Merlot,Chardonnay,Pinot...se piove vino siamo in Franciacorta! M. Cognolo 672 mt
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Franciacorta, Franciacorta… mmm, l’effetto delle bollicine di S. Silvestro deve avermi causato dei grossi traumi, perché è li che voglio andare oggi, in Franciacorta, nel luogo causa/effetto dei miei deliri, la dove anche la schiumetta emessa dal salice piangente sembra un flut di ottimo Satén. Oggi piove? L’acqua la combatto con il vino!
Sono le sei quando mi sveglio, il trillo dell’orologio scattato all’improvviso sembra il suono della sirena di una fabbrica, ed io che ho sempre fatto il metalmeccanico, ne riconosco la somiglianza e scatto in piedi, convinto che da li a poco passi il solito capo-officina rompicoglioni. E invece… puff, è solo l’ora di alzarsi per fare la barba e tappare il primo buco allo stomaco, con una colazione di stampo tirolese. Mi sistemo a dovere e controllo che nulla venga lasciato al caso, Olmo è già sulla porta da un quarto d’ora e questo mi induce ad accelerare i tempi. Per le 7 aspetto il mio amico Piero, a lui il giorno prima gli dico che stamattina pioverà poco e che fare una camminatella d’un paio d’ore non comporterà nessun problema, sarà sufficiente portarsi al massimo un poncho per emergenza… chiudendo la telefonata già pensavo: parli di Franciacorta e lui se l’è già bevuta! E stamattina appunto, acqua a go go…
8.30 e siamo a Provaglio d’Iseo, parcheggiata l’auto nei pressi della Chiesa di S. Bernardo valutiamo il da farsi, in effetti non piove tantissimo e alle 8.40 si parte , imbocchiamo via S. Rocco direzione Madonna del Corno per sentiero N° 290, la nostra meta è la croce di Provaglio. Per 10 minuti una fottuta ripida salita in catrame ci ammorba la vita, subito dopo, un acciottolato ben tenuto ci accompagna. Facendo varie ricerche in rete il tempo di salita viene dato in poco più di un’ora. Ottimo, è quello che vogliamo, una cosa breve per toglierci la dipendenza della montagna. Noi senza strafare, in 50 minuti siamo pronti per le foto di rito sotto la Croce, intorno non si vede una cippa o quasi, ma si può immaginare che il belvedere nei giorni di bel tempo , non sia affatto male. Lungo la salita le indicazioni sono chiare, basta rimanere sul N° 290, si passa dal Pian delle Viti- Madonna del Corno-Croce di Provaglio. Per la Croce non ci sono indicazioni, ma dopo la Chiesa del Corno, avanti 100 mt, sulla sinistra imboccate una stradina che vi porta alla Croce dopo avere passato l’immancabile roccolo dei cacciatori. Sic!
Scambiamo qualche battuta tanto per toglierci l’umidità che ci penetra nel profondo dell’umore e guardiamo l’orario… le 10, che si fa dice Piero? Io dopo che gli ho detto che oggi sarebbe stata una giornata da Caraibi, sto schiscio, lui, con l’innocenza d’un bambino mi dice se si può allungare un po’ il percorso. Senza fare una piega apparente, gli propongo il monte Cognolo, la tempistica è ignota. E sia il Cognolo. Si ritorna verso la Madonna, ad un certo punto sulla sinistra si stacca un sentiero, è il N°243 che si sovrappone al N°290, per scalini prima e per pendenza non da sottovalutare poi, in circa mezz’ora siamo alla seconda Croce, è il Corno del Creilì o localmente detto Balòta del Corén, per arrivarci, l’ennesimo capanno anticipa la meta. Il Corén è un po’ esposto, un meraviglioso salto nel vuoto che ci può far planare sulle… nuvole sottostanti. Uargh! Ritorniamo sul sentiero principale ed arrivati ad un crocevia osserviamo bene i cartelli che ci indicano la direzione, da qua in dieci minuti arriviamo in uno slargo dove una tenda Tepee spadroneggia, avanti 30 mt una piccola croce di legno ha inciso la parola Monte Cognolo mt 672. Impavidi continuiamo sul sentiero destinazione ignota, fatta una discreta discesa verso Polaveno, decidiamo di tornare alla macchina, le nuvole sono talmente basse e fitte da sconsigliare il cammino a chi come noi non conosce bene i luoghi. Ritorniamo al crocevia, sappiamo che il sentiero 243A ci può riportare alla partenza con un giro ad anello ma le indicazioni scarseggiano, scartiamo l’idea di chiamare il soccorso alpino e puntiamo sicuri alla Madonna del Corno ove facciamo un piccolo ristoro al riparo dall’acqua che scende copiosa. Io sono in ammollo, Piero è convinto che i suoi vestiti tecnici tengano, ma sembra Calimero appena uscito dalla lavatrice, Olmo anche lui col suo antiacqua, elemosina del cibo che gli viene prontamente somministrato. Noi due bipedi astuti come volpi, lo guardiamo un po’ invidiosi, se urli nei nostri zaini senti l’eco talmente son vuoti! Il di lui Olmo , in maniera caritatevole ci lascia qualche crocchetta Whiskas, io e Piero ci giochiamo il frugale pasto alla morra! Chi ha vinto non ve lo dico, ma se stanotte sto male mi tocca avvisare il veterinario… Boia ne! Sono le 12.15, si ri-riparte ed in mezz’ora siamo al parcheggio, Piero è bagnato come un mozzo durante una tempesta, io sembro il ragionier Filini… Olmo ci guarda mezzo sopito dal sedile posteriore, che funge da comoda branda. Nelle vicinanze di Crema piove talmente tanto che la gente gira in catamarano, mi domando se non ho sbagliato strada e controllo il sestante!
Escursione alla portata di tutti. Cognolo e ritorno,facendo le divagazioni, ore 3. Partenza mt 200 circa arrivo 672 mt , dislivello nominale 450 mt, dislivello totale 670 mt.
Con me ha camminato Piero e il fido Olmo.
A la Prochaine
Domenico.
Sono le sei quando mi sveglio, il trillo dell’orologio scattato all’improvviso sembra il suono della sirena di una fabbrica, ed io che ho sempre fatto il metalmeccanico, ne riconosco la somiglianza e scatto in piedi, convinto che da li a poco passi il solito capo-officina rompicoglioni. E invece… puff, è solo l’ora di alzarsi per fare la barba e tappare il primo buco allo stomaco, con una colazione di stampo tirolese. Mi sistemo a dovere e controllo che nulla venga lasciato al caso, Olmo è già sulla porta da un quarto d’ora e questo mi induce ad accelerare i tempi. Per le 7 aspetto il mio amico Piero, a lui il giorno prima gli dico che stamattina pioverà poco e che fare una camminatella d’un paio d’ore non comporterà nessun problema, sarà sufficiente portarsi al massimo un poncho per emergenza… chiudendo la telefonata già pensavo: parli di Franciacorta e lui se l’è già bevuta! E stamattina appunto, acqua a go go…
8.30 e siamo a Provaglio d’Iseo, parcheggiata l’auto nei pressi della Chiesa di S. Bernardo valutiamo il da farsi, in effetti non piove tantissimo e alle 8.40 si parte , imbocchiamo via S. Rocco direzione Madonna del Corno per sentiero N° 290, la nostra meta è la croce di Provaglio. Per 10 minuti una fottuta ripida salita in catrame ci ammorba la vita, subito dopo, un acciottolato ben tenuto ci accompagna. Facendo varie ricerche in rete il tempo di salita viene dato in poco più di un’ora. Ottimo, è quello che vogliamo, una cosa breve per toglierci la dipendenza della montagna. Noi senza strafare, in 50 minuti siamo pronti per le foto di rito sotto la Croce, intorno non si vede una cippa o quasi, ma si può immaginare che il belvedere nei giorni di bel tempo , non sia affatto male. Lungo la salita le indicazioni sono chiare, basta rimanere sul N° 290, si passa dal Pian delle Viti- Madonna del Corno-Croce di Provaglio. Per la Croce non ci sono indicazioni, ma dopo la Chiesa del Corno, avanti 100 mt, sulla sinistra imboccate una stradina che vi porta alla Croce dopo avere passato l’immancabile roccolo dei cacciatori. Sic!
Scambiamo qualche battuta tanto per toglierci l’umidità che ci penetra nel profondo dell’umore e guardiamo l’orario… le 10, che si fa dice Piero? Io dopo che gli ho detto che oggi sarebbe stata una giornata da Caraibi, sto schiscio, lui, con l’innocenza d’un bambino mi dice se si può allungare un po’ il percorso. Senza fare una piega apparente, gli propongo il monte Cognolo, la tempistica è ignota. E sia il Cognolo. Si ritorna verso la Madonna, ad un certo punto sulla sinistra si stacca un sentiero, è il N°243 che si sovrappone al N°290, per scalini prima e per pendenza non da sottovalutare poi, in circa mezz’ora siamo alla seconda Croce, è il Corno del Creilì o localmente detto Balòta del Corén, per arrivarci, l’ennesimo capanno anticipa la meta. Il Corén è un po’ esposto, un meraviglioso salto nel vuoto che ci può far planare sulle… nuvole sottostanti. Uargh! Ritorniamo sul sentiero principale ed arrivati ad un crocevia osserviamo bene i cartelli che ci indicano la direzione, da qua in dieci minuti arriviamo in uno slargo dove una tenda Tepee spadroneggia, avanti 30 mt una piccola croce di legno ha inciso la parola Monte Cognolo mt 672. Impavidi continuiamo sul sentiero destinazione ignota, fatta una discreta discesa verso Polaveno, decidiamo di tornare alla macchina, le nuvole sono talmente basse e fitte da sconsigliare il cammino a chi come noi non conosce bene i luoghi. Ritorniamo al crocevia, sappiamo che il sentiero 243A ci può riportare alla partenza con un giro ad anello ma le indicazioni scarseggiano, scartiamo l’idea di chiamare il soccorso alpino e puntiamo sicuri alla Madonna del Corno ove facciamo un piccolo ristoro al riparo dall’acqua che scende copiosa. Io sono in ammollo, Piero è convinto che i suoi vestiti tecnici tengano, ma sembra Calimero appena uscito dalla lavatrice, Olmo anche lui col suo antiacqua, elemosina del cibo che gli viene prontamente somministrato. Noi due bipedi astuti come volpi, lo guardiamo un po’ invidiosi, se urli nei nostri zaini senti l’eco talmente son vuoti! Il di lui Olmo , in maniera caritatevole ci lascia qualche crocchetta Whiskas, io e Piero ci giochiamo il frugale pasto alla morra! Chi ha vinto non ve lo dico, ma se stanotte sto male mi tocca avvisare il veterinario… Boia ne! Sono le 12.15, si ri-riparte ed in mezz’ora siamo al parcheggio, Piero è bagnato come un mozzo durante una tempesta, io sembro il ragionier Filini… Olmo ci guarda mezzo sopito dal sedile posteriore, che funge da comoda branda. Nelle vicinanze di Crema piove talmente tanto che la gente gira in catamarano, mi domando se non ho sbagliato strada e controllo il sestante!
Escursione alla portata di tutti. Cognolo e ritorno,facendo le divagazioni, ore 3. Partenza mt 200 circa arrivo 672 mt , dislivello nominale 450 mt, dislivello totale 670 mt.
Con me ha camminato Piero e il fido Olmo.
A la Prochaine
Domenico.
Tourengänger:
Menek
Communities: Hikr in italiano
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