Ferrata Minonzio, Zuccone Campelli
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Finalmente sul Campelli! Era dallo scorso inverno che puntavo questa interessante cima e l'idea era quella di salirla lungo il Canalone dei Camosci, ma mi è stata fatta una una proposta all'ultimo minuto e non potevo non accettarla... per cui...
Dopo un caffè, si parte alla volta di Barzio. A dispetto delle nostre solite abitudini, saliamo con la funivia perchè al pomeriggio ognuno è preso da altri impegni. Saluto Luca, prendiamo la prima corsa e arriviamo al Piani di Bobbio. Incamminandoci verso il rifugio Lecco, orecchiamo il discorso di altri tre escursionisti che faranno la stessa ferrata e dato che l'attacco è un po' problematico da trovare, ci uniamo a loro lungo la salita. Entriamo cosi nel bellissimo anfiteatro del Campelli, con la Pesciola che domina la visuale ad est e l'evidente Canalone dei Camosci, già il lista per il prossimo inverno.
Procediamo spediti verso l'attacco della ferrata, passiamo una cengia e finalmente gingiamo alla prima catena dove ci imbraghiamo; in realtà l'attacco vero e proprio è un centinaio di metri più avanti dato che qui ci si limita a seguire le catene che, attraverso un canale, conducono ad una selletta da cui poi si scende di qualche metro. Fatto sta che in una manciata di minuti siamo alla base della Minozio. Il primo tratto, abbastanza verticale, permette subito di guadagnare quota lungo una placchetta che si sale in diagonale. Poi è tutto un susseguirsi di tratti con roccia molto bella, ricca di appigli e sono veramente pochi i tratti dove si è costretti a mungere per salire. Superiamo un traversino, altra placca per poi giungere ad un ampio terrazzino dove parte un breve sentiero erboso, parecchio esposto, che adduce alla parte più divertente della ferrata.
Qui si scende nel cuore del Campelli, una catena facilia la discesa nelle viscere del monte e perdiamo una ventina di metri di quota per poi riguadagnarli più avanti dopo aver superato una selletta, un caminetto e una breve scala. La ferrata è tenuta abbastanza bene, nonostante la catena sia lasca in diversi punti. Tecnicamente è abbastanza facile, molto varia, mai difficile: personalmente la sconsiglierei come prima ferrata (nonostante molti dicano l'opposto), ma è propedeutica per alcune più complesse, come la cugina Pesciola, sempre nel gruppo del Campelli. Poco prima di mezzogiorno, dopo aver aggirato l'ultimo sperone, giungiamo in cima al Campelli. Il meteo è fantastico, finalmente il cielo si è aperto (alla mattina c'erano nuvole ovunque!) e si gode un'ottima vista dal Tre Signori alle Grigne ed oltre.
L'ora è tarda e visti gli impegni, imbocchiamo il sentiero di discesa verso Artavaggio per poi tagliare bruscamente attraverso ripidi pendii erbosi e ricongiungendoci con il Sentiero degli Stradini; qui ci han fatto da guida due locali che erano anche loro in ritardo e che dovevan prendere la funivia. Verso le 12:20 arriviamo giù ai Piani, corsetta per prendere l'ultima corsa del mezzodì e poi giù verso casa.
La scorsa settimana si vagliavano proposte su una nuova ferrata da fare col solito gruppo di MF. Purtroppo però manca un sacco di gente, molti giustamente si stanno godendo le ferie ed hanno rimandato gli impegni collettivi a Settembre. Tuttavia qualche temerario c'è ancora e allora l'amico Luca mi propone una bella ferratina al Campelli; no, non è la Pesciola, ma la meno conosciuta ma altrettanto avvincente Minozio. Prima di partire, mentre faccio colazione alle 6 del mattino di domenica, leggo alcuni report in rete che mi stimolano la voglia di tastar roccia.
Dopo un caffè, si parte alla volta di Barzio. A dispetto delle nostre solite abitudini, saliamo con la funivia perchè al pomeriggio ognuno è preso da altri impegni. Saluto Luca, prendiamo la prima corsa e arriviamo al Piani di Bobbio. Incamminandoci verso il rifugio Lecco, orecchiamo il discorso di altri tre escursionisti che faranno la stessa ferrata e dato che l'attacco è un po' problematico da trovare, ci uniamo a loro lungo la salita. Entriamo cosi nel bellissimo anfiteatro del Campelli, con la Pesciola che domina la visuale ad est e l'evidente Canalone dei Camosci, già il lista per il prossimo inverno.
Procediamo spediti verso l'attacco della ferrata, passiamo una cengia e finalmente gingiamo alla prima catena dove ci imbraghiamo; in realtà l'attacco vero e proprio è un centinaio di metri più avanti dato che qui ci si limita a seguire le catene che, attraverso un canale, conducono ad una selletta da cui poi si scende di qualche metro. Fatto sta che in una manciata di minuti siamo alla base della Minozio. Il primo tratto, abbastanza verticale, permette subito di guadagnare quota lungo una placchetta che si sale in diagonale. Poi è tutto un susseguirsi di tratti con roccia molto bella, ricca di appigli e sono veramente pochi i tratti dove si è costretti a mungere per salire. Superiamo un traversino, altra placca per poi giungere ad un ampio terrazzino dove parte un breve sentiero erboso, parecchio esposto, che adduce alla parte più divertente della ferrata.
Qui si scende nel cuore del Campelli, una catena facilia la discesa nelle viscere del monte e perdiamo una ventina di metri di quota per poi riguadagnarli più avanti dopo aver superato una selletta, un caminetto e una breve scala. La ferrata è tenuta abbastanza bene, nonostante la catena sia lasca in diversi punti. Tecnicamente è abbastanza facile, molto varia, mai difficile: personalmente la sconsiglierei come prima ferrata (nonostante molti dicano l'opposto), ma è propedeutica per alcune più complesse, come la cugina Pesciola, sempre nel gruppo del Campelli. Poco prima di mezzogiorno, dopo aver aggirato l'ultimo sperone, giungiamo in cima al Campelli. Il meteo è fantastico, finalmente il cielo si è aperto (alla mattina c'erano nuvole ovunque!) e si gode un'ottima vista dal Tre Signori alle Grigne ed oltre.
L'ora è tarda e visti gli impegni, imbocchiamo il sentiero di discesa verso Artavaggio per poi tagliare bruscamente attraverso ripidi pendii erbosi e ricongiungendoci con il Sentiero degli Stradini; qui ci han fatto da guida due locali che erano anche loro in ritardo e che dovevan prendere la funivia. Verso le 12:20 arriviamo giù ai Piani, corsetta per prendere l'ultima corsa del mezzodì e poi giù verso casa.
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