte promosse… e anche questa è andata!