Salita al Monte Martica dal versante NE per la Via del Bambi

Giornata calda questa ma devo fare il test della costola rotta! Forte della consapevolezza che chiodo scaccia chiodo mi sono detto che…..o vado su…o vado su! Così per vedere se dopo la caduta dalla MTB “tengo” ancora tiro fuori dal cassetto la relazione di Poncione al Pass dul Diavol e quella di Simone86 per la Via dei Thor e voglio provare anche io questo versante valgannese. Di Simone ho il tracciato GPS ma Emiliano (Poncione) non possiede lo strumento e quindi cerco di ricostruire dal racconto, dai waypoints e da alcune foto gli itinerari; non convinto di voler scegliere poi l’uno o l’altro, o forse per non scontentare nessuno e stilarne un altro ancora, mi preparo una terza via, più a N di quella dei nostri eroi per la quale pongo lo start point a N del rudere in prossimità del ponticello sul Torrente Margorabbia. Sperare in una traccia visibile era illusorio; sapevo bene che, così come per loro, si tratta di inerpicarsi su terreno “wild” verso la vetta. Ne risulta un percorso che mi consente di vedere da lontano i primi Thor di Simone o alcuni simili ma poi salgo nel bosco un po’ in stile “Camusio” per fortuna senza intrichi insuperabili. Gli ostacoli sono la forte pendenza (ca. 50%), i soliti rami che stanno dove non vorrei che fossero, roccette che pur con piacere supero in arrampicata e il terriccio che si rifiuta di tenere il piede in posizione ma scivola irrimediabilmente a valle non appena venga caricato. Malgrado ciò la salita procede, per un buon tratto a fianco ad uno dei tanti colatoi che forse può essere più comodo (si fa per dire) percorrere nel suo letto; ci ho provato ma poi non convinto ne sono uscito. Improvvisamente mi par di vedere una traccia di animali che sale trasversalmente verso Nord e un po’ per fiducia, un po’ per tirare il fiato la seguo finchè mi sembra che si metta a cavalcare una crestina che sale in direzione della sommità. Ad un tratto mi blocco d’improvviso perché mi accorgo che sto per calpestare  un Bambi accovacciato. Potrebbe essere un cerbiatto o un piccolo capriolo; è immobile e per qualche tempo penso sia morto ma ai miei richiami si sveglia e mostra di essere vivo e non ferito né si lamenta. Memore delle raccomandazioni di non toccarli pena l’abbandono da parte della madre lo saluto e proseguo ma l’incontro mi sembra bene augurante. Più in alto la traccia muore sotto alcune rocce che supero arrampicando e poco dopo pur non riconoscendo ancora il luogo capisco di essere in prossimità della vetta del Monte Martica. Infatti di lì a breve trovo il piccolo presepio permanente ad attendermi; una sorsata d’acqua ma a quel punto sono curioso di vedere ‘sto Passo del Diavolo e l’Antecima del Monte Martica per cui vado a visitarli. Il Passo mi sembra più una “sella” tra le due Martiche perché definirlo “passaggio” tra due valli è tanto arduo come arduo sarebbe il salirvi dalla Valganna e i nostri eroi ben lo sanno. Mi diverto a giocare un po’ con i bellissimi macigni rossi (porfido?) tante volte citati da Poncione nelle sue relazioni. Poi ritorno in vetta alla Martica, mi ristoro e mi cambio dei panni ultra-sudati mentre converso con una amabile signora giunta in vetta da Robarello e che conta di tornare a valle per poter andare in piscina come fa ogni giorno e oggi ne trarrà anche un bel refrigerio (invidiabile sportiva!). Il ritorno lo faccio come Simone scendendo col sentiero 16 ad intercettare la trasversale Brinzio-Ganna (n.15) e in breve chiudo l’anello con una piacevole camminata nel fresco bosco.

E il Pass dul Diavul? E i Thor di Simone?  Beh, prima o poi dovrò fare ancora qualche test per costola rotta (oggi superato brillantemente) e terrò le ripetizioni dei loro itinerari per quelle occasioni.

P.S.: La gradazione II UIAA la riferisco ai soli brevi tratti arrampicati e T5 alla sola via di salita.

Pillole….del giro: