I tre Corti della Bèdu


Publiziert von Zanna , 19. April 2012 um 22:33.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:23 November 2011
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Castello 
Zeitbedarf: 5:00
Aufstieg: 1100 m
Abstieg: 1100 m
Strecke:Mulini - Cogliata - Bèdu (1607m) - Cogliata - Mulini
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Automobile: seguire la cantonale Locarno - Bignasco. A Bignasco deviare verso Cavergno. Poco prima del paese prendere a sinistra la strada della Val Bavona e seguirla per 2 km circa fino ai Mulini. Tasporti pubblici: da Locarno autobus per la Vallemaggia, stazione terminale Bignasco. In novembre non vi sono corse verso la Valle Bavona.
Kartennummer:Quadracept 1:25000, foglio Alta Vallemaggia

Visto che per i prossimi giorni si preannuncia un cambiamento del tempo, decido di dedicare una delle ultime giornate miti di questo favoloso autunno alla scoperta di un luogo che da tempo sogno di raggiungere: i tre corti dell'Alpe della Bèdu.
Si tratta di un alpe miserissimo, abbarbicato sopra gli strapiombi e povero di pascoli. Anche l'acqua quassù giungeva sulle spalle degli alpigiani !

Si parte in località “Mulini”, all’imbocco della Val Bavona, a circa 2 km da Cavergno. Sulla sinistra c’è un ponte sulla Bavona, sulla destra, accanto a una costruzione, una breve scala in cemento porta all’inizio del sentiero. Il sentierino poco visibile sale gradualmente nel bosco avvicinandosi alla parete denominata Corona Nera, sopra la quale si trova il monte della Cogliata. Giunti poco sotto la parete, la traccia ora più marcata prosegue quasi pinaneggiante in direzione est giungendo all’inizio della vera e propria salita.
Il sentiero inizia con un ripido tratto lungo scale d’alluminio e di sasso. In seguito, tratti quasi pianeggianti si alternano a tratti anche un po’ esposti in parte attrezzati con corde fisse. S'incontra anche una spettacolare placconata che si attraversa facilmente grazie a qualche tacca e a ferri fissati nella roccia. Si giunge così, accompagnati da qualche segnavia blu, alla Cogliata, un monte particolarmente curato.

Risalgo il prato verso nordovest fini a un punto panoramico, che mi regala un incontro ravvicinato con un gruppetto di stambecchi. Ora si risale verso destra il crinale per qualche decina di metri prima di rientrare nel bosco, dove riappare il sentiero. Oltrepassato un vecchio cancello metallico, e per un breve passaggio un po’ delicato (specie in caso di terreno umido) giungo al canale, dove si trova anche una presa d’acqua.
Il sentiero sporadicamente marcato in blu prosegue verso il Monte di Dentro. Per recarsi alla Bèdu, invece, dopo aver attraversato il canale si scende per qualche decina di metri lungo il crinale al suo lato opposto fin quando a destra s’intravvede il passaggio che, grazie ai resti di una vecchia scala, permette di immettersi nel canale del Cavürgh. Superata questa scala, si attraversa in leggera discesa il pendio per dirigersi verso il canale detritico situato poco sotto la coordinata 135 della carta nazionale (è quello più largo, a sinistra guardando verso l’alto). Si risale questo canale fino a quota 1140 m circa, fin quando sulla sinistra un segno rosa sbiadito pitturato su una roccia indica di essere sulla giusta via. Qui si lascia il canale e si risale a sinistra una ripida costa erbosa, puntando la regione compresa tra la “B” e la “e” di “Bèdu” segnata sulla carta nazionale 1:25000. Si giunge così alla base di una pietraia che si attraversa in lieve discesa. Qui, su un pianoro ai bordi di un dirupo, si trovano, inghiottiti dal bosco, i resti di quel che fu il Corte di Fondo della Bèdu, non marcato sulla CN.

Per proseguire verso i corti superiori, si deve ritornare per qualche decina di metri da dove si è arrivati: si riattraversa quindi la pietraia, e, praticamente senza perdere quota si prosegue fino al passaggio obbligato che permette di risalire il ripido pendio sottostante la parete sotto il terrazzo che ospita il Corte di Mezzo. Si risale questo ripido pendio per resti di scale e placche, che richiedono a tratti l’uso delle mani. Alcuni segni sulle rocce indicano la giusta direzione. Si sale ancora, fin quando in alto non si scorgono i resti di una piccola scala. Lo sbocco al pianoro soprastante è proprio lì. Lungo questo tratto, è molto importante memorizzare alcuni punti di riferimento, in quanto in discesa il percorso non è evidente da trovare. Usciti sul pianoro, si svolta a sinistra e presto ecco comparire la cascina ancora discretamente conservata del Corte di Mezzo.

A partire da qui la salita diventa più semplice. Si prosegue in graduale salita nella faggeta fino ad affacciarsi sulla Valle di Larechia. Qui si svolta a destra e, seguendo il crinale verso nordest, si giunge al pianoro su cui giace la cascina del Corte di Cima della Bèdu.

Impossibile descrivere l’emozione e la gioia di essere riuscito a raggiungere al primo colpo questo posto! Ciò grazie alla precisa descrizione di Giuseppe Brenna nel suo libro dedicato agli alpi di Val Bavona. Nella cascina c’è anche un libro “di vetta”. Questo posto viene visitato da pochissime persone e nemmeno tutti gli anni !  Mi godo la pace, la soddisfazione e il panorama.

Dato che le giornate sono già molto corte, decido di tornare per la via di salita. La discesa, tra il Corte di Mezzo e il canale del Cavürgh, non è sempre evidente. Il primo punto chiave da individuare è la scaletta che poco sotto il Corte di Mezzo immette nella ripida discesa. Può rivelarsi utile segnare questo passaggio durante la salita. Dopo aver superato il passaggio obbligato a 1300 m circa, prestare attenzione a non scendere subito lungo il pendio in direzione sudest, ma abbassarsi un po’ e seguire la costa erbosa parallela sottostante. L’ultimo punto obbligato rimanente è ora la ben visibile scaletta che permette l’uscita dal Cavürgh per ricongiungersi al sentiero che scende dal Monte di Dentro verso la Cogliata. Da qui la discesa non desta più problemi di orientamento.

Si tratta di un percorso riservato a chi possiede un ottimo senso dell’orientamento e passo sicuro. Altimetro, carta 1:25000 e bussola sono indispensabili, ev. anche un cordino di qualche metro può rendersi utile.

Questa via meriterebbe di essere rivalutata fino all’Alpe di Paraula, permettendo il collegamento con la Lavizzara. Già qualche segno in più basterebbe a renderla più facile da percorrere.

Tourengänger: Zanna


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