Priafaia 940-M.te Beigua 1287 m-Grosso 1265 m-Sciguelo 1103 m e Greppino 680 m


Publiziert von cristina , 12. April 2012 um 09:32. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Ligurien
Tour Datum: 8 April 2012
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Strecke:Alpicella-Le Faie-Strada Megalitica-Monte Priafaia-Monte Beigua-Monte Grosso-Rifugio Prato Rotondo-Monte Sciguelo-Strada Megalitica-Monte Greppino-Le Faie-Alpicella
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada Milano Ventimiglia uscita Varazze. Scendere sull'Aurelia e seguire indicazioni per Sassello-Alpicella. Ad Alpicella c'è un buon posteggio, se si vuole salire alle Faie gli unici posteggi sono sui prati privati o lungo la strada.
Kartennummer:Il Parco Naturale Regionale del Monte Beigua 1:30.000


Visto le previsioni di forte vento cambiamo i nostri programmi e decidiamo per un’escursione sul Beigua anche se questa prevede un percorso di cresta, essendo però a bassa quota non dovrebbero esserci problemi.
 
Dal centro di Varazze prendiamo la strada che sale al Monte Beigua fermandoci al paese di Alpicella. Lasciamo qui l’auto e proseguiamo su strada asfaltata fino alla località le Faie, dove inizia la Strada Megalitica.Questa è una breve mulattiera lastricata delimitata a monte e a valle da muretti che furono costituiti con la cosiddetta “tecnica trilitica”: due lastroni verticali sormontati da una lastra orizzontale i cui spazi vuoti vennero riempiti con pietre più piccole. Purtroppo in gran parte è rovinata e si capisce poco di come era fatta una volta. La “Strada Megalitica” termina in un’ampia area circolare delimitata da pietre infitte nel terreno e che si suppone venisse utilizzata a scopo di rituale trovandosi di fronte al Monte Greppino noto per la sua capacità di attirare i fulmini.
 
Passata la Strada Megalitica saliamo la prima cimetta della giornata, il Monte Priafaia, salita breve ma ripidissima. Dalla cima proseguiamo per quello che credevamo fosse un sentiero di cresta, sulle nostre cartine non c’è traccia di questo percorso. Per un tratto prosegue sì in cresta poi si sposta a sx e io comincio a pensare che andrà ad innestarsi sul sentiero che parte direttamente da Alpicella. Di fatto dopo un po’ il dubbio diventa certezza, non ci sono indicazioni di sorta sul punto dove si incontrano ma, di fatto, anche se è passato del tempo da quando lo abbiamo percorso e solitamente lo facciamo con la neve, un non so che mi fa capire che qui ci siamo già passati, controlliamo sul GPS che ci conferma che siamo sul sentiero che pensavo, va beh pazienza, per cui sembra proprio che un intero sentiero di cresta che arriva al Beigua non ci sia, almeno non uno ufficiale. Incrociamo la strada asfaltata e la percorriamo per un breve tratto per poi dirigerci verso l’enorme croce che si intravvede tra gli alberi.
 
Facciamo il punto della situazione, che fare ora…dalla cartina vediamo un fantomatico monte Grosso, con relativo sentiero che ci permetterebbe di andare verso Prato Rotondo evitando le famigerate antenne del Beigua.
 
Saliamo a questo rinomatissimo Monte Grosso, c’è pure un capitello e poi seguendo il sentiero di raccordo dell’AVML cerchiamo di andare a Prato Rotondo. Il sentiero non è un granché, praticamente rimane in una specie di alveo di torrente, con relative pozze d’acqua e sassi scivolosi. Raggiungiamo un’altra strada asfaltata che seguiamo verso dx fino ad incrociare un “Sentiero Natura” che ci porta niente popò di meno che sull’altro lato delle antenne del Beigua, praticamente abbiamo girato per circa un paio d’ore per ritrovarci grosso modo al punto di partenza! La cartina riportava una cosa diversa va beh è andata così, scendiamo quindi a Prato Rotondo dove purtroppo arrivandoci le macchine troviamo di tutto e di più, persone abbigliate più per una serata di gala in centro a Milano che non per un pranzo in montagna.
 
A gambe levate ci dirigiamo verso lo Sciguelo dove al riparo di una roccetta ci apprestiamo a consumare il nostro pranzo pasquale. Che pacchia, silenzio, al riparo dal vento stiamo che è una meraviglia al sole, panorama fenomenale sulla costa, che volere di più!
 
Per la discesa torniamo brevemente sui nostri passi e prendiamo il sentiero che torna alle Faie indicato con una striscia orizzontale rossa. Al termine del sentiero incrociamo una sterrata che ci obbliga a risalire fino a riprendere la Strada Megalitica. Dato che abbiamo ancora un poco di tempo decidiamo di salire al Monte Greppino, dove non siamo mai stati, un vento tremendo non ci permette di fermarci se non qualche minuto per fare un paio di foto e ammirare il panorama dopo di che torniamo ad Alpicella.

A Varazze impieghiamo più di 20 minuti per raggiungere l’autostrada, fiumane di persone passeggiano sul lungomare. Sembra proprio  iniziata la stagione, ombrelloni e sdraio aperti e persone già intente a prendere la prima tintarella!ù

Vista da Marco27

E’ il giorno di Pasqua, mentre la maggior parte delle persone è a casa a preparare l’abbuffo  imposto dal calendario, noi siamo in giro per monti. Per fortuna abbiamo modo di constatare che non siamo gli unici balordi in giro, e che c’è comunque qualcuno che fugge dai consueti pranzi/cene/grigliate.

Optiamo per il Beigua, quando il meteo regionale ci dice che nel savonese/genovese il tempo è decisamente migliore che verso Imperia o Cuneo; peccato, un giro verso il Marguareis me lo sarei fatto volentieri.

Salendo, sbagliamo clamorosamente strada e finiamo in un prato, in cui 3 ragazzini idioti stanno facendo i pistola con le loro ridicole motorette; fanno una fumera pazzesca, e non facciamo caso al fatto che hanno acceso un fuoco. Quando se ne vanno però notiamo che il fumo resta li, e siccome è una giornata ventosa, decidiamo di andare  a vedere cosa hanno combinato sti tre babbei. Brace accesa. Io ho fato un corso antincendio proprio giovedì, e posso mettere subito in pratica gli insegnamenti: prendo la manichetta antincendio e annaffio la brace. Siccome l’unica manichetta antincendio di cui dispongo, in quel momento non concedeva grandi portate (l’avevo fatta solo un’oretta prima), la brace resta parzialmente accesa, per cui cominciamo a soffocarla con terra, sassi e tutto quello di cui disponiamo in loco. Forse non sarebbe successo nulla, o forse sarebbe andato arrosto tutto il versante sud del Beigua, non lo sapremo mai, tuttavia abbiamo avuto conferma del fatto che gli incendi della costa ligure (quelli per cui la macchia mediterranea ha ormai estinto il leccio) sono SEMPRE dovuti al comportamento sconsiderato di qualche deficiente. Preferisco non aggiungere altro.

Il giro si svolge come descritto da Cristina, fino al Rifugio Pratorotondo, dove mi sarei volentieri fermato a bere qualcosa, tuttavia quando comincio a vedere biemmevù luccicanti, tacchi 16, minigonne, cravatte e scarpe di Prada, e l’odore del bosco umido lascia spazio a quello di Chanel n°5, mi passa la sete, e decidiamo insieme che è meglio andare a rintanarsi in qualche buca dello Sciguelo, a costo di dover mangiare fra le cacche di capra. Non che non mi piacciano le minigonne, intendiamoci (anzi !) , ne che pensi che i rifugi debbano essere ad esclusivo uso dei montagnini (specie se raggiunti dall’asfalto), tuttavia mi piacerebbe trovarvi jeans e maglioni, piuttosto che sfoggio di eleganza secondo me fuori luogo.

Ad ogni buon conto, è meglio evitare petulanze, rimbrotti e pistolotti che lasciano il tempo che trovano.

Noi ci gustiamo il nostro bel panozzo accoccolati dietro un sasso vista mare, e siamo felici così, anche se Via della Spiga  è neanche un chilometro alle nostre spalle.

Tornando verso valle incontriamo qualche famigliola che ha deciso di digerire il mega pranzo, facendo quattro passi per boschi; scambiamo due parole e continuiamo il nostro cammino.
Sul lungomare di Varazze, c’è più o meno la stessa situazione di Pratorotondo (saranno gli stessi che sono scesi ?), tuttavia qui neanche si notano, se non fosse che mi tocca impiegarci venti minuti a imboccare l’autostrada. 

 
DATI GPS
Dislivello 1575 m; 30,20 km
 

Tourengänger: cristina, Marco27
Communities: Hikr in italiano


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