Le frazioni alte della Val Vogna e Riva Valdobbia.


Publiziert von paoloski , 5. Juni 2014 um 14:30.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 1 Juni 2014
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 500 m
Abstieg: 500 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autastrada A26, uscita di Romagnano Sesia, da qui seguire le indicazioni per Alagna. Riva Valdobbia è il paese che precede Alagna, da qui si seguono le indicazioni per Cà di Janzo e la Val Vogna. La strada asfaltata termina a Sant'Antonio ma la circolazione è vietata a partire da Cà di Janzo.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Giro ad anello.
Kartennummer:CNS 294 Gressoney

Domenica scorsa, con il Corso d'Introduzione alla Montagna del CAI Varese, siamo stati in Val d'Otro, dov'ero già stato di corsa una decina di anni (letteralmente poichè si trattava della Monterosa Skyrace) e visto la passione condivisa con mia moglie per l'architettura e la cultura  Walser decidiamo di tornare in zona per visitare la valle parallela: la Val Vogna che prende inizio da Riva Valdobbia e termina al Colle Valdobbia dove si trova l'Ospizio Sottile.
L'idea è quella di risalire il versante solatio della Val Vogna percorrendo il sentiero che congiunge le frazioni alte fino a Peccia, l'ultimo nucleo abitato stabilmente.
Raggiungiamo Riva Valdobbia con calma e da qui saliamo in auto fino a Cà di Janzo dove è posto un divieto di transito per i non residenti e dove si trova un ampio parcheggio. Qui si trova anche la "Pensione Alpina" dove nel 1898 soggiornò la Regina Margherita.
Seguendo le indicazioni risaliamo il versante alle spalle del paese ed in una mezz'oretta , attraversando un magnifico bosco su un bel sentiero (segnavia n°10), raggiungiamo Selvagno posto in magnifica posizione.
Poco sotto il paese si trova una cappella settecentesca dedicata alla Madonna del Carmine.
Le case sono veramente un capolavoro: pareti in larice a "Blockbau" circondate dai loggiati a rascane tipici di queste valli. Una delle case è in vendita ed una è abitata, la fontana in larice è perfettamente funzionante al riparo di un edificio in pietra.
All'uscita del nucleo troviamo la cappella di San Defendente eretta nel 1630 dai valligiani scampati alla pestilenza. All'esterno vi sono tre meridiane ben conservate mentre le decorazioni dorate ad intaglio sono state depredate.
Il sentiero numero 10 si innalza verso la sovrastante Cima Mutta, noi proseguiamo in piano, superiamo un cancelletto che un cartello avverte essere stato posizionato per la presenza di cavalli. Pochi metri infatti e ci imbattiamo in quattro bellissimi Aveglinesi.
Eccoci ad Oro, questa frazione è molto più grande della precedente, anche qui magnifiche case in legno, orti curati, fontane in funzione e diverse persone che ci salutano, una di queste ci apre la cappella dedicata a San Lorenzo che conserva all'interno diversi dipinti ed un palliotto tessuto di magnifica fattura.
La frazione successiva è quella di Cà Vescovo posta a mezza costa, ci accoglie un simpatico cane abbaiante, le case sono anche qui ben curate ed vi è un bel forno perfettamente funzionante.
Proseguiamo verso Rabernardo attraversando praterie di megaforbie e sollevando nugoli di farfalle.
L'accesso usuale per la frazione che passava sotto il portico della cappella della Madonna della Neve ha subito uno smottamento ed è sbarrato, così vi entriamo da un sentiero di poco più basso. Anche qui vi sono diverse case abitate, vista l'ora però non vediamo nessuno ma sentiamo solo i suoni tipici di famiglie a pranzo. Ci aggiriamo per le case magnificamente conservate, raggiungiamo la cappella che conserva un bellissimo altare policromo seicentesco. A Rabernardo una delle case è stata trasformata in Museo, aperto su prenotazione e che ci proponiamo di visitare in un prossimo futuro.
Il sentiero prosegue con magnifici scorci sulle montagne innevate in fondo alla valle, sulle frazioni sottostanti e sulle baita dell'altro versante.
Saliamo fino a raggiungere l'isolata baita di Selletto, è in una posizione molto panoramica, poco distante ci sono due tavoli da picnic, nonostante gli evidenti segni di presenza umana (attrezzi, una carriola ecc.) non vediamo anima viva.
In 10 minuti eccoci a Cambiaveto, belle baite abitate, alcune ristrutturate di recente ed intorno dei frassini veramente notevoli.
Il sentiero scende ad attraversare il torrente per poi risalire e raggiungere Piane, anche questa frazione è evidentemente abitata: orti curati, galline libere in giro, un mulo, un giovane che accudisce una mandria di bovini.
Siamo ormai in vista di Peccia, l'ultima frazione, poco prima di entrare si trova la cappella di San Nicolao che, depredata degli arredi originali, è stata ristrutturata pochi anni fa. Impossibile non notare la magnifica casa in legno con il suo magnifico tetto in pietra a padiglione. Saliamo fino al dosso dove si trova  la chiesa di San Grato da cui si domina tutta la valle, proseguiamo fino al ponte costruito dalle truppe napoleoniche e consumiamo il nostro pranzo approfittando di un tavolo da picnic poco distante. Torniamo a Peccia e ci fermiamo all'agriturismo per berci un caffè.
Per il ritorno percorriamo la strada che attraversa le frazioni basse, poco fuori del nucleo incontriamo una famiglia: padre, madre, due cani e due bambini che tengono al guinzaglio due porcellini.
La prima frazione che si trova sulla strada del ritorno è Sant'Antonio con un bell'oratorio dedicato al santo ed un ristorante che appare molto frequentato. La strada asfaltata arriva fin qui. In successione attraversiamo i nuclei di Cà Verno, Cà Morca e Cà Piacentino, ognuna con le sue case in legno abitate. Arriviamo a Cà di Janzo mentre inizia a piovigginare, ma è solo una nuvola passeggera così scendendo in auto decidiamo di fare una sosta anche alla chiesa della Madonna delle Pose e, giunti a Riva Valdobbia di visitare anche il paese.
Ci aggiriamo nelle strade secondarie di Riva dove si trovano delle belle case e poi entriamo nella chiesa parrocchiale, dedicata a San Michele, un Monumento Nazionale al cui interno si trovano opere notevoli, quello che colpisce però subito è l'enorme affresco del Giudizio Universale, opera di un Melchiorre d'Enrico, pittore che operò a lungo in Sassonia e che ha trasfuso un gusto "nordico" in questo suo capolavoro. a fianco del Giudizio si trova un enorme San Cristoforo opera di un altro Melchiorre d'Enrico, i nomi in questa famiglia di artisti erano ricorrenti, fratello del più noto Tanzio da Varallo che eseguì l'opera quando aveva solo vent'anni.
L'interno è impressionante: quando vi entriamo è illuminata solo dalla luce naturale che entra daslle finestre, la volta sembra altissima, il parrocco che è all'interno poi, molto gentilmente, ci accende tutte le luci ed abbiamo così modo di ammirare la ricchezza degli arredi, dall'altare maggiore a quelli delle cappelle laterali è un profluvio di dipinti, marmi, sculture: qui infatti, per difenderle dai ladri,  sono state radunate molte opere provenienti dalle cappelle della Val Vogna. Poco prima di uscire veniamo omaggiati dal gentilissimo parroco di una cartolina riproducente l'affresco della facciata.
Ultima tappa sulla via del rientro non può che essere la latteria consortile di Piane dove acquistiamo degli ottimi formaggi valsesiani.

Magnifica escursione in una valle che, a mio giudizio, è ancora più bella della vicina Val d'Otro: la Val Vogna è infatti molto più "genuina" con frazioni abitate, case bellissime ed una gran ricchezza di meraviglie naturali ed artistiche.

Tourengänger: paoloski, annna
Communities: Hikr in italiano


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