Gelbhorn (3036 m)


Publiziert von siso , 28. September 2014 um 22:05.

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Hinterrhein
Tour Datum:27 September 2014
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS-
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-GR 
Zeitbedarf: 6:15
Aufstieg: 863 m
Strecke:Parcheggio Tguma (2340 m) – Curtginatsch (2272 m) – Fiume Fundogn – Alp Anarosa – Plan Darmeras – Valletta – Punto 2790 m – Gelbhorn (3036 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Semiautostrada A13, Tunnel del San Bernardino – Hinterrhein – Uscita Andeer – Zillis – Donat – Mathon – Wergenstein Dorf – da qui via Bus Alpin fino a Tguma (2340 m).
Unterkunftmöglichkeiten:Wergenstein
Kartennummer:C.N.S. No. 1235 – Andeer - 1:25000.

 

Escursione nel Parco naturale del Beverin per raggiungere il decimo tremila dell’anno: uno dei più belli, in una giornata con condizioni meteorologiche ottimali.

 

Inizio dell’escursione: ore 9:00

Fine dell’escursione: ore 15:15

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1027 hPa

Temperatura alla partenza da Wergenstein: 7°C

Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3900 m

Temperatura a Nurdagn (2261 m) alle 14:30: 10,5°C

Temperatura al rientro a Wergenstein: 18°C

Alba: 7:16

Tramonto: 19:11

 

Ritorno ancora una volta nel parco naturale del Beverin per raggiungere una cima che mi ha ammaliato dalla prima volta che l’ho osservata: il Piz Mellen o Gelbhorn. Diciamo subito che preferisco chiamarla con il secondo nome, non fosse altro che per il colore che richiama la tonalità delle rocce che la costituiscono.

La geologia del Gelbhorn è stata studiata, tra gli altri, da Heinrich Jäckli (* 22 dicembre 1915 a Seebach (Zürich); † 3 aprile 1994). Il suo lavoro di dottorato del 1941 all’ETHZ: “Geologische Untersuchungen im nördlichen Westschams (Graubünden)” illustra nei dettagli i vari strati che costituiscono il Piz Mellen e il vicino Bruschghorn, che ho visitato il mese scorso.

 

Il Gelbhorn visto da est in un profilo geologico del Dott. Heinrich Jäckli

Ho potuto così ammirare una notevole varietà di rocce di colori e di età diverse: brecce, dolomie grigie e chiare del Trias, scisti del Lias (183 – 200 Mio di anni fa), calcari del Lias, dolomiti, gessi, grovacche, ossia rocce carbonatiche porose (Rauhwacke), etc.

Il colore giallo che ha condizionato il toponimo è dovuto alle dolomie, che presentano pure delle strisce di argilloscisti.

 

Alle 8 del mattino sono già a Wergenstein (1487 m), dove parcheggio in attesa di prendere il “Bus Alpin”, il pullmino che nel fine settimana, alle 8:23 parte dalla piazza di Wergenstein e arriva a Tguma alle 8:57. Una corsa costa 10.- CHF. Il ritorno da Tguma è previsto per le 16:56. Oggi il pullmino è al completo: non rimane un solo posto a sedere.

Alle 9:00 parto di gran lena dal parcheggio di Tguma, precedendo il nutrito gruppo che mi accompagnava sul bus. Abbiamo azzeccato la giornata: è sicuramente una delle più belle dell’anno.

Il Gelbhorn si fa fotografare subito: la luce mattutina esalta le sue belle forme e il giallo delle dolomie. Sulla sterrata che scende verso l’Alp Curtginatsch (2272 m) mi sorpassa un musher con una muta di cani da slitta. Al posto della slitta trainano un traballante carretto metallico probabilmente “fatto in casa”.

Continuo la discesa fino al fiume Fundogn, quindi abbandono la stradina e punto ad ovest, verso la meta odierna. Con il senno di poi, avrei dovuto proseguire fino all’Alp Nurdagn (2261 m) per poi seguire le tracce di un veicolo agricolo sul pascolo dell’Alp Anarosa: ciò mi avrebbe fatto risparmiare qualche energia. Per tutto il percorso non ci sono né sentieri né segnavia.

Il pascolo, ormai privo di animali, è molto ampio e gode di un anfiteatro di montagne stupende: il Pizzas d’Anarosa, il Muttolta, lo Schwarzhorn, il Gelbhorn, il Bruschghorn, il Piz Tuf e il Piz Tarantschun.

                                  Gelbhorn (3036 m) / Piz Mellen

Ai margini del Plan Darneras sono costretto a camminare sui cuscinetti di terra, la cui origine è dovuta alla risalita stagionale di acqua nel suolo a causa della crioturbazione e della pressione criostatica. In questo tratto procedo quindi lentamente, con numerose deviazioni laterali. Dai 2400 m di quota la salita si accentua; osservo quale punto di riferimento lo spuntone roccioso quotato 2790 m. Mi sono portato il tracciato disegnato da StefanP: utilissimo! Grazie Stefan per i tuoi rapporti nel Canton Grigioni di vallate e vette che frequento molto volentieri.

Raggiunto il pianoro de la Valletta punto alla ripida striscia d’erba che sale alla destra del sopraccitato spuntone di roccia. Raggiungo così i detriti di falda, con una notevole varietà di rocce, alcune delle quali “marcano” la presenza di piccoli minerali.

Continuo ancora in direzione ovest fino alle ultime rocce grigie, dei contrafforti che aggiro alla destra, per poi entrare sul giallo delle dolomie. Da qui è ben visibile la vetta dello Schwarzhorn (3032 m), che a dispetto del nome è giallo (almeno da questa parte), ma non la vetta che desidero raggiungere. Ora punto a nord. Rimane un ostacolo da superare, forse il più impegnativo della salita, costituito da un salto di roccia rotto da alcuni canalini a circa 2960 m di quota. Lo supero passando in un breve tunnel naturale, lungo una stretta cengia: con le condizioni odierne nulla di impegnativo. Il problema, semmai, potrebbe sorgere con roccia bagnata o, peggio, con nebbia. Superato il salto memorizzo la posizione di due macigni: mi permetteranno di ritrovare più facilmente il passaggio chiave. Continuo ancora verso nord per una cinquantina di metri, quindi piego a destra, in leggera salita, fino all’omino di vetta. Dopo 2:45 h di piacevole camminata posso affermare: Gelbhorn (3036 m) geschafft!

Avvio l’abituale procedura di vetta: carrellata fotografica a 360 gradi, saluti sul libro di vetta, sms, reintegrazione di liquidi e di alimenti, contemplazione silenziosa e intensa di questo ennesimo tremila raggiunto, il decimo dell’anno.

 

Dopo una mezz’oretta, riprendo il cammino, seguendo più o meno lo stesso percorso della salita, con una prolungata pausa ai piedi dello Schwarzhorn per osservare e ascoltare i richiami di uno stormo di una dozzina di pernici (Lagopus muta). Il nome del genere Lagopus, deriva dal greco lagos, che significa “lepre”, e pus, che significa “piede”. Si riferisce alle zampe piumate dell’uccello, simili a quelle delle lepri.  

 

Anche la quinta escursione nel Parco naturale del Beverin mi ha regalato una giornata indimenticabile: il Gelbhorn è sì meno conosciuto del Piz Beverin, ma altrettanto meritevole sia per la bellezza estetica, sia  per la varietà delle rocce, che per il percorso non segnalato da scoprire.

 

Tempo totale: 6:15 h

Salita: 2:45 h

Tempi parziali

Parcheggio Tguma (2340 m) – Curtginatsch (2272 m): 15 min

Curtginatsch (2272 m) – Punto 2790 m: 1:45 h

Punto 2790 m – Gelbhorn (3036 m): 45 min

Gelbhorn (3036 m) – Nurdagn (2261 m) – Tguma (2340 m): 2:45 h

Dislivello in salita: 863 m

Sviluppo complessivo: 11,8 km

Difficoltà: T3+

Coordinate Gelbhorn: 743'035 / 165'065

Copertura della rete cellulare: assenza di segnale in zona Plan Darmeras

Libro di vetta: sì

 

Tourengänger: siso


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Kommentare (8)


Kommentar hinzufügen

Simone86 hat gesagt:
Gesendet am 28. September 2014 um 23:07
Ho scoperto queste affascinanti montagne colorate proprio ieri scendendo verso Hinterrain e ne sono subito rimasto ammaliato! Mi sono dunque documentanto su questo parco Beverin e sembra proprio che meriti diverse esplorazioni. Complimenti per la dettagliata e tecnica descrizione!

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. September 2014 um 12:47
Grazie Simone!
Il Parco del Beverin merita veramente la trasferta sia in estate che in inverno.
A presto,
siso.

ivanbutti hat gesagt:
Gesendet am 29. September 2014 um 08:22
Sempre un piacere leggere le tue relazioni, con tante interessanti annotazioni (la crioturbazione la ignoravo totalmente). Ed ora abbiamo una mappa quasi completa della Muntogna da Schons.

Un caro saluto, Ivan

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. September 2014 um 12:49
Ciao Ivan,
la mappa non è ancora completa. Ci sono ancora alcune cime da raggiungere, nonché la traversata alla Cufercalhütte o a Tschappina.
Cordiali saluti,
siso.

igor hat gesagt:
Gesendet am 29. September 2014 um 15:36
Complimenti ! Anche io come Simone guardavo queste bestie scendendo dalla mia proprio belle ! Ciao

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. September 2014 um 12:52
Ciao Igor;
sono cime alla mia portata, che posso raggiungere senza bisogno di una corda di sicurezza e di tutte le attrezzature sofisticate che usi per le tue imprese da capogiro.
Un caro saluto,
siso.


Gesendet am 29. September 2014 um 17:19
Bravo Siso, un maestro come sempre.
E' tra le cime di StefanP che mi sono segnato da tempo, e che dopo la tua relazione prima o poi andrò a "controllare di persona".
Un grazie sincero !

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. September 2014 um 12:58
Grazie a te Giorgio per la costante attenzione.
Ho scoperto da poco questo parco, cominciando da Sufers, quindi da Wergenstein e in seguito da Mathon. Mi resta la Safiental, che non ho ancora potuto visitare. Sono pascoli e montagne stupende, che mi hanno indotto a ritornarci più volte.
A presto,
siso.


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