Preciso subito che anche se tecnicamente il percorso non si sviluppa nel Parco della Val Grande (solo il breve tratto di cresta per la cima è proprio sui confini), per me rientra nella zona "di interesse" del parco, mostrando in alcuni momenti il tipico sapore "da-valgrande".
Le previsioni danno ampi miglioramenti già dalla mattina, quindi partiamo fiduciosi anche se sta pioviginando. Per salire scegliamo il sentiero che passa dall'Alpe Gallina, per poter così effettuare un giro ad anello in discesa.
Il sentiero è impegnativo e a tratti MOLTO viscido, soprattutto nell'attraversamento dei piccoli torrenti che solcano il versante. Attraversamenti che facciamo aggrappati alle piante non fidandoci molto degli appoggi sulla roccia umida.
Insomma, nel complesso, meglio farlo in salita che in discesa (anzi, meglio con il sole .... visto che non sembra smettere di piovere presto come prevedevano).
Ma alla fine, nei pressi dell'Alpe Corte di Sotto la pioggia finisce del tutto e già si intravedono squarci blu nel cielo e all'Alpe Corte di Sopra siamo al sole, in compenso si è alzato un vento abbastanza sostenuto.
Dopo un consulto su quali cime salire, decidiamo di provare a salire Cima Saler e poi il PIzzo delle Pecore. Con una variantina Poge arriviamo sulla cresta ed iniziamo ad arrampicare un po' su erba e un po' su roccia. I due versanti sono molto ripidi e non danno possibilità di tagli o aggiramenti.
Arriviamo sotto uno spuntone, mi fermo, mi attacco alla roccia (il vento soffia forte e non è il caso di farsi sbattacchiare improvvisamente sulla cresta) e scruto qualche possibilità di passaggio ... mi sembra troppo impegnativo quel tratto per rischiare di andare ... poi dovremmo anche scendere .... forse con una corda almeno si potrebbe assicurarci in salita e fare una doppia in discesa .... niente, per me non si passa.
Decidiamo quindi di tornare indietro, riproveremo in un futuro questa cima dall'altro versante.
Scendiamo con MOLTA cautela il tratto di cresta, facendo attenzione ai passaggi con solo erba, dove uno scivolone sarebbe fatale. Ritorniamo per un po' verso l'Alpe Corte per andare ad incrociare il sentiero che sale ad un colletto e poi in cima.
Guardando indietro la cresta per il Saler notiamo che in realtà quella che avremmo salito sarebbe stata solo un'anticima, quindi "per fortuna" che non abbiamo continuato, ci saremmo trovati poi in difficoltà.
Passiamo a fianco di due ripetitori (già ben visibili dal basso) e raggiungiamo la cima. Il vento forte non ci permette di stare troppo in vetta, fa freschino.
Torniamo all'alpeggio e da qui imbocchiamo il sentiero più classico che passa per la Colla Bassa, decisamente più tranquillo rispetto a quello di andata. Fino alla Colla il sentiero è più un traverso con qualche sali e scendi poi, successivamente, scende deciso fino a Coriesco e poi a Marzone dove ci ricongiungiamo con la strada dell'andata.
Bellissimo l'effetto delle tante foglie di faggio alzate dal vento a creare dei turbinii colorati e bellissimi gli arcobaleni visti oggi (uno mentre eravamo ancora in autostrada).
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