Cima della Costa (1931 m)


Publiziert von siso , 7. April 2013 um 13:46.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum: 6 April 2013
Wandern Schwierigkeit: T1 - Wandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Campolungo 
Zeitbedarf: 6:15
Aufstieg: 795 m
Strecke:Dalpe (1192 m) – Cleuro (1272 m) – Boscobello (1345 m) – Scontra (1670 m) – Alpe Cadonighino (1739 m) – Alpe Cadonigo (1788 m) – Cima della Costa (1931 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita Quinto – Prato Leventina – Dalpe.
Unterkunftmöglichkeiten:Ristorante Albergo delle Alpi a Dalpe.
Kartennummer:C.N.S. No. 1252 – Ambrì-Piotta - 1:25000; C.N.S. No. 266 S – Valle Leventina - 1:50000.

Escursione con racchette da neve nei comuni di Dalpe e Prato Leventina.

Gli ultimi 600 m di salita, dall’Alpe Cadonigo, ci sono costati una fatica immane a causa della neve cedevole.

 

Inizio dell’escursione: ore 8:30

Fine dell’escursione: ore 14:45

Temperatura alla partenza: 4°C

Temperatura al rientro: 17°C

 

Arriviamo al parcheggio di Dalpe, in fondo al paese, verso le 8:20. C’è un’inattesa e simpatica animazione: ben tredici sciescursionisti si stanno preparando per la salita al Pizzo Campo Tencia, con pernottamento alla capanna omonima. Tutti partono con sci e casco attaccati allo zaino, che dal volume mi sembra molto pesante. Magra consolazione, non sono l’unico a portarmi pesi importanti in montagna.

Partiamo senza il consueto espresso, che ci darebbe la carica iniziale; purtroppo non ci sono bar aperti presso il parcheggio.

Fissiamo le ciaspole allo zaino e imbocchiamo la stradina che passa a pochi metri dalla chiesa e che sale in direzione di Cleuro. Osserviamo numerosi chalet, per lo più di villeggiatura, in buona parte chiusi.

All’altezza di una cappella pieghiamo a sinistra, in direzione della strada che conduce allo stupendo lariceto di Boscobello (1345 m). Da qui via la copertura nevosa è continua: calziamo le ciaspole. Dopo poche decine di metri, a circa 1400 m di quota, entriamo nel territorio comunale di Prato Leventina. Ci troviamo sul versante a bacio: sembra di trovarsi in una “selva oscura”. Sul versante opposto della Leventina risplendono alla luce del sole delle cime note: il Pecian e il Pizzo del Sole dominano la scena.

Raggiunta la radura di Scontra (1660 m) il paesaggio ci elargisce delle visioni da favola. Ritengo che il toponimo “Scontra” sia poco opportuno; tant’è vero che significa “di fronte”: si riferisce a località non distanti dagli abitati dei villaggi posti sul fondovalle. Per la verità siamo già in cammino da un paio d’ore… .

 

La neve è abbondante e spesso non portante. Affrontiamo la salita verso l’Alpe Cadonighino lungo il sentiero (nascosto dalla neve) che porta al Passo Venett e alla Capanna Leìt.

Non sempre riusciamo ad individuare la retta via. In effetti, saliamo fino a circa 150 m oltre l’alpe. Poco male, in compenso possiamo ammirare il Passo di Cadonighino (o Venett), sito mineralogico di importanza internazionale, caratterizzato da affioramenti di dolomia su una fascia lunga circa sei chilometri.
 


 Passo Cadonighino o Venett, sito mineralogico di fama internazionale


La storia delle ricerche geologiche nella regione del Campolungo ha una lunga tradizione. Alcuni documenti storici dimostrano il grande interesse rivolto a questa zona da parte di naturalisti europei in una fase cruciale per lo sviluppo della geologia. Il più noto geologo che la visitò fu il francese Déodat de Dolomieu (23.6.1750 – 26.11.1801), che si recò al Campolungo l’11 settembre 1801 durante il suo ultimo viaggio nelle Alpi, dal quale non farà più ritorno. Il suo diario di viaggio fu scoperto solo nel 2001.

La salita fu fatta passando le belle praterie di Prato, poi attraverso un bosco di abeti (il Boscobello o la Faura di San Giorgio) e le baite appoggiate ai fianchi della montagna (gli alpi di Cadonigo e di Cadonighino), dove i pastori lavorano il latte prodotto dalle vacche, per poi raggiungere un immenso banco di dolomia, nel quale è scavato l’altissimo valico (il Passo di Cadonighino), che conduce ad una conca con un piccolo lago (l’Alpe di Campolungo; il laghetto nel frattempo è scomparso nel piano torboso). È in questi banchi di dolomia che si trova la tremolite.” 

 

Nella dolomia del Pizzo Lambro, negli anni ‘70, un mineralogista trovò un raro cristallo di tormalina gialla della lunghezza di 9,5 mm. Normalmente nella dolomia del Campolungo e del Passo Cadonighino (o Vanitt) si trova tormalina verde e bruna. Occasionalmente si scoprono anche aghi di rutilo, corindone, talco, diasporo, cianite, titanite, tennantite, scapolite, pirite, ortoclasio, flogopite, fluorite, scapolite, apatite, calcite, fuchsite, muscovite, plagioclasio e il minerale più diffuso: la grammatite (o tremolite). Il più famoso minerale della regione del Campolungo resta però la rarissima alessandrite o crisoberillo, di cui è noto un solo campione, conservato al Museo di Storia Naturale di Milano.

Ho appurato che questo campione non figura purtroppo nell’esposizione permanente.

Dopo la visita all’Alpe Cadonighino (1739 m) cerchiamo un passaggio nella foresta per raggiungere l’Alpe Cadonigo (1788 m), una proprietà del Patriziato di Prato Leventina, che dista circa un chilometro. Sfruttiamo un’ampia fascia libera da piante, in prossimità di una condotta elettrica. Qui la neve è veramente bella e cosparsa di un numero incredibile di impronte di animali selvatici. In circa mezz’ora di piacevolissima ciaspolata arriviamo al secondo alpeggio: tre edifici parzialmente sommersi dalla neve. Potremmo già essere appagati; tuttavia, l’appetito vien mangiando!

A meno di un chilometro di distanza c’è un’interessante cima che si affaccia sulle dirupate pareti orientali del Pizzo del Lambro: si tratta della Cima della Costa (1931 m). Ci avviamo senza grande convinzione: “tanto per vedere cosa c’è dopo la radura”. La salita, a dispetto del ridotto dislivello, risulta faticosissima! Quando meno ce l’aspettiamo sprofondiamo fino ad oltre le ginocchia. I bastoncini telescopici affondano fino all’impugnatura. Giunti a metà dell’impresa ci dispiace rinunciare. Avanti allora: fatichiamo in compagnia!

Nel frattempo il tempo sta cambiando molto velocemente. Finalmente, dopo circa mezz’ora di sforzo molto intenso, possiamo esclamare “Cima della Costa geschafft!”.

 

Dopo le foto ricordo (in controluce per motivi orografici) scendiamo a valle raccogliendo le ultime risorse rimaste.

 

Impegnativa ciaspolata, soprattutto per le difficili condizioni nella parte più alta, su una cresta ingiustamente poco descritta in Hikr.org.

 

Tempo di salita: 4 h

Tempo totale: 6:15 h

Dislivello in salita: 795 m

Sviluppo complessivo: 13,7 km

Coordinate Cima della Costa: 701.243/146.820

Difficoltà: T1/WT3

SLF: 2

Copertura della rete cellulare: buona

Partecipanti: Daniele e siso

Tourengänger: siso


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Kommentare (4)


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gbal hat gesagt:
Gesendet am 7. April 2013 um 17:44
Complimenti Siso.
Oltre al bel report dell'escursione anche la dotta (come sempre) enumerazione dei tesori mineralogici locali e.....udite, udite.....anche una "rinfrescatina" di letture dantesche (all'epoca forzate, ora più piacevoli)

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 7. April 2013 um 19:58
Grazie Giulio!
Dopo i meravigliosi spettacoli "Tutto Dante" di Roberto Benigni, la Divina Commedia è entrata nei cuori anche delle persone semplici.
siso

giorgio59m (Girovagando) hat gesagt: Un piacere per gli occhi e per la mente
Gesendet am 8. April 2013 um 11:40
Ciao Siso.
Inevitabili i complimenti, per escursione e foto.
Ma senza nulla toglere a questi meriti, un ringraziamento per le sempre edotte spiegazioni ed illustrazioni, quel pizzico di cultura e curiosità che rende più saporita la lettura.

siso hat gesagt: RE:Un piacere per gli occhi e per la mente
Gesendet am 8. April 2013 um 21:13
Grazie Giorgio,
troppo buono!


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