Zucco Barbesino, 2152 m.
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Finalmente ho due giorni di bel tempo e senza impegni improrogabili.
Questa gita era in programma per la settimana scorsa, ma un impegno imprevisto mi ha costretto a rimandarla; mi sono accontentato di una passeggiata ai Piani di Artavaggio, al ritorno della quale scopro che il parcheggio della funivia adesso è riservato agli utenti, ma non ho trovato multe.
Oggi lascio l'auto in un parcheggio più piccolo, davanti al municipio, ma più vicino al sentiero.
Lo scorso anno, andando dal Cazzaniga verso la Corna Grande, osservavo il versante est dello Zucco Barbesino; la salita sembrava fattibile, ma non vedevo sentieri. Tornato a casa ho fatto una ricerca su internet, trovando un paio di relazioni dove salgono dal Rif. Lecco.
Oggi verifico queste descrizioni.
È una giornata di novità: sentiero nuovo; cima nuova; rifugio nuovo, nel senso che non ci ho ancora dormito, ma lo hanno anche ristrutturato recentemente.
Inizio la salita sul solito sentiero per Artavaggio; dopo circa 40 minuti si trova una fontana e qui c'è il bivio per i Piani di Bobbio. Il sentiero sale comodo, prima nel bosco, poi arrivati alla Baita Pesciola Bassa, dove c'è un'altra fontana, si prosegue per pascoli fino alla Bocchetta di Pesciola, e poco dopo al Rifugio Lecco.
Fino a qui 2 ore 40 minuti.
20 minuti di sosta, mi rimetto in marcia, cercando di ricordare le relazioni, che ho lasciato a casa.
Attraverso la pista da sci e risalgo sulla sinistra fino ad una casetta di legno; poco prima, su una roccia, ci sono ben evidenti i bolli che indicano il sentiero.
Salgo brevemente verso sinistra, supero una cresta e subito dopo c'è una grande dolina; poco sopra si trova un bivio: secondo le relazioni a sinistra è più facile, a destra più impegnativo.
Prendo il sentiero di destra; segue una cengia erbosa sul versante sud, che attraversa alcuni canaloni; superato il secondo canalone, il sentiero diventa ancora più stretto e scivoloso per l'erba; c'è una fune metallica, però essendo solo preferisco tornare indietro e cercare il sentiero più facile.
Tornato al bivio vedo un escursionista che sale verso sinistra; lo seguo con calma.
Qui il sentiero è più comodo, sale per prati e rocce in ambiente carsico; una breve variante in un facile caminetto, poi si arriva sulla cima larga ed erbosa; 1 ora 40 minuti dal rifugio; sarebbe 1 ora prendendo direttamente il più facile.
Mi viene un dubbio: poco oltre c'è un altro cocuzzolo poco più alto, separato da una profonda spaccatura; l'altro escursionista mi dice che il Barbesino è quello dove siamo arrivati noi, cosa poi confermata anche dai rifugisti.
Guardando giù dall'altro lato si vede un sentierino che sale, ma non si capisce dove sia l'inizio.
Sosta per il pranzo, ammirando le vicine cime dello Zuccone Campelli, Zucco di Pesciola e altre che non conosco.
Discesa con molta calma, il tempo non mi manca, ed in 1 ora sono al Rifugio.
Un po' di riposo, poi passo il resto del pomeriggio vagando nei dintorni.
Il giorno dopo, per prima cosa, vado a dare un'occhiata alla Torre dei Camosci, una struttura a pochi minuti dal rifugio con brevi e facili vie di arrampicata (III - IV), adatta a bambini e principianti, ma anche a chi volesse riprendere ad arrampicare.
Tornato al rifugio mi incammino verso il Cazzaniga, per il Sentiero degli Stradini; qui mi fermo un po' a chiacchierare con i gestori, quindi riprendo la discesa, con sosta pranzo all'ombra dell'Albergo Sciatori. Per chi fosse interessato, un avviso dice che la strada per Culmine San Pietro è chiusa ai pedoni durante la settimana, per lavori.
Arrivato al bivio con la fontana, breve sosta, una rinfrescata, poi proseguo la discesa fino a Moggio, 4 ore 30 minuti dal Rif. Lecco.
La salita allo Zucco Barbesino può essere tranquillamente fatta in giornata.
Alla prossima
Ciao
Stefano
Questa gita era in programma per la settimana scorsa, ma un impegno imprevisto mi ha costretto a rimandarla; mi sono accontentato di una passeggiata ai Piani di Artavaggio, al ritorno della quale scopro che il parcheggio della funivia adesso è riservato agli utenti, ma non ho trovato multe.
Oggi lascio l'auto in un parcheggio più piccolo, davanti al municipio, ma più vicino al sentiero.
Lo scorso anno, andando dal Cazzaniga verso la Corna Grande, osservavo il versante est dello Zucco Barbesino; la salita sembrava fattibile, ma non vedevo sentieri. Tornato a casa ho fatto una ricerca su internet, trovando un paio di relazioni dove salgono dal Rif. Lecco.
Oggi verifico queste descrizioni.
È una giornata di novità: sentiero nuovo; cima nuova; rifugio nuovo, nel senso che non ci ho ancora dormito, ma lo hanno anche ristrutturato recentemente.
Inizio la salita sul solito sentiero per Artavaggio; dopo circa 40 minuti si trova una fontana e qui c'è il bivio per i Piani di Bobbio. Il sentiero sale comodo, prima nel bosco, poi arrivati alla Baita Pesciola Bassa, dove c'è un'altra fontana, si prosegue per pascoli fino alla Bocchetta di Pesciola, e poco dopo al Rifugio Lecco.
Fino a qui 2 ore 40 minuti.
20 minuti di sosta, mi rimetto in marcia, cercando di ricordare le relazioni, che ho lasciato a casa.
Attraverso la pista da sci e risalgo sulla sinistra fino ad una casetta di legno; poco prima, su una roccia, ci sono ben evidenti i bolli che indicano il sentiero.
Salgo brevemente verso sinistra, supero una cresta e subito dopo c'è una grande dolina; poco sopra si trova un bivio: secondo le relazioni a sinistra è più facile, a destra più impegnativo.
Prendo il sentiero di destra; segue una cengia erbosa sul versante sud, che attraversa alcuni canaloni; superato il secondo canalone, il sentiero diventa ancora più stretto e scivoloso per l'erba; c'è una fune metallica, però essendo solo preferisco tornare indietro e cercare il sentiero più facile.
Tornato al bivio vedo un escursionista che sale verso sinistra; lo seguo con calma.
Qui il sentiero è più comodo, sale per prati e rocce in ambiente carsico; una breve variante in un facile caminetto, poi si arriva sulla cima larga ed erbosa; 1 ora 40 minuti dal rifugio; sarebbe 1 ora prendendo direttamente il più facile.
Mi viene un dubbio: poco oltre c'è un altro cocuzzolo poco più alto, separato da una profonda spaccatura; l'altro escursionista mi dice che il Barbesino è quello dove siamo arrivati noi, cosa poi confermata anche dai rifugisti.
Guardando giù dall'altro lato si vede un sentierino che sale, ma non si capisce dove sia l'inizio.
Sosta per il pranzo, ammirando le vicine cime dello Zuccone Campelli, Zucco di Pesciola e altre che non conosco.
Discesa con molta calma, il tempo non mi manca, ed in 1 ora sono al Rifugio.
Un po' di riposo, poi passo il resto del pomeriggio vagando nei dintorni.
Il giorno dopo, per prima cosa, vado a dare un'occhiata alla Torre dei Camosci, una struttura a pochi minuti dal rifugio con brevi e facili vie di arrampicata (III - IV), adatta a bambini e principianti, ma anche a chi volesse riprendere ad arrampicare.
Tornato al rifugio mi incammino verso il Cazzaniga, per il Sentiero degli Stradini; qui mi fermo un po' a chiacchierare con i gestori, quindi riprendo la discesa, con sosta pranzo all'ombra dell'Albergo Sciatori. Per chi fosse interessato, un avviso dice che la strada per Culmine San Pietro è chiusa ai pedoni durante la settimana, per lavori.
Arrivato al bivio con la fontana, breve sosta, una rinfrescata, poi proseguo la discesa fino a Moggio, 4 ore 30 minuti dal Rif. Lecco.
La salita allo Zucco Barbesino può essere tranquillamente fatta in giornata.
Alla prossima
Ciao
Stefano
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stefano58
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