Resegone per il canalone di Val Nigra
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ivanbutti Per l'escursione infrasettimanale accetto l'invito di Max di salire la mattina presto il Resegone partendo da Erve. Così poco dopo le 06.00 siamo già pronti per partire. Nel primo tratto seguiamo la larga mulattiera (ripidissima in un breve tratto) che costeggia il torrente Gallavesa; attraversato il rio essa diventa poi un sentiero, sul quale procediamo sino ad un bivio dove decidiamo di prendere il sentiero n°11, che passando per il Praa di Ratt porta in modo più veloce alla Capanna Alpinisti Monzesi. Dopo poco capiamo perchè di qui la via è più veloce: il sentiero sale molto ripido e, nonostante siano le 06.30, il sudore incomincia a scendermi copioso dalla testa. In prossimità della capanna per fortuna spiana un pò, e poi arrivati alla Monzesi ci riposiamo cinque minuti durante i quali mi scolo quasi un litro di liquidi!
Max, che ha preparato l'itinerario, imbocca poi il sentiero che entra nel canalone di Val Nigra, dove un cartello con un pò di esagerazione riporta 1h 55' per il Rifugio Azzoni. Qui ora risaliamo prevalentemente nel centro del canalone, con bei tratti di arrampicata facile su roccette quasi tutte molto ricche di appigli. Ora il clima è più fresco, e comunque si avanza meno spediti in quanto occorre un minimo di attenzione. Meglio così, l'ambiente mi piace, questo tipo di risalita mi diverte e non sudo più copiosamente come prima. Il Rifugio Azzoni appare diritto proprio sopra le nostre teste; pian piano risaliamo tutto il canalone sino ad intercettare il sentiero 1 che sale dal parcheggio funivia dei piani d'Erna. In breve siamo all'Azzoni e da lì alla vetta, dove arriviamo dopo poco meno di 3 ore con nubi basse che ci avvolgono; pazienza, non ci aspettavamo comunque di trovare particolarmente limpido.
Dopo 10-15 minuti di sosta ripartiamo; Max per il ritorno propone un altro itinerario, così percorriamo per un 15-20 minuti il sentiero 1 a ritroso, fino a quando incontriamo un cartello che ci indica il sentiero della Staffa, che imbocchiamo. Questo è un sentiero di raccordo, abbastanza poco frequentato e con un pò di erba ed arbusti che in qualche punto infastidiscono, ma comunque fattibilissimo da chiunque. Oltretutto dopo un pò ci imbattiamo in una allegra famigliola di camosci che, per nulla intimorita dalla ns. presenza, si lascia fotografare da Max piuttosto da vicino. Arriviamo così al rifugio Ghislandi e al Passo del Fò, dopo essere transitati dall'attacco della ferrata del Centenario e di un altro interessante sentiero attrezzato del quale ho preso nota mentalmente.
Da lì in breve si ritorna alla Monzesi, dove ci fermiamo per una media alla spina che beviamo nonostante la qualità non ci soddisfi. Per il rientro anzichè passare dal Praa di Ratt come all'andata facciamo il girò più largo e meno ripido che passa dalla Fonte di S. Carlo.
Poco dopo mezzogiorno siamo all'auto e ritorniamo velocemente, perchè Max deve rientrare per fare il 2° turno!!!
Comunque bell'itinerario su una montagna dove ero salito solo un paio di volte dalle vie più semplici, e che da quanto ho visto merita di essere tenuta in considerazione per i periodi più freschi dell'anno.
Massimo
Che aggiungere a quanto dettagliamente già descritto dall'amico Ivan se non un sentito grazie per avermi tenuto compagnia in questa escursione con levataccia all'alba per permettermi di tornare in tempo per la giornata lavorativa. Divertente la salita dal canalone di Valnigra anche se il sottoscritto in un paio di punti è andato un poco in affanno, meravigliosa la visione della famigliola di camosci per nulla intimorita dalla nostra presenza anche se eravamo osservati speciali.
Nota dolente dell'escursione la pessima qualità della birra bevuta presso il rifugio Alpinisti Monzesi.
Per il sottoscritto si tratta dell'ultima escursione prima di entrare a far parte della categoria degli .......anta
Max, che ha preparato l'itinerario, imbocca poi il sentiero che entra nel canalone di Val Nigra, dove un cartello con un pò di esagerazione riporta 1h 55' per il Rifugio Azzoni. Qui ora risaliamo prevalentemente nel centro del canalone, con bei tratti di arrampicata facile su roccette quasi tutte molto ricche di appigli. Ora il clima è più fresco, e comunque si avanza meno spediti in quanto occorre un minimo di attenzione. Meglio così, l'ambiente mi piace, questo tipo di risalita mi diverte e non sudo più copiosamente come prima. Il Rifugio Azzoni appare diritto proprio sopra le nostre teste; pian piano risaliamo tutto il canalone sino ad intercettare il sentiero 1 che sale dal parcheggio funivia dei piani d'Erna. In breve siamo all'Azzoni e da lì alla vetta, dove arriviamo dopo poco meno di 3 ore con nubi basse che ci avvolgono; pazienza, non ci aspettavamo comunque di trovare particolarmente limpido.
Dopo 10-15 minuti di sosta ripartiamo; Max per il ritorno propone un altro itinerario, così percorriamo per un 15-20 minuti il sentiero 1 a ritroso, fino a quando incontriamo un cartello che ci indica il sentiero della Staffa, che imbocchiamo. Questo è un sentiero di raccordo, abbastanza poco frequentato e con un pò di erba ed arbusti che in qualche punto infastidiscono, ma comunque fattibilissimo da chiunque. Oltretutto dopo un pò ci imbattiamo in una allegra famigliola di camosci che, per nulla intimorita dalla ns. presenza, si lascia fotografare da Max piuttosto da vicino. Arriviamo così al rifugio Ghislandi e al Passo del Fò, dopo essere transitati dall'attacco della ferrata del Centenario e di un altro interessante sentiero attrezzato del quale ho preso nota mentalmente.
Da lì in breve si ritorna alla Monzesi, dove ci fermiamo per una media alla spina che beviamo nonostante la qualità non ci soddisfi. Per il rientro anzichè passare dal Praa di Ratt come all'andata facciamo il girò più largo e meno ripido che passa dalla Fonte di S. Carlo.
Poco dopo mezzogiorno siamo all'auto e ritorniamo velocemente, perchè Max deve rientrare per fare il 2° turno!!!
Comunque bell'itinerario su una montagna dove ero salito solo un paio di volte dalle vie più semplici, e che da quanto ho visto merita di essere tenuta in considerazione per i periodi più freschi dell'anno.
Massimo
Che aggiungere a quanto dettagliamente già descritto dall'amico Ivan se non un sentito grazie per avermi tenuto compagnia in questa escursione con levataccia all'alba per permettermi di tornare in tempo per la giornata lavorativa. Divertente la salita dal canalone di Valnigra anche se il sottoscritto in un paio di punti è andato un poco in affanno, meravigliosa la visione della famigliola di camosci per nulla intimorita dalla nostra presenza anche se eravamo osservati speciali.
Nota dolente dell'escursione la pessima qualità della birra bevuta presso il rifugio Alpinisti Monzesi.
Per il sottoscritto si tratta dell'ultima escursione prima di entrare a far parte della categoria degli .......anta
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