Der Berg ist nie derselbe / Il monte non sarà mai lo stesso
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Versione italiana vedi in fondo alla pagina!
Lieblingsberg, schon wieder, zum 32. Mal in 2 Jahren. Yeti69 mit seiner Empfehlung, und ADI mit seinem Zoom vom Hochvogel ein paar Tage zuvor www.hikr.org/tour/post58613.html hatten gezeigt, dass es nochmal ohne Skier gehen könnte.
Es ist einfach unser Lieblingsberg mit der Superaussicht. Und wie mich dankenswerterweise Mong gelehrt hat : "Man kann nicht zweimal auf denselben Berg steigen"(Mong) frei nach Heraklit "Man kann nicht zweimal in denselben Fluss steigen, denn andere Wasser strömen nach."
Und genau so war es auch diesmal wieder. Alles war ganz anders als all die Male zuvor. Schon bei der Anfahrt das Farbenschauspiel am Himmel bei Sonnenaufgang, dann das öde Braun mit harten Altschneeresten des ersten Wintereinbruchs dieses Jahres im Köllebachtal, die Begegnungen mit Alpendohlen aus der Nähe, Gämsen, einem letzten, tapferen Frühlingsenzian am Gipfel und einem Gänseblümchen in den Latschen versteckt. Ein Berg ist nie derselbe wie bei der Besteigung zuvor und es ist immer wieder auf`s Neue interessant und schön. Nur mögen wir die Berge mit Grün und Blumen einfach lieber, als so braun und "öde". Auch war es heute sehr kalt. 6° am Gipfel mit einem eiskalten Wind sind nicht gerade gemütlich. Die Sonne versteckte sich auch die meiste Zeit hinter einem Dunstschleier und wärmte nur bedingt.
Im Aufstieg über den stellenweise ausgesetzten Grat über dem Roggentalsattel befanden sich in den Schattenbereichen noch dicke, hart gefrorene Altschneefelder, so dass wir doch lieber unsere Eiszacken montierten und später im Abstieg über den West-Ost-Rücken den Pfad durch die Latschen zum Ochsenängerle wählten. Dieser "Weg" führt über die weiten Weidewiesen am Gipfel erst querfeldein abwärts nach Westen, dann gut sichtbar durch eine ausgeschnittene Latschengasse zum Ochsenängerle hinab.
Erst hatten wir noch vor, oben auf den Sonnenuntergang zu warten, aber die Wolken im Westen wurden immer dichter und der Wind war den ganzen Tag schon eiskalt.
So legten wir abends an der Jägerhütte angelangt noch eine Mond-Fotografierpause ein und stiegen dann, wie fast immer, mit der Stirnlampe die oft nicht enden wollenden Serpentinen zum Ammerwaldparkplatz ab.
Ein schöner Tag war das, es hätte zwar etwas wärmer sein können, aber die Hochblasse heißt nicht umsonst bei den Einheimischen "Hoachblosn", weil es da fast immer zieht. Vielleicht war das wirklich für diesen Winter die letzte Bergtour im Köllebachtal. Wir freuen uns schon so auf den Frühling und die Wärme:-)!
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Versione italiana - Grazie di nuovo al mio professore Tapio chi si ha impegnato di nuovo di correggermi:-)!
Una cima speciale per noi è semplicemente il monte preferito con il panorama eccezionale. Grazie a Mong chi mi aveva insegnato che “ Non si può salire due volte sullo stesso monte” (Mong) in conformità a Eraclito “Non si può scendere nello stesso fiume una seconda volta, perché altre correnti seguiranno”.
Così è stato anche questa volta su questo monte. Tutto era diverso delle volte passate. Già nel tragitto verso la montagna abbiamo potuto ammirare lo spettacolo dei colori in cielo al sorgere del sole. Poi il bruno monotono con resti di neve gelati e duri della prima nevicata di questo inverno nelle montagne. L`incontro da vicino con un gracchio e un camoscio, l`ultima ma forte Genziana verna in cima e una margheritina nascosta tra i pini nani.
Un monte non sarà mai lo stesso come nella salita precedente e sarà sempre bello e interessante di nuovo. Solo che a noi le montagne piacciono di più in verde e con fiori, invece che brune e monotone. Anche oggi faceva molto freddo. 6 gradi in cima con un vento gelido non sono molto piacevoli. Il sole si nascondeva la maggior parte del tempo dietro un velo di foschia e non riscaldava molto.
Nella salita sulla cresta in parte anche esposta sopra il Roggentalsattel (sella della valle Roggen) nell`ombra si trovavano ancora resti di neve più alti e gelati cosi che noi mettevamo i nostri mini-ramponi (Kahtoola Microspikes) e nella discesa preferivamo scendere sulla cresta Est-Ovest tra i pini nani all`Ochsenängerle. Questo "sentiero" prima conduce senza cammino visibile sopra i prati ampi sotto la cima in giù verso Ovest, più tardi si vede bene una "via tagliata" tra i pini nani che finalmente conduce al Ochsenängerle. Un segno invece non si trova in nessun posto. Un segno per l`Hochblasse per fortuna non si trova affatto in nessun luogo del mondo:-)!
Prima volevamo restare in cima fino al tramonto, ma le nuvole ad Ovest aumentavano e il vento soffiava abbastanza forte e freddo già tutto il giorno.
Cosi scendevamo e facevamo ancora una piccola sosta alla capanna del cacciatore (Jägerhütte) abbandonata per fotografare la luna dietro la foschia. Poi con la lampada in testa quasi come sempre scendevamo sui tornanti senza fine al Schützensteig verso il parcheggio all`albergo dell`Ammerwald.
Per fortuna Il rumore umano oggi stava nei limiti. In cima all`Hochblasse all`ultimo momento abbiamo dovuto scendere più in basso. Gli stessi due uomini che già nella salita sullo Schützensteig camminavano dietro di noi parlando incessantemente e forte, alla fine sull` Hochblasse cianciavano ancora così rumorosamente che tutto il mondo li poteva sentire. Che cosa hanno da spettegolare per ore e ore? Di sicuro non hanno incontrato nessun camoscio da vicino.
Ma un ulterirore vantaggio degli ampi pascoli sulla cima dell`Hochblasse è che noi facilemente possiamo darci alla fuga.
Abbiamo passato di nuovo una bellissima giornata in montagna, avrebbe potuto fare un pò più caldo, ma il nome Hochblasse nel dialetto dei nativi dice già “Hoachblosn” che significa che lì il vento soffia quasi sempre. Magari questa gita nel Köllebachtal in realtà era l`ultima a piedi per questo inverno. Saremo felici quando tornerà la primavera e il caldo :-)!
Lieblingsberg, schon wieder, zum 32. Mal in 2 Jahren. Yeti69 mit seiner Empfehlung, und ADI mit seinem Zoom vom Hochvogel ein paar Tage zuvor www.hikr.org/tour/post58613.html hatten gezeigt, dass es nochmal ohne Skier gehen könnte.
Es ist einfach unser Lieblingsberg mit der Superaussicht. Und wie mich dankenswerterweise Mong gelehrt hat : "Man kann nicht zweimal auf denselben Berg steigen"(Mong) frei nach Heraklit "Man kann nicht zweimal in denselben Fluss steigen, denn andere Wasser strömen nach."
Und genau so war es auch diesmal wieder. Alles war ganz anders als all die Male zuvor. Schon bei der Anfahrt das Farbenschauspiel am Himmel bei Sonnenaufgang, dann das öde Braun mit harten Altschneeresten des ersten Wintereinbruchs dieses Jahres im Köllebachtal, die Begegnungen mit Alpendohlen aus der Nähe, Gämsen, einem letzten, tapferen Frühlingsenzian am Gipfel und einem Gänseblümchen in den Latschen versteckt. Ein Berg ist nie derselbe wie bei der Besteigung zuvor und es ist immer wieder auf`s Neue interessant und schön. Nur mögen wir die Berge mit Grün und Blumen einfach lieber, als so braun und "öde". Auch war es heute sehr kalt. 6° am Gipfel mit einem eiskalten Wind sind nicht gerade gemütlich. Die Sonne versteckte sich auch die meiste Zeit hinter einem Dunstschleier und wärmte nur bedingt.
Im Aufstieg über den stellenweise ausgesetzten Grat über dem Roggentalsattel befanden sich in den Schattenbereichen noch dicke, hart gefrorene Altschneefelder, so dass wir doch lieber unsere Eiszacken montierten und später im Abstieg über den West-Ost-Rücken den Pfad durch die Latschen zum Ochsenängerle wählten. Dieser "Weg" führt über die weiten Weidewiesen am Gipfel erst querfeldein abwärts nach Westen, dann gut sichtbar durch eine ausgeschnittene Latschengasse zum Ochsenängerle hinab.
Erst hatten wir noch vor, oben auf den Sonnenuntergang zu warten, aber die Wolken im Westen wurden immer dichter und der Wind war den ganzen Tag schon eiskalt.
So legten wir abends an der Jägerhütte angelangt noch eine Mond-Fotografierpause ein und stiegen dann, wie fast immer, mit der Stirnlampe die oft nicht enden wollenden Serpentinen zum Ammerwaldparkplatz ab.
Ein schöner Tag war das, es hätte zwar etwas wärmer sein können, aber die Hochblasse heißt nicht umsonst bei den Einheimischen "Hoachblosn", weil es da fast immer zieht. Vielleicht war das wirklich für diesen Winter die letzte Bergtour im Köllebachtal. Wir freuen uns schon so auf den Frühling und die Wärme:-)!
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Versione italiana - Grazie di nuovo al mio professore Tapio chi si ha impegnato di nuovo di correggermi:-)!
Una cima speciale per noi è semplicemente il monte preferito con il panorama eccezionale. Grazie a Mong chi mi aveva insegnato che “ Non si può salire due volte sullo stesso monte” (Mong) in conformità a Eraclito “Non si può scendere nello stesso fiume una seconda volta, perché altre correnti seguiranno”.
Così è stato anche questa volta su questo monte. Tutto era diverso delle volte passate. Già nel tragitto verso la montagna abbiamo potuto ammirare lo spettacolo dei colori in cielo al sorgere del sole. Poi il bruno monotono con resti di neve gelati e duri della prima nevicata di questo inverno nelle montagne. L`incontro da vicino con un gracchio e un camoscio, l`ultima ma forte Genziana verna in cima e una margheritina nascosta tra i pini nani.
Un monte non sarà mai lo stesso come nella salita precedente e sarà sempre bello e interessante di nuovo. Solo che a noi le montagne piacciono di più in verde e con fiori, invece che brune e monotone. Anche oggi faceva molto freddo. 6 gradi in cima con un vento gelido non sono molto piacevoli. Il sole si nascondeva la maggior parte del tempo dietro un velo di foschia e non riscaldava molto.
Nella salita sulla cresta in parte anche esposta sopra il Roggentalsattel (sella della valle Roggen) nell`ombra si trovavano ancora resti di neve più alti e gelati cosi che noi mettevamo i nostri mini-ramponi (Kahtoola Microspikes) e nella discesa preferivamo scendere sulla cresta Est-Ovest tra i pini nani all`Ochsenängerle. Questo "sentiero" prima conduce senza cammino visibile sopra i prati ampi sotto la cima in giù verso Ovest, più tardi si vede bene una "via tagliata" tra i pini nani che finalmente conduce al Ochsenängerle. Un segno invece non si trova in nessun posto. Un segno per l`Hochblasse per fortuna non si trova affatto in nessun luogo del mondo:-)!
Prima volevamo restare in cima fino al tramonto, ma le nuvole ad Ovest aumentavano e il vento soffiava abbastanza forte e freddo già tutto il giorno.
Cosi scendevamo e facevamo ancora una piccola sosta alla capanna del cacciatore (Jägerhütte) abbandonata per fotografare la luna dietro la foschia. Poi con la lampada in testa quasi come sempre scendevamo sui tornanti senza fine al Schützensteig verso il parcheggio all`albergo dell`Ammerwald.
Per fortuna Il rumore umano oggi stava nei limiti. In cima all`Hochblasse all`ultimo momento abbiamo dovuto scendere più in basso. Gli stessi due uomini che già nella salita sullo Schützensteig camminavano dietro di noi parlando incessantemente e forte, alla fine sull` Hochblasse cianciavano ancora così rumorosamente che tutto il mondo li poteva sentire. Che cosa hanno da spettegolare per ore e ore? Di sicuro non hanno incontrato nessun camoscio da vicino.
Ma un ulterirore vantaggio degli ampi pascoli sulla cima dell`Hochblasse è che noi facilemente possiamo darci alla fuga.
Abbiamo passato di nuovo una bellissima giornata in montagna, avrebbe potuto fare un pò più caldo, ma il nome Hochblasse nel dialetto dei nativi dice già “Hoachblosn” che significa che lì il vento soffia quasi sempre. Magari questa gita nel Köllebachtal in realtà era l`ultima a piedi per questo inverno. Saremo felici quando tornerà la primavera e il caldo :-)!
Tourengänger:
Winterbaer
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Kommentare (17)