Prologo:
Circa tre anni fa con Manuela avevamo pensato a questo piccolo progetto: percorrere a tappe il Po dalle sorgenti fino alle foci, sfruttando i ponti di "mezza stagione" o semplicemente quando ne avevamo voglia, quindi senza fretta e senza nessun "obbligo" sulle tempistiche o sulle modalità.
Insomma, una scusa come un'altra per andare in giro ed esplorare una parte di territorio molto vicina a noi, abbastanza sconosciuta ma interessante. Magari con qualche deviazione per raggiungere località in qualche modo significative. Ecco il percorso fino ad oggi:
1° tratto - dalle sorgenti a Saluzzo (piedi);
2° tratto - da Saluzzo a Chivasso (bici);
3° tratto - da Chivasso a Pavia (bici);
Siamo quindi arrivati al 4° tratto, percorso proprio sul fiume con la canoa. Magari più avanti metterò anche i report dei tratti precedenti.
Dopo mille peripezie per trovare una canoa a noleggio, riusciamo ad organizzarci e, passata la notte al campeggio di Pavia, ci prepariamo a partire. Carichiamo tutto il necessario per essere completamente autonomi per tre giorni, acqua compresa.
Questa volta non c'è bisogno di cartine per capire quale strada prendere e in quale direzione ... e cosa ancor più strana, non bisogna fare nessun calcolo sul dislivello ...
L'idea originale sarebbe stata quella di arrivare fino a Cremona ma subito dopo San Nazzaro c'è uno sbarramento di una centrale elettrica che ci avrebbe creato parecchi problemi per superarla. Così ci "accontentiamo" di fermarci qualche chilometro prima.
Entriamo nel Ticino e poco dopo passiamo sotto il ponte coperto di Pavia, come a sancire il via ufficiale. Sorpassata la zona più abitata si entra in una terra dove non c'è anima viva. Si incontra solo qualche pescatore solitario che attende pazientemente davanti alle sue canne: un'attività che non riuscirò mai a capire!
Il Ticino si immette nel Po nei pressi del Ponte della Becca, un "incrocio" che, non so perché, avevo voglia di vedere da tempo. Poi in realtà non è nulla di speciale ...
Stamattina c'è un po' di vento e i fiumi sono un pochino mossi, la canoa è molto stabile quindi non da nessun problema. L'unico vero problema sono gli schizzi d'acqua e le piccole onde che ogni tanto entrano nel kayak. Siamo bagnati fradici e l'aria che soffia ci fa patire il freddo.
Appena ci accertiamo che le nuvole stanno andando via per far posto al sole, ci fermiamo su una spiaggetta di ciottoli e subito ci togliamo i vestiti bagnati. Basta un attimo e l'aria calda di questi giorni fa il suo dovere.
Mangiamo e, dopo una pennichella, ripartiamo rigenerati e asciutti.
Il vento cala e il viaggio continua tranquillamente. Si passa sotto qualche ponte, si vede qualche campanile dei paesi ma sembra di essere lontanissimi dalla "civiltà".
Verso sera cerchiamo un bel posto dove campeggiare e lo troviamo su una spiaggetta che ci regala anche un bellissimo tramonto.
Il giorno successivo ripartiamo su acque lisce come l'olio e procediamo bene per tutta la giornata. Si riescono a vedere numerosi aironi, qualche nutria e pesci che saltano fuori dall'acqua. Passando Piacenza facciamo una breve sosta per un caffè e poi, poco dopo, passiamo sotto il ponte dell'autostrada e della Tav.
Forte il contrasto tra il nostro stile di viaggio, silenzioso e tranquillo, con quello delle macchine e dei treni che sfrecciano veloci (...certo che per arrivare ai luoghi di partenza anche noi sfrecciamo veloci sulle nostre macchine...).
Mentre remiamo è bello pensare che del nostro passaggio sul fiume non rimarrà neanche una traccia, neanche un'impronta, solo una breve scia che scompare immediatamente...
Ansa dopo ansa, pagaiata dopo pagaiata arriviamo a San Nazzaro dove l'Associazione Motonautica ci concede la possibilità di campeggiare nel loro prato, lasciandoci pure la possibilità di usare i bagni.
Veramente gentilissimi e a cui vogliamo ancora dedicare un ringraziamento. Mi era già capitato in passato di assaporare questa bella accoglienza lungo il Fiume da parte di chi vive il Po quotidianamente ma ogni volta è una gioia nuova.
Kommentare (7)