Cresta di Piancaformia ( tentativo )
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Come di consuetudine il venerdì è il giorno in cui si decide se andare o meno a fare la gita del sabato, con Domenico ci sentiamo e verificate le condizioni della cresta decidiamo di andare...le previsioni danno vento moderato al mattino, in aumento nel pomeriggio.
Partiamo prima dell'alba, ma già a Cainallo ci rendiamo conto che il vento è tutt'altro che moderato, decidiamo di salire per un pò e valutare cosa fare strada facendo; al limite si può passare per il Bogani...
Finchè restiamo sul versante protetto il vento non è molto, ma arrivati alla bocchetta di Piancaformia le cose cambiano...proviamo a salire per un centinaio di metri, ma le raffiche sono fortissime e si fa fatica a restare in piedi, in più, la neve gelata che picchia sul viso ed entra negli occhi fa male...Con Domenico ci guardiamo e in meno di un secondo decidiamo di scendere...arrivati a riparo del vento, valutiamo che neanche salire per il Bogani sarebbe sicuro...nell'ultimo tratto ci sarebbe il canale da risalire e con quel vento sarebbe comunque molto pericoloso...No, andare avanti significherebbe rischiare inutilmente.
Iniziamo la discesa, sul traverso incontriamo una coppia che sale, lui ci chiede perchè torniamo indietro...gli diciamo che vista la tipologia di percorso e le condizioni è pericoloso salire, che la cresta è sottile, che ci sono passaggi esposti, che perdere l'equilibrio è un attimo...consigliamo di tornare indietro...vanno avanti.
Poco più sotto incontriamo altri tre escursionisti...stesso dialogo...stesso consiglio, come risposta otteniamo un : "in cima ci si arriva, dipende da quanto si ha voglia di rompersi le palle con il vento"...io e Domenico continuiamo a scendere, facendo quasi la figura dei "cagasotto".
Arriviamo all'auto e andiamo a prenderci una cioccolata calda sul lungo lago di Lecco, meditando sulla ritirata e programmando la prossima uscita.
Alla sera, su internet, la triste notizia, la notizia che non si sarebbe voluto leggere..."incidente mortale sulla Cresta di Piancaformia"...
Al di là dell'ovvio cordolio, una riflessione sul perchè...il vento in montagna non è una rottura di palle, è un grave pericolo e in condizioni come quelle di sabato la cresta non si doveva fare...un incidente è qualcosa che capita, che non è prevedibile...ma voler a tutti i costi fare qualcosa sapendo bene che le conseguenze potrebbero essere fatali, no, questo non è un incidente.
Normalmente non è mia abitudine pubblicare i tentativi o le escursioni a metà; in questo caso lo faccio perchè in molti leggono questo sito e sapere ciò che è accaduto potrebbe servire ad evitare di rifare lo stesso errore.
La prudenza non è paura, l'imprudenza non è coraggio.
Grazie Domenico per essere il compagno di cordata che sei.
Partiamo prima dell'alba, ma già a Cainallo ci rendiamo conto che il vento è tutt'altro che moderato, decidiamo di salire per un pò e valutare cosa fare strada facendo; al limite si può passare per il Bogani...
Finchè restiamo sul versante protetto il vento non è molto, ma arrivati alla bocchetta di Piancaformia le cose cambiano...proviamo a salire per un centinaio di metri, ma le raffiche sono fortissime e si fa fatica a restare in piedi, in più, la neve gelata che picchia sul viso ed entra negli occhi fa male...Con Domenico ci guardiamo e in meno di un secondo decidiamo di scendere...arrivati a riparo del vento, valutiamo che neanche salire per il Bogani sarebbe sicuro...nell'ultimo tratto ci sarebbe il canale da risalire e con quel vento sarebbe comunque molto pericoloso...No, andare avanti significherebbe rischiare inutilmente.
Iniziamo la discesa, sul traverso incontriamo una coppia che sale, lui ci chiede perchè torniamo indietro...gli diciamo che vista la tipologia di percorso e le condizioni è pericoloso salire, che la cresta è sottile, che ci sono passaggi esposti, che perdere l'equilibrio è un attimo...consigliamo di tornare indietro...vanno avanti.
Poco più sotto incontriamo altri tre escursionisti...stesso dialogo...stesso consiglio, come risposta otteniamo un : "in cima ci si arriva, dipende da quanto si ha voglia di rompersi le palle con il vento"...io e Domenico continuiamo a scendere, facendo quasi la figura dei "cagasotto".
Arriviamo all'auto e andiamo a prenderci una cioccolata calda sul lungo lago di Lecco, meditando sulla ritirata e programmando la prossima uscita.
Alla sera, su internet, la triste notizia, la notizia che non si sarebbe voluto leggere..."incidente mortale sulla Cresta di Piancaformia"...
Al di là dell'ovvio cordolio, una riflessione sul perchè...il vento in montagna non è una rottura di palle, è un grave pericolo e in condizioni come quelle di sabato la cresta non si doveva fare...un incidente è qualcosa che capita, che non è prevedibile...ma voler a tutti i costi fare qualcosa sapendo bene che le conseguenze potrebbero essere fatali, no, questo non è un incidente.
Normalmente non è mia abitudine pubblicare i tentativi o le escursioni a metà; in questo caso lo faccio perchè in molti leggono questo sito e sapere ciò che è accaduto potrebbe servire ad evitare di rifare lo stesso errore.
La prudenza non è paura, l'imprudenza non è coraggio.
Grazie Domenico per essere il compagno di cordata che sei.
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