Cima di Doia (2195 m) con cresta* bifronte – Cramalina d’Arbeia (2168 m) – Pizzo Molinera (2292 m)


Publiziert von tapio , 25. Oktober 2012 um 07:14.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:23 Oktober 2012
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Cramalina   Gruppo Rosso di Ribia 
Zeitbedarf: 9:00
Aufstieg: 1722 m
Abstieg: 1722 m
Strecke:Valle della Camana, parcheggio (1060 m) – Passo (1160 m) – Fümegn (1338 m) – Bivio Fümegn (1402 m) – Alpe di Doia (1737 m) – Bivio Doia (1889 m) – Bocchetta di Doia (2054 m) – Cramalina d’Arbeia (2168 m) – Bocchetta di Doia (2054 m) – Cima di Doia, cresta ESE in direzione WNW – Cima di Doia, cima ESE (2078 m) – Cima di Doia, cresta ESE (dir. WNW) – freccia 2185 – cresta ESE (dir. ESE) – aggiramento delle placche e discesa sul sentiero di Soliva (1920 m) – Bocchetta della Molinera (2153 m) – Cima di Doia, cresta WNW – Cima di Doia, vetta (2195 m) – Bocchetta della Molinera (2153 m) – Pizzo Molinera (2292 m) – Bocchetta della Molinera (2153 m) – Alpe di Categn (1874 m) – Bivio Fümegn (1402 m) – Fümegn (1338 m) – Passo (1160 m) – Valle della Camana, parcheggio (1060 m)
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Si arriva al bacino idroelettrico di Vergeletto in Valle della Camana svoltando alla prima deviazione sulla destra, circa 1,5 km dopo il nucleo di Vergeletto. Seguire le indicazioni per Valle Maggia, Onsernone, Centovalli, e a Cavigliano (raggiungibile via Losone-Golino oppure da Ponte Brolla) salire sulla strada della Valle Onsernone. Percorrerla tutta fino al bivio per Vergeletto, qui svoltare a destra. Per il parcheggio, nessun problema (pochi ma buoni).
Kartennummer:CNS 275 Valle Antigorio

All’asterisco ci arriverò più tardi, per una volta vorrei andare con ordine. Parto dal bacino idroelettrico di Vergeletto in Valle della Camana (1060 m), e dopo aver raggiunto Fümegn (1402 m), salgo verso l’Alpe di Doia (1737 m). Nonostante l’esposizione a S, ricevo i primi raggi di sole soltanto alla Bocchetta di Doia (2054 m) (a causa della cresta N della Pianchina, che rispetto a me è a Est, zona in cui è attivo il soleggiamento del mattino), da cui senza alcun problema (T3) salgo al Cramalina d’Arbeia (2168 m). Il nome un po’ complicato di questa montagna serve per distinguerla dal più importante, vicino Pizzo Cramalina. Ridiscendo alla Bocchetta di Doia e qui ha inizio la “gattata”: vorrei raggiungere la Cima di Doia percorrendo tutta la cresta ESE, in modo da evitare i passaggi sulle placche che scendono verso S.

*: La Cima di Doia è una dentellata cresta situata tra la Bocchetta della Molinera e la Bocchetta di Doia. Vi si accede in più punti dal versante S, deviando dai sentieri di capre che corrono tra gli Alpi di Categn e di Doia al di sopra dei 1900 m (il Brenna non aggiunge altro, nemmeno il grado di difficoltà).

* Inizialmente la cresta è elementare. Con vari saliscendi raggiungo ben presto la cima ESE, quotata 2078 m, citata anche dal Brenna. Da qui il panorama sul Lago d’Alzasca è strabiliante: sembra un esagono regolare ed i suoi versanti W e S hanno una spruzzata di neve che rende il tutto ancora più idilliaco. Procedo sempre in cresta, ad un certo punto c’è una breve disarrampicata (I) da uno spuntone, ma tutto si limita ad un normale T4. Ogni tanto aggiro dei blocchi su cengette verso S. Ormai prossimo alla vetta, a non più di 30 metri in linea d’aria (misurazione a occhio ma ripetuta anche successivamente dalla parte opposta) sotto di me trovo il vuoto, un salto di almeno 20 metri. Torno un poco indietro, poi scendo sul ripido pendio erboso a fianco di alcune rocce: l’intenzione è aggirare lo spuntone e riprendere più in basso la via della cima. I pendii e tutto l’ambiente di questa zona mi ricordano la zona attorno alla Cima 2751 dello Strahlbann. Scendo un primo blocco (II) ma nulla da fare, ne passo un secondo (difficoltà equiparabile) ed arrivato sopra un alto e lungo camino intravedo un passaggio per guadagnare la base del dente finale, evitando anche le due zanne che rimarranno a fine giornata gli unici due passaggi di cresta della Cima di Doia inviolati. Qui lo zoccolo duro dell’All Free molto probabilmente passerebbe, ma io giudico questo camino un po’ troppo rischioso per la stagione: totalmente ombroso e con la parte finale non molto visibile (per cui come giudicare la difficoltà di quella parte? Globalmente siamo però probabilmente oltre il II. Magari, in salita l’avrei provato, ma così… una discesa al buio senza garanzia di buon fine…). Torno in cresta e decido che scenderò alla prima occasione buona, cioè dove le placche me lo consentiranno. Alla fine supererò completamente la zona delle placche e scenderò su di un ripido pendio erboso fino a raggiungere la zona di Soliva a circa 1900 m, dove passa il sentiero che porta all’Alpe di Categn, senza aver ri-toccato la cima 2078.

Seguo il sentiero ufficiale fin sotto la verticale della Bocchetta della Molinera, poi salgo su terreno libero incrociando per due volte una traccia. Vorrei piegare direttamente verso la vetta della Cima di Doia, ma alla fine mi ritrovo alla Bocchetta della Molinera (2153 m). Questo mi dà però l’opportunità di percorrere anche “l’altra cresta”, quella WNW. Qui le difficoltà sono minime, e un ultimo tratto di facile arrampicata (I) mi consegna l’agognata vetta principale della Cima di Doia (2195 m). Non c’è nemmeno l’ometto, in fretta e furia (è già tardi ma non vorrei rinunciare alla terza cima prevista) ne costruisco uno io, poi torno alla Bocchetta della Molinera e da lì senza difficoltà raggiungo la vetta del Pizzo Molinera (2292 m). Sorpresa: dietro l’ometto si nasconde un magnifico stambecco! Con tutta calma lo stambecco si dirige sul versante nord, ogni tanto gli scappa una zampa, e io comincio a pensare che sia zoppo. Invece, arrivato sulle placche le discende con eleganza e maestria, seppur lentamente. Ora afferro: non è malato, sente soltanto il peso degli anni! All’alba delle tre di pomeriggio mi concedo la birra di vetta e riprendo le forze con un po’ di cibo. Scendendo incrocio ancora lo stambecco che nel frattempo si è spostato a S della cima e si dirige verso la bocchetta, dove anch’io sono diretto. Lo osservo bene: non zoppica affatto, se la sta solo prendendo comoda.

Con qualche tentennamento (Alpe di Categn? No, Alpe di Doia. No, forse è meglio l’Alpe di Categn…)  raggiungo l’Alpe di Categn (1874 m) ed infatti, da lì,  il tratto che mi riporta a Fümegn si rivela molto breve. Da qui seguo il sentiero dell’andata ed in breve rieccomi all’auto.

Escursione stupenda, come sempre in tutti i casi in cui una cima si rivela “sudata”. Ora che l’ho fatta, sono molto contento di aver percorso quasi tutta (esclusi i due denti che anticipano la cima) la cresta della Cima di Doia compresa tra la Bocchetta di Doia e la Bocchetta della Molinera.

La stessa gita, toccando tutte le 3 cime, fatta “senza invenzioni”, cioè salendo la Cima di Doia dalla Bocchetta della Molinera si sarebbe limitata ad un T4 – I, con 1500 metri di dislivello e 6 ore e 30 di marcia.
Un grazie a Zaza e a chaeppi per le loro relazioni sul tema, che, come spesso accade, ho letto (e apprezzato) solo al mio ritorno a casa.

 

 

Tempi di percorrenza: 9 ore. Dettaglio:

Valle della Camana – Cramalina d’Arbeia: 3 ore

Cima di Doia, cresta ESE con Cima di Doia ESE e freccia 2175: 2 ore e 30’

Soliva – Cima di Doia (vetta): 1 ora

Cima di Doia, vetta – Pizzo Molinera: 30’

Pizzo Molinera – Valle della Camana : 2 ore

 

 

 


Tourengänger: tapio


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Kommentare (16)


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pm1996 hat gesagt:
Gesendet am 25. Oktober 2012 um 13:37
Bell' ambiente e bel giro...e belle foto.
Ciao Paolo

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. Oktober 2012 um 14:26
Grazie Paolo, molto gentile! Penso sia una zona che potrebbe piacere anche a te, visto quello che fai di solito in montagna...

Ciao, Fabio

beppe hat gesagt:
Gesendet am 25. Oktober 2012 um 15:49
Bel giro colori stupendi complimenti Fabio.
Ciao
Beppe

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. Oktober 2012 um 16:53
Grazie mille, Beppe.
Purtroppo il grosso dei "colori stupendi" non sono riuscito a documentarlo, perchè il bosco di fondovalle era senza raggi del sole sia al mattino presto che al pomeriggio inoltrato, cioè nelle due occasioni in cui sono passato io.
Comuque fortunatamente si intravede lo stesso qualcosa.

Ciao, Fabio

adrimiglio hat gesagt:
Gesendet am 25. Oktober 2012 um 16:31
Ciao Fabio

tutto spettacolare come sempre, escursione, descrizione, e foto, a proposito guardando la foto dello stambecco mi sembra di vedere l'occhio biancastro, che fosse cieco da quell'occhio?

BRAVISSIMO!

Adry

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. Oktober 2012 um 17:00
Ciao Adry, grazie mille, gentilissimo!
Ho notato anch'io dalle foto quel particolare (dal vivo naturalmente non mi ero accorto): la cosa è abbastanza plausibile se non addirittura probabile, visto che l'andatura dello stambecco era davvero lenta. Però la direzione la teneva benissimo, quindi probabilmente, come dici tu, poteva essere un problema limitato, fortunatamente, a quell'unico occhio. Chissà...

Ciao, Fabio

tignoelino hat gesagt:
Gesendet am 25. Oktober 2012 um 18:23
Complimenti al costruttore di ometti!!!
(l' ho già fatto anch' io).
ciao, Fabio.
roby

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. Oktober 2012 um 18:38
Grazie Roby!
L'ometto non è bellissimo, ma almeno la cima andava sottolineata, e il materiale a disposizione nelle vicinanze non era poi tanto...

Ciao, Fabio

ciolly hat gesagt:
Gesendet am 25. Oktober 2012 um 22:08
Ciao Fabio
Anche questa volta ci proponi un altro bellissimo itinerario, come del resto anche le foto, nella tua terra di conquiste.
Ma se vai ancora avanti con questo passo, tra non molto, finiranno anche le Cime del Ticino... E Dopo???

Saluti by Ciolly

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. Oktober 2012 um 22:34
Ciao Ciolly, grazie mille! Molto gentile!
Adesso arriva la neve, un certo tipo di cime - almeno io - me le scordo... Comunque le cime del Ticino sono più di 700 e alcune (Ciavena Alta, Punta di Val Scaradra, Rosso, e tante altre...) sono fuori dalla mia portata. In ogni caso c'è sempre l'Ossola (chissà quante saranno, tutte assieme?), la Mesolcina, etc etc penso che il problema non si porrà mai!

Ciao, Fabio

Laura. hat gesagt:
Gesendet am 26. Oktober 2012 um 09:49
impossibile non complimentarsi!
Ps. anch'io solitamente le relazioni le cerco e leggo una volta tornata a casa...anche se faccio un viaggio faccio la stessa cosa...quasi più a cercare conferme che imput.
ciaociao

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. Oktober 2012 um 10:30
Grazie Laura, gentilissima!
Sarà forse amore per l'avventura? Comunque HIKR va bene anche per cercare conferme :-)), già questo mi sembra un nobile scopo...

Ciao, Fabio

veget hat gesagt:
Gesendet am 26. Oktober 2012 um 14:15
Ciao Fabio,quando arrivo per ultimo,nel vedere la Tue gite,non riesco ad aggiungere una parola di elogio o di meraviglia.
mi aggrego, con piacere a quelli che mi hanno pèreceduto,e
tenere conto dalle tue relazioni,per arrivare almeno,a qualche colle,delle valli Ticinesi,che un poco poco....conosco.
Il prossimo rapporto mio è in val Verzasca(lentamente, ma riuscirò!!!!)
poi l'ennesima Zeda (ieri)evidenziando alcuni particolari(se avrò pazienza)
Complimenti e Bravo
Eugenio.

tapio hat gesagt:
Gesendet am 26. Oktober 2012 um 15:19
Ciao Eugenio, le tue parole di elogio mi fanno molto piacere!
Aspetto di vedere il tuo rapporto sulla Verzasca e anche quello sulla Zeda, che è sempre bellissima, in ogni stagione.
Grazie e a presto,
Fabio

lebowski hat gesagt: Medaglia d'oro
Gesendet am 27. März 2018 um 11:12
La precisione di un geologo, la tenacia di un esploratore dell'800, l'energia di un montanaro purosangue. La medaglia d'oro della tenacia è tua senza dubbio.
Diversamente dallo stambecco a te il passare del tempo infonde nuove energie!
Complimenti per la bella avventura, invenzioni e birra compresi.

tapio hat gesagt: RE:Medaglia d'oro
Gesendet am 27. März 2018 um 16:26
Grazie mille Luca,
riguardo al passare del tempo c’è da aggiungere che dalla pubblicazione di questa relazione ad oggi sono trascorsi quasi sei anni: non so se la situazione sia ancora la stessa… Le energie si possono sempre scovare in angoli insospettabili, ma il tempo scorre per tutti. In ogni caso grazie ancora per le tue sempre mirabili parole. (Tra l’altro sono tornato nella stessa zona nel settembre dell’anno scorso e qui sulle pendici della Cima di Catögn ho ritrovato lo stesso stambecco: sempre più lento, malato ed ipovedente, ma vivo. Vivo e vegeto.)


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