Tra Adda e Brembo


Publiziert von Alberto C. , 5. November 2013 um 23:44.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 1 November 2013
Mountainbike Schwierigkeit: L - Leicht fahrbar
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 4:15
Aufstieg: 390 m
Abstieg: 390 m
Strecke:Canonica d'Adda, Trezzo sull'Adda, Imbersago, attraversamento del fiume con il traghetto a fune (traghetto di Leonardo), Villa d'Adda, Sotto il Monte, Bonate Sotto, Filago, Brembate, Canonica d'Adda.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Vaprio d'Adda è facilmente raggiungibile sia da Milano che da Bergamo, trovandosi su una delle principali strade ordinarie che collegano le due città

Giro piacevole di interesse storico.

SVILUPPO.  km 55,40

DIFFICOLTA'. Andata: facile percorso, completamente su ciclabile in gran parte sterrata, c'è asfalto ma ridotto male e non se ne apprezzano i benefici. E' affrontabile con una normale bicicletta da turismo.
Il ritorno più impegnativo per le "ondulazioni" del terreno: alcuni tratti in salita. Fino a Bonate Sotto si percorre la viabilità ordinaria; da qui a Filago lungo sentieri nel Parco del Basso Brembo, poi nuovamente su viabilità ordinaria.

PERCORSO.  Da Canonica ci siamo riportati sulla sponda milanese ed abbiamo imboccato il solito percorso lungo il Naviglio Martesana e, poi lungo il fiume fino ad Imbersago. Da qui ci siamo portati sulla sponda bergamasca con il caratteristico traghetto a fune (unico sistema di propulsione è la corrente del fiume) e abbiamo raggiunto il centro di Villa d'Adda per strade ordinarie: subito una ripida salita con fondo in cubetti di porfido.
Fino a Bonate Sotto abbiamo seguito la viabilità ordinaria , con continui e piacevoli su e giù fino a Sotto il Monte, ove si ritorno in ambienta "padano".
A Bonate abbiamo fatto una sosta alla basilica romanica (resti) di Santa Giulia; dove ho perso gli occhiali. Da qui abbiamo imboccato un percorso all'interno del Parco del Basso Brembo, che abbiamo seguito fino a Filago. Fondo sterrato e fango in ambiente" fluviale".
Da Filago ripresa la viabilità ordinaria, a tratti su strade principali parecchio trafficate, fino al termine. 

(Vedi anche http://www.hikr.org/tour/post69522.html )


 

Cosa c'è da vedere lungo il percorso:

  • Il Santuario di Concesa (Trezzo sull'Adda).  Nel XII secolo Concesa contava un castello, alcune case padronali, la chiesa di Santa Maria e un oratorio dedicato a San Nazario. Entrambi gli edifici sacri finirono per rovinare, e in loro sostituzione fu costruita nel 1520 una nuova chiesa. Davanti a un muro di quest’ultima, sotto un dipinto della Vergine, una credenza popolare afferma fosse sgorgata una sorgente capace di straordinarie guarigioni. La fama dell’acqua miracolosa di Concesa spinse nel 1611 alla costruzione di una cappelletta ai margini dell’Adda. Il flusso di fedeli indusse il cardinale Cesare Monti, arcivescovo di Milano, a far edificare accanto all’imbocco della Martesana il ben più ampio Santuario della Divina Maternità, che alcune fonti dicono progettato da due grandi architetti del ’600 milanese: Francesco Maria Ricchino e Carlo Buzzi. Nel 1646 al Santuario si affiancò un convento dei Carmelitani Scalzi. Anche se soppresso in età napoleonica, e poi convertito in filanda, il complesso è stato infine riacquisito dai frati. Nel corridoio della sacrestia si trova la cosiddetta Madonna del Barcaiolo, un affresco quattrocentesco proveniente dalla casa del custode della Martesana, abbattuta per realizzare nuovi imbocchi d’acqua.
  • La centrale idroelettrica  Taccani a Trezzo sull'Adda. Progettata da Moretti all’inizio del ‘900, è costituita da un corpo centrale e da due ali di diversa lunghezza. La Centrale, in stile "Liberty", risulta di grande armonia compositiva e si colloca armoniosamente nell'ambiente circostante, dominato dai ruderi del Castello Visconteo.
  • La centrale idroelettrica Esterle.  Tra il 1910 e il 1914 per rispondere alla crescente domanda di energia elettrica di Milano fu costruita la Centrale Esterle, dal nome del primo consigliere delegato della società Edison (Carlo Estrele). A Robbiate venne realizzata la diga, da dove partiva un canale di derivazione lungo 5 km quasi interamente in galleria che alimentava la centrale. La potenza generata era tre volte quella della Bertini; a tutt’oggi continuano a funzionare le macchine originarie.
  • La centrale idroelettrica Bertini.  Intitolata al direttore della Edison, Angelo Bertini, che ne seguì i lavori, fu costruita a partire dal 1895 per fornire illuminazione e forza motrice a Milano. Per la sua realizzazione fu costruita a Paderno una diga, chiamata Poirée dal nome del suo ideatore, con cavalletti di ferro e lunghe aste di legno mobili (panconcelli) che permettevano un veloce controllo delle acque. Con i suoi 9.600 kW di produzione, al suo avvio nel 1898 era la centrale più potente d’Europa, collegata a Milano da una linea elettrica di 37 km alla tensione di 13.500 V.
  • Il Naviglio leonardesco di Paderno.  E' un canale artificiale parallelo al fiume Adda nel comune di Paderno d’Adda. “Questo Naviglio di Paderno è lungo 2.605 metri; largo 11 sul fondo; l’acqua è sempre tenuta a metri 1,20 d’altezza, colla pendenza di 0.10 almeno, e 0.45 al più ogni mille metri, sicché ha la velocità, per minuto secondo, di metri 0.31 al minimo, e 1,50 al massimo. La pendenza è divisa per metri 26.40 fra i sostegni, e per metri 1.10 fra il declivio del fondo”. (C. Cantù, Grande illustrazione del Lombardo Veneto, Milano, 1857).
    Il Naviglio di Paderno, che come quello di Bereguardo non raggiunge Milano, fu ideato dal genio di Leonardo da Vinci che, all'inizio del '500, fu ospite dei conti Melzi a Vaprio d'Adda. Il più breve tra i Navigli è anche il più complesso, con un salto di quota di 27,5 m superati con la costruzione di sei conche. Doveva finalmente permettere la navigazione tra la città e il Lago di Como, che sarebbe così stato perfettamente collegato alla cerchia interna dei Navigli grazie alla Martesana. Il via ai lavori viene dato da Francesco Sforza I nel 1516, ma l'opera viene portata a compimento quasi tre secoli dopo, sotto Maria Teresa d'Austria, e inaugurata nel 1777.
  • Santuario di Santa Maria della Rocchetta. Intorno alla fine del 1300, a picco sul fiume Adda, venne realizzata una piccola chiesetta dedicata alla Madonna. Sono tante le storie che si raccontano attorno a questa semplice ma bella chiesa. Una di queste narra che la sua costruzione fu il dono di un pescatore per il suo salvataggio dalle acque mulinanti dell'Adda: in pericolo di vita aveva implorato l'aiuto della Vergine Maria pregandola di salvarlo dalla tempesta. Qualcuno vede nelle immagini che si presentano dall'alto dello sperone di roccia su cui venne costruita la chiesa, lo scenario che fece da sfondo per un famoso dipinto di Leonardo da Vinci, La Vergine delle Rocce. 

  • Il ponte in ferro di Paderno. Noto anche come ponte di S. Michele o ponte Rothlisberger, fu costruito tra il 1887 ed il 1889 dalla Società Nazionale delle Officine Savigliano su progetto dell’Ingegnere svizzero Rothlisberger (1851-1911), all’epoca capo ufficio tecnico delle Officine di Savigliano, sopra una gola che il fiume Adda forma in località Paderno d’Adda. E’ considerato un simbolo dell’archeologia industriale in Italia e una delle più interessanti realizzazioni dell’ingegneria italiana nell’Ottocento. E’ lungo m 226, alto m 85. L’unica campata in ferro, di m 150 m di diametro, sostiene, tramite 7 piloni in ferro, un’impalcatura a due livelli. Nel livello inferiore si trova la ferrovia, e su quello superiore si trova la strada provinciale. Per la realizzazione sono stati utilizzati 100.000 chiodi, nessuna saldatura, 5.000 metri cubi di pietra di Moltrasio e 1.200 metri cubi di granito di Baveno, per la base di appoggio. La leggenda narra che il progettista si sia suicidato prima del collaudo temendo che non potesse essere superato, in realtà egli morì di vecchiaia, ed il ponte ancora oggi, senza alcun intervento di restauro sostanziale in oltre un secolo di vita, rimane una delle principali vie di comunicazione ferroviaria tra Milano e Bergamo.
  • Il Traghetto di Leonardo di Imbersago. E' un particolare tipo di traghetto a mano che prende il nome dal suo presunto inventore, Leonardo da Vinci. L'unico esemplare tuttora funzionante unisce i moli di Imbersago (Lecco) e Villa d'Adda (Bergamo).  Nonostante il nome, non v'è certezza che Leonardo sia il reale inventore, di sicuro si sa che studiò a lungo il progetto nel periodo che passò a lavorare per Ludovico il Moro, signore di Milano.    In seguito ai suoi studi disegnò un traghetto uguale in tutto e per tutto a quello esistente tuttora ad Imbersago. Gli studi vennero effettuati dall'inventore durante il proprio soggiorno a Vaprio d'Adda sotto al Girolamo Melzi, negli anni 1506-1507; il disegno che ne risultò, datato 1513, è stato incluso nel Codice Windsor e viene conservato nell'omonimo castello in Inghilterra. Il famoso disegno del "porto della Canonica di Vaprio" raffigura il traghetto (detto "porto") vincolato ad una fune, modello comune a tutto il corso del fiume.
  • Sotto il Monte: luogo di nascita di Papa Giovanni XXIII.
  • Santa Giulia a Bonate Sotto. (dal sito del Comune di Bonate Sotto) "Importante insediamento religioso del periodo romanico, di cui sono ancora oscure le origini. Su questa chiesa esistono notizie leggendarie; secondo una tradizione favolosa se ne attribuiva le origini della costruzione alla regina Teodolinda (615-29). Numerosi studiosi fanno però risalire una prima costruzione al periodo longobardo, probabilmente nei secoli VII-VIII. La chiesa fu integralmente rifatta in età romanica, forse tra i secoli XI e XII.
    Il primo documento in cui viene citata è del 1124; in un documento di vendita di quattordici pezze di terra, si dice che la settima di esse confinava "a montibus sancta Julia". La chiesa è nuovamente citata in una bolla di papa Onorio II nel 1129, intervenuto per risolvere direttamente una controversia su questa chiesa  tra il vescovo di Bergamo e i canonici di Sant'Alessandro.
    In origine era una basilica era una basilica a tre navate con tre absidi e cinque campate. Malgrado la sua bellezza iniziale, subì un progressivo e inesorabile degrado. Già nel 1550 il vescovo Soranzo rimase stupito davanti alla bellezza sia pure di quello che restava di questa chiesa; dalla relazione della Visita pastorale di quell'anno si legge che il vescovo "si portò in seguito alla chiesa di Santa Giulia entro i confini della stessa parrocchia presso il fiume Brembo ed entrò. Questa chiesa gli sembrò di ammirevole antichità e molto artistica e che era stata di bellissima struttura, costruita con pietre squadrate, ma ormai indecorosa a causa della rovina. Era molto ampia e bella, si innalzava con diversi tipi di colonne e di archi. È distrutta per la metà, del tutto verso l'alto, eccetto la cappella centrale che è a volta e le collaterali che sono pure a volta. In esse vi è un altare con tre lati rivolti verso chi guarda. [...] ed è da dolersi il fatto che un così bel edificio fatto dagli antichi con ammirevole devozione e pietà, ai nostri tempi sia pieno di cespugli e di spine".
    Nettamente negativa fu invece la valutazione fatta dall'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo che, visitandola e trovandola diruta, ne decretava la totale demolizione dalle fondamenta, per erigere sul posto una croce, secondo quanto prescritto dal Concilio di Trento (conclusosi nel 1563), con conseguente riutilizzo del materiale per la manutenzione, ampliamento, abbellimento della chiesa parrocchiale di San Giorgio. Fortunatamente non si seguì il consiglio di San Carlo Borromeo, ma l'operazione di riutilizzo del materiale di costruzione per la nuova parrocchiale, verrà effettivamente intrapresa nel 1756.
    Nel 1770 la costruzione subì il primo intervento da radicale restauro, in quanto essa fu adattata a uso cimiteriale, così come al presente la vediamo. Dell'antica costruzione romanica, oggi rimangono le tre absidi, la prima campata e una parte del muro perimetrale; la zona presbiteriale è adibita a cappella, la restante a cimitero. L'elegante zona triabsidale esterna è composta da esili colonne collegate tra loro dal motivo tipico del Romanico lombardo della serie di archetti pensili. Gli archetti, eseguiti in mattone, poggiano su delle mensole in pietra; la superficie sopra le finestre delle absidi minori è impreziosita dall'inserimento di una coppia di testine umane. La decorazione scultorea interna interessa in modo particolare i capitelli; essi sono diverse tra loro e seguono vari stili. Murata sopra una semicolonna c'è un'urna funeraria romana (forse del III-IV secolo) di marmo bianco (ritrovata nei campi vicini in epoca passata) che ricorda la sepoltura di una bambina prematuramente scomparsa in tenera età. Importanti documenti storici sono anche le lapidi e le iscrizioni conservate al suo interno; essi ricordano quelle autorità religiose e civiche che dall'Ottocento hanno dato un contributo spirituale e civile a favore degli abitanti. L'attuale decorazione pittorica absidale (recentemente restaurata da Moretti) fu eseguita nel 1795 dai fratelli ticinesi Vincenzo Angelo e Baldassarre Orelli. In essa sono raffigurati Santa Giulia (la santa titolare della chiesa) e i santi protettori della comunità bonatese (tra cui Sebastiano, patrono civico di Bonate Sotto)." 

METEO: Poco nuvoloso con nubi in intensificazione; temperatura intorno a 15°.

COMPAGNO d'avventura: Andrea. 
COMPAGNO: Andrea.   


Tourengänger: Alberto C.
Communities: I and my Bike


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