Cima Boai 2685 m

Nuova ciaspolata, nuova cima, poche relazioni ma una buona info da una guida alpina trentina.

Partenza da Dasarè, piccola frazione di Vermiglio in Val di Sole. Posteggio nei pressi della cappelletta, strada sterrata, sembra che il paese sia ancora in costruzione!

Un gruppetto di mufloni ci osserva dal prato, prato che andremo a risalire come da relazione, scopriremo al ritorno che ora, per raggiungere la baita alta, c’è una stradina ben più agevole.

Risaliamo come i mufloni il ripido prato, sicuramente facendo più fatica di loro che hanno pure il coraggio di mangiare mentre si spostano!

Raggiunta la baita, entriamo nel bosco e saliamo per un sentiero scavato dall’acqua e per questo ancora ingombro di neve, potremmo già calzare le ciaspole ma la neve regge per cui le evitiamo. Dopo circa una ventina di minuti si comincia a tribolare con gli alberi caduti, passa il primo, il secondo, un terzo e le difficoltà aumentano. Per superare, grazie al cielo quelli che saranno gli ultimi, dobbiamo risalire il pendio per un bel tratto, disincastro da rami e radici, e finalmente sporchi di terra e resina riprendiamo il sentiero e poco dopo sbuchiamo su una strada, dove vediamo delle tracce fresche di sci, probabilmente le macchine ferme alla baita, bene, allora c’è un modo più agevole per arrivare qua ci diciamo!

Seguiamo la strada per un breve tratto, sperando di essere nella direzione giusta, quando sentiamo delle voci, gli scialpinisti. Uno di loro ci avvicina per cui ne approfittiamo per chiedere lumi.

“Andiamo bene per la Boai?”

“I masi?”

“Ma veramente vorremmo tentare la cima!”

Sguardo perplesso…

“E’ un po’ tardi…su tra un po’ comincia a scaldare..”

Non sono nemmeno le 10,00 e questi già scendono, va bene tutto ma mica dobbiamo fare le uscite in notturna! Dalle info avute non dovrebbero esserci problemi di slavine e comunque salendo valuteremo.

Ci suggeriscono di seguire, una volta arrivati all’ultimo maso, la loro traccia che sale a dx. Ci salutiamo e proseguiamo.

Raggiungiamo gli ultimi masi ma tracce a dx non ce ne sono, l’unica traccia prosegue diritta. La seguiamo e dopo un poco questa s’infila in una sorta di largo avvallamento tra due ali di bosco. Sopra la nostra cima, poco invitante perché costellata di paravalanghe e questa sorta di canalone ripulito da vegetazione, ci fa pensar male, per cui dietro front e seguiamo la relazione che dalle ultime case porta a risalire la ripida e fitta fascia boschiva.

Ripida e fitta lo è, tanto che ci chiediamo come si possa pensare di farla con gli sci poiché è una relazione scialpinistica. Tra uno smadonnamento e l’altro chiedo a Marco a che quota siamo

“2000 circa…”

Beh penso mancano poco più di 300 m…convinta che la cima fosse un 2300 e qualcosa…

“Ma sta cima quanto è alta?” per la conferma

“2600 e rotti”

“Cosa?!?!? Non ce la faremo mai!”

“Lo so, soprattutto se non cambia pendenza!”

La pendenza grazie al cielo cambia e siamo fuori dal bosco, alla nostra sx la cima e la lunga dorsale. Non sembra lunga ma quello che più ci consola è che non sembra proprio ci siano pericoli. La neve fresca è poca, qualche cm che però non essendo consolidata alla vecchia, fa scivolare le ciaspole. Andiamo a prendere la dorsale e ci diamo le 13,00 come limite di tempo,  poi ci gireremo. Alle 13,00 siamo in cima!

Breve sosta, giusto per fare qualche foto, bere e mangiucchiare qualcosa e poi giù con molta attenzione soprattutto nel primo ripido tratto. Se devo scivolare devo farlo a dx mi dico, almeno ci sono i paravalanghe. Velocemente torniamo al bosco dove le nostre tracce di salita ci aiutano nella ripida discesa e a parte un paio di scivolate senza conseguenze ritorniamo alla forestale. Alle prime baite sosta pranzo e poi giù. Pensando di scansare la gimcana della mattina continuiamo sulla forestale ma si ripresentano gli stessi problemi, parecchi alberi sradicati, non risolviamo un tubo anzi allunghiamo solo la discesa!

A breve avranno un bel lavoro di pulizia per liberare la strada.  

Dislivello 1397 m; km 13,10