M.te Sant'Emiliano 1174 m-Corna Sonclino 1323 m e Ortosei 1272 m
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Incuriositi dal suggerimento di Menek66 sul Monte Sant’Emiliano, andiamo a Marcheno, Val Trompia. Dopo un caffè ahimè imbevibile lasciamo la macchina nei pressi della chiesa. Un cartello suggerisce un anello sui luoghi dove vissero i partigiani, il “Sentiero 122° Brigata Garibaldi”.
Saliamo a Pozze e seguendo il segnavia tricolore entriamo in Val Vandeno. Percorriamo il bel sentiero naturalistico che ci porta fino alla Forcella Vandeno dove facciamo una variante al percorso salendo al Santuario e Monte Sant’Emiliano che non ha una vera e propria cima ci dicono ma se vogliamo trovare una cima vera e propria è quella dove si vede un minimo di panorama! Al Santuario il ristoro è aperto e sta arrivando tantissima gente tra poco qui non ci sarà più un buchetto dove sedersi. Dopo un caffè in grazia e qualche chiacchiera torniamo alla Forcella Vandeno e saliamo alla Corna Sonclino. Da qui si potrebbe vedere il Lago di Garda ma oggi c’è troppa foschia, considerato però il tempo che abbiamo sempre trovato in Val Trompia oggi ci va di lusso!
Dalla cima cerchiamo di capire dove potrebbe essere la Passata di Vallazzo e quale potrebbe essere la cima Ortosei ma la Kompass non aiuta molto. Torniamo brevemente sui nostri passi e imbocchiamo il sentiero 3V, bollato in bianco e azzurro. Con bei mezzacosta e scavalcamenti di dossi e dossetti arriviamo finalmente alla Passata di Vallazzo. Il sentiero per la Val Lembro parte poco oltre la Passata. All’inizio è poco visibile e scivoloso per via dell’erba secca dopo di che migliora e arriva in località Navezzole dove ora c’è una strada sterrata. Prima di scendere però saliamo velocemente alla Cima Ortosei dove facciamo sosta pranzo, proseguendo lungo la cresta si arriva in un’ora circa a Cocca di Lodrino e a occhio sembra un bel percorso.
Scesi a Navezzole perdiamo il sentiero. Seguiamo quindi la strada fino a trovare i cartelli che indicano la strada come percorso di discesa più lungo oppure il sentiero storico più breve. Scegliamo lo storico ma che di storico è solo il fatto che è vecchio, infatti, tornati sulla strada, qui il cartello lo indica come sentiero vecchio (nome più appropriato direi!).
Mentre scendiamo Marco controlla il GPS e lo sento borbottare alle mie spalle…
”Che c’è?”
“Facciamo notte oggi!”
“Ma non può essere ancora lunga, sulla cartina non sembrava!”
“E’ una Kompass 1:50.000 e non si capisce un tubo, a occhio e croce ne abbiamo ancora per due ora almeno, a che ora fa buio?”
“18,30? Più o meno penso”
“Appunto, ci metto la firma se riusciamo a farcela in due ore!”
“Beh dai abbiamo l’alternativa della strada al massimo, vediamo che ore sono quando usciamo dalla valle!”
Al termine della sterrata troviamo una bellissima area pic-nic, qualche abitazione e finalmente anche delle persone. Mi sbraccio per farmi notare da un ragazzo in una villetta, si avvicina e così abbiamo modo di chiedergli delle info.
“Dobbiamo tornare a Marcheno ma il sentiero ci sembra un po’ lunghetto…”
Non facciamo in tempo a terminare la frase.
“Fossi in voi scenderei per la strada. Con il sentiero rischiate di prendere il buio e se poi lo smarrite…” cosa non così difficile viste le numerose tracce di cacciatori.
Ok, dubbio risolto. Scambiamo ancora qualche chiacchiera dopo di che scendiamo a Brozzo dove troviamo il sentiero ciclo-culturale della Val Trompia che torna a Marcheno proprio al punto da dove eravamo partiti.
Giro interessante per questa stagione. Al momento c’è ancora della neve residua, a volte anche abbondante, nei punti in ombra o dove è scesa qualche slavina.
Dislivello 1480 e km 22,20
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