Quasi Cima della Bianca nella nebbia.


Publiziert von paoloski , 29. Juli 2014 um 10:26.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:27 Juli 2014
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS-
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Scopi   CH-TI   CH-GR 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1200 m
Abstieg: 1200 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita di Biasca, Olivone, Campo Blenio, strada per la Valle di Campo, parcheggio nei pressi di Pradasca.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita andata e ritorno.
Unterkunftmöglichkeiten:Capanna Bovarina UTOE Bellinzona.
Kartennummer:CNS 1253 Olivone e 1233 Greina

La salita alla Cima della Bianca è descritta in toni tanto entusiastici dal Brenna nella sua Guida delle Alpi Ticinesi, che non può non venire voglia di andarci.
Così visto che per questa domenica la meteo non è così disastrosa decido con Monica di andare a verificare tanta magnificenza. All'ultimo si unisce a noi anche Andrea con Daniela, la sua compagna.
Alle 9 partiamo dal parcheggio nei pressi di Pradasca e ci avviamo verso la capanna Bovarina, il tempo non è proprio eccezionale ma, almeno, non piove.
Raggiungiamo il rifugio UTOE e proseguiamo per il Lago Retico, il maltempo di questo periodo ha rovinato un tratto del percorso alle spalle della capanna ma si passa comunque agevolmente.
Intorno, chiaramente con tutta l'acqua che ha fatto, è un'esplosione di verde e di fiori. Vi sono centinaia di campanule e genziane, di orchidee, margherite, ranuncoli e, questa è veramente una sorpresa, distese del mio fiore preferito: la Pedicularis kerneri, finora ne avevo visto solo qualche esemplare isolato, qui ve ne sono centinaia!
Saliamo fra gli ampi pascoli di Orlone, guadiamo il torrente che scende dalla Valle d'Inferno, pieno d'acqua, e risaliamo i pascoli, pieni di vitelli e stierle, di Cètt Buair finchè superata un'ultima crestina ecco i laghetti che precedono il ben più vasto Lago Retico.
Tira un vento decisamente freddo da Nord, mentre stiamo coprendoci per proteggerci veniamo raggiunti da un terzetto di giovani svizzero tedeschi, due in scarpette, uno a piedi scalzi, armati solo di asciugamani che si dirigono verso il lago con l'evidente proposito di farvi il bagno! Decisamente il mondo è bello perchè è vario.
Noi invece ci avviamo fra vallette varie a prendere la cresta Est Nord Est della nostra cima.
Il tratto iniziale è una larga dorsale erbosa, giungiamo ad una sorta di sella e qui notiamo un movimento sulla cresta sopra di noi: uno stambecco ci sta osservando, vediamo le sue lunghe corna in mezzo alla nebbia, da qui ci spostiamo sulla destra per risalire la china che ci permette di raggiungere la quota 2682 metri in cui la nostra cresta incontra quella proveniente dal Pass Cristallina.
La nebbia va e viene, continuiamo a salire lungo la cresta che ora ha tratti facilmente percorribili, ora rocce e roccette di varia difficoltà e spesso malferme.
Lo stambecco, nonostante il parere contrario di Andrea che lo ritiene molto giovane, sembra un vecchio esemplare di almeno quindici anni, evidentemente ci ha preceduto salendo ed ora ci osserva pochi metri innanzi, qui la cresta è piuttosto stretta e sembra riluttante a proseguire, ritorniamo sui nostri passi nascondendoci alla sua vista in modo da permettergli di abbassarsi sui pendii sottostanti, pochi minuti e lo vediamo scendere su delle cenge del versante meridionale. 
Riprendiamo a salire e poco dopo arriviamo alla sella quotata 2673 metri, qui la descrizione del Brenna parla di un tratto dall'aspetto severo, poco dopo l'intaglio della sella però vediamo anche i segni di una frana recente: la roccia è liscia, c'è terriccio ovunque, il sottostante ghiacciaio porta i segni della frana caduta da sopra ed il tutto ci appare molto instabile, la guida dice che questo tratto è evitabile risalendo il detrico versante meridionale, ci abbassiamo quindi per prendere una sorta di imbuto ricoperto di ghiaietto scistoso che però il tempo umido ha reso piuttosto compatto e riusciamo quindi a risalire alla selletta dove dovrebbe esserci un nevaio contenuto fra la doppia cresta Est, dovrebbe perchè noi non vediamo proprio nullla: la visibilità è ridotta ad un paio di metri, comunque proseguiamo fino ad un canalino di rocce instabili, Monica è davanti, visto il terreno stiamo vicini di modo che eventuali cadute di sassi non abbiano conseguenze, a questo punto però Andrea e Daniela decidono che loro da lì non saliranno e ci danno appuntamento alla selletta.
Vabbè: proseguiamo io e Monica, dopo il canalino la cresta non sembra presentare più grosse difficoltà, continuiamo in saliscendi per alcuni minuti, raggiungiamo un punto elevato sperando che sia la cima ma un momentaneo sollevamento della coltre caliginosa ci toglie ogni illusione: siamo sull'anticima 2848 metri, la guida parla di un lungo, facile tratto da percorrere sullo spartiacque...francamente, sarà l'atmosfera cupa, saranno le rocce bagnate, sarà che non vediamo più un accidente ma a noi il proseguio non appare così facile e divertente. Di più: fossimo noi soli varrebbe la pena proseguire per discendere al Passo Casachta  dalla cresta Ovest Sud Ovest, che dovrebbe essere più facile, ma visto che i nostri amici ci aspettano più in basso...Monica mi guarda e decreta che la salita può finire qui, di salire da solo non ne ho alcuna voglia per cui mi dichiaro d'accordo con lei, torneremo qui in una giornata di sole, probabilmente allora ci apparirà tutto più semplice.
Facciamo un paio di foto poi iniziamo a scendere, l'idea è quella di evitare il canalino esposto e franoso fatto in salita, vedo una cengia sulla sinistra, la seguiamo per un tratto finchè finisce su un salto espostissimo di roccia liscia... torniamo indietro, Monica trova un percorso sulla linea di cresta più agevole, da qui è più semplice, poco più avanti sentiamo la voce di Andrea, si sono abbassati di un po' sul versante Sud sotto alla sella per ripararsi dal vento. Li raggiungiamo e decidiamo di andare a riprendere il canale che avevamo fatto in salita, giunti sul fondo scorgiamo una traccia piuttosto labile ma presente che corre sul fianco della montagna, probabilmente il nostro amico stambecco è un percorritore abituale di questo percorso.
Decidiamo di seguire la traccia, io e Monica siamo ben abituati al terreno scistoso e ci muoviamo senza difficoltà, Daniela invece sembra un po' titubante, d'altronde meglio qui che sulla cresta.
La traccia passa ora sotto una bastionata di rocce liscie e prosegue con un'erta salita in direzione di una sella, il percorso è decisamente ripido, siamo sopra i 40°, ma in breve eccoci in un luogo che ci sembra un paradiso: siamo alla selletta dove stamane avevamo avvistato lo stambecco.
Qualche minuto ed ecco Andrea e Daniela spuntare dal basso. Ora non ci resta che seguire la dorsale in direzione del Lago Retico, poco dopo però incontriamo una lunga lingua di neve, io e Monica estraiamo le piccozze dallo zaino e ci lanciamo velocemente lungo il pendio, Andrea e Daniela invece proseguono lungo il costone.
Ci ritroviamo nei pressi del lago per fare, finalmente, la pausa pranzo, sono quasi le 14!
Poi rientriamo con calma alla Bovarina, dove facciamo una breve sosta e quindi all'auto.

Con una visibilità scarsissima che non permetteva di vedere il percorso, senza segni evidenti di passaggio, nè tracce, nè segnavia, nè ometti ci siamo accontentati dell'anticima. Ci torneremo con un tempo più clemente perchè l'ambiente è veramente molto bello.
Difficoltà: in accordo con la guida del Brenna la salita è valutabile come F+, il PD- ci sta con le condizioni incontrate, il grado II in arrampicata si limita al canalino salito da me e Monica, come abbiamo poi constatato in discesa questo passo è evitabile tenendosi sul filo di cresta.

Tourengänger: paoloski
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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froloccone hat gesagt:
Gesendet am 29. Juli 2014 um 19:22
Peccato,ma con una visibilità del genere, vi fa onore aver raggiunto anche solo l'anticima!!!!Bella zona,posso solo immaginare in una bella giornata che meraviglia!!!Ciao ALE

paoloski hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. Juli 2014 um 08:51
Grazie Ale,
ci torneremo in una giornata migliore magari salendo dal Passo Casatscha.
Ciao, buone gite. Paolo


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