Val Bavona | Lièlp, Arzo e Randinascia


Publiziert von GM , 14. Juli 2013 um 10:26.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:13 Juli 2013
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Pizzo Castello   Gruppo Cristallina   Gruppo Pizzo San Giacomo   Gruppo Basodino   CH-TI 
Zeitbedarf: 7:45
Aufstieg: 1240 m
Strecke:18,5 km

Escursione che visita i corti alti degli alpi Lielp e Robiei.

La difficoltà indicata è quella massima incontrata e vale per il solo breve tratto che collega il Lago dei Matorgn con Randinascia, la restante è quasi tutta T2 e T3, in eguali parti.

Robiei è l’alpe situato sulla sponda destra orografica del fiume Bavona ed era composto da quattro corti: Gaggio (il corte di fondo, dove partono le strade d’alpe per Zott), Robiei (situato nella conca ove si trova ora il nuovo fabbricato a servizio dell’alpe e sepolta sotto il materiale di scavo dei bacini idrici), Randinascia e Arzo. Zott era un corte autonomo ma sempre afferente a Robiei.

Lielp è l’alpe situato sulla sponda sinistra orografica del fiume Bavona ed è composto anch’esso da quattro corti: Vanzela (il corte di fondo, dove partono alcune strade d’alpe per Zota, e costituito da una singola cascina addossata ad un roccione, appena a valle del sentiero e del noto masso erratico), Lielp, Pioda e Lago Bianco.

La Nora Cattaneo scrive su Lielp queste parole : “alpe glorioso nella storia dell’alpinismo, perché vi pernottavano spesso gli scalatori del Pizzo Basodino”. Il punto di appoggio (in epoche precedenti alla costruzione della Capanna, ovviamente) era considerato piu’ confortevole del pur piu’ vicino al ghiacciaio, corte di Robiei.

L’escursione inizia subito a valle della Capanna Basodino, dove appena superato il ponticello in ferro sul fiume si prende il sentiero (senza segnalazioni per Lielp ma solo per Zota, Masnee e Poncione Braga) che si alza a sinistra. A una evidente biforcazione (nessuna segnalazione) si lascia a destra il sentiero per Zota (in cui i segnavia diventano bianco-azzurri) e si prende a sinistra il sentiero che entra nella valletta del fiume Bavona e prosegue in leggero falsopiano fino alle due baite riattate del Corte Lielp (200m di dislivello dalla Capanna, circa 30’). Le due baite (una con una singolare parete absidata) sono state sistemate tra il 1995 e il 2000 dalla FVB e hanno la particolarità di conservare, principalmente sulla facciata della baita sud, numerose pietre di recupero della vecchia cascina che presentano incisioni di date e sigle: un vero carnevale! Dietro le due baite due piccoli splughi; suppongo, dalle dimesioni, che siano porcilaie.

Da Lielp si continua a seguire il sentiero in falsopiano che presenta anche alcuni gradini scavati nella roccia e due settori con catene. Nel secondo tratto attrezzato, su una singolare formazione calcarea, è presente una evidente scritta con monogrammi religiosi, un cuore e  due nomi. Il sentiero confluisce sulla strada asfaltata che si segue per alcune centinaia di metri fino alla deviazione per il Lago Sfundau e la Capanna Cristallina. Si prende tale sentiero che si risale per circa 80 metri fino a due ruderi accostati di baite. E’ questo il Corte della Pioda (190m e 30’ da Lielp).

Si ritorna indietro alla strada asfaltata che si segue fino all’evidente sentiero che scende al Lago Bianco. Si costeggia il bordo sinistro orografico cercando la via tra le numerose lanche (è una vera palude…) fino a due baite addossate ad enormi macigni. E’ questo il Corte di Lago Bianco (90m di dislivello negativo e 30’ dal Corte della Pioda). In realtà di cascine se ne vedono tre, ma due sono collegate e costituiscono una unica singolare costruzione a “V”. La baita a nord è in evidente processo di disfacimento, e il tronco che trattiene l’architrave della porta d’ingresso sconsiglia di visitarne l’interno; se poi si trovasse il coraggio ad entrare e l’architrave rimanesse al suo posto è probabile che allora crolli il tetto..

Dal Corte, per non tornare indietro sui propri passi, si risale direttamente il pendio sassoso dietro le due baite, puntando un evidente e grosso macigno. Il percorso non è per niente faticoso e si giunge presto sulla strada asfaltata. Dalla strada l’intenzione è attraversare alla diga del Cavagnolo (ancora tanta neve qua) e di percorrere la Cresta dell’Arzo. Ma alla fine della diga l’amara scoperta che la scala metallica che introduce alla cresta non è posizionata, e quindi è impossibile proseguire.
Per raggiungere Arzo devo tornare indietro lungo la strada, traversare al lago di Robiei e percorrerne il lato nord fino all’inizio del sentiero classico (peccato perché la cresta e la discesa ad Arzo sono pulite dalla neve). La salita classica è ripida ma presenta il vantaggio di condurre rapidamente al Corte di Arzo (960m dall’inizio della gita e 5h00’ ca.) Il corte è composto da tre piccole baite disposte in successione, i cui tetti nuovi in piode contrastano decisamente con il colore della (tanta) pietra  circostante; la prima baita presenta una singolare “piazzola sospesa”, e completano il corte alcuni fabbricati accessori (alcuni in stato di rudere) e un discreto splugo.

Dal corte si segue in direzione ovest il sentiero verso il Lago dei Matorgn, con alcuni passaggi su piodate e tanta neve ancora sul percorso. Il lago si raggiunge in circa 45’ da Arzo e rappresenta il punto piu’ elevato dell’escursione (2450m). Il lago è  ancora totalmente ghiacciato.

La discesa verso Randinascia avviene su sentiero alpino (bianco-blu) che presenta almeno tre tratti delicati da superare con l’aiuto di una lunga catena o in disarrampicata. Giunti nella valletta di Randinascia la si percorre in direzione est. A un bivio una indicazione dipinta (evidente scritta “new” su un sasso) invita a seguire il sentiero recentemente sistemato sulla sponda destra della valletta, ma il mio obiettivo è il famoso splugo, che so trovarsi sulla sponda sinistra, per cui seguo il vecchio sentiero (i segnavia bianco-rossi sono stati coperti con vernice grigia, e sono ormai poco evidenti; veramente “geniale” chi l’ha pensata questa…  una cosa mai vista prima). Si arriva cosi’ al Corte di Randinascia situato nel tratto centrale della valletta in una zona dove è presente un importante scoscendimento. E’ costituito da una cascina riattata, un rudere e due splughi, di cui uno ovviamente è il famosissimo e pubblicatissimo splugo di Randinascia (non ho tema di smentita che sia lo splugo piu’ rappresentato e citato nel mitico libro “Vivere tra le pietre”). A memoria riporto che la sua importanza è dovuta alle sue dimensioni in rapporto alla quota molto elevata in cui si trova (2150m); è profondo circa 10m ed è composto da tre fuochi e da tre giacigli, in quanto veniva usato in comune da famiglie diverse. Alcune tacche scavate nel sasso della copertura minore consentono la salita della stessa, su cui sono presenti scritte, date e incisioni varie. Ho anche osservato una particolarità che raramente mi era capitata nelle decine di splughi (altro discorso le gronde…) già visitati: al suo interno si sta comodamente eretti…

Da Randinascia non resta che scendere a Robiei, su buon sentiero ben segnalato, che si raggiunge in circa 30’. 

Tourengänger: GM


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