By patripoli
Oggi non sono proprio in forma .....
Raffreddore ..... mal di gola .....e una notte agitata che mi ha impedito di riposare come avrei dovuto.
Ma di stare a casa non se ne parla proprio .....
Un'aspirina ...... e via!
In settimana Lella ci propone di salire i tre Corni di Canzo, lasciando a ciascuno di noi l'opzione di arrivare in cima al Corno occidentale percorrendo la Ferrata del Venticinquennale o il Canalino.
Non ho dubbi ......
Scelgo la ferrata!
Quando giungiamo all'attacco della via, la parete rocciosa, pur nella sua piccolezza, ci sovrasta con la sua imponenza, suscitando in noi un misto di timore e di attrazione, di indecisione e di determinazione .....
Sembra dirci: "Eccomi qua! Salite se ne avete il coraggio."
Partiamo, nonostante tutto, con Aldo (alias Grandemago) che, da supervisore, dopo aver controllato i nostri materiali e la correttezza delle nostre manovre di assicurazione, sta lì ....... alla base della parete .... a guardarci salire, finchè non scompariamo dalla sua vista.
Procediamo in un susseguirsi di placche, cenge e camini, dove la roccia viva viene continuamente messa a nudo, rivelando la sua essenza più intima.
Toccarla è come sfiorare l'anima della montagna ....
Ancora una volta mi rendo conto che l'esperienza in montagna crea e rafforza l'amicizia e la solidarietà.
Lo dimostra il nostro procedere fianco a fianco, aspettandoci l'un l'altra e incoraggiandoci a vicenda.
Poche parole, ma che dette al momento giusto assumono un significato speciale e ci aiutano a procedere con più decisione e leggerezza fino alla fine delle catene, dove Aldo pazientemente ci aspetta con l'aria di chi già sapeva con certezza che ce l'avremmo fatta.
Raggiungiamo la cima del Corno occidentale godendoci un breve, ma meritato riposo e poi scendiamo dal Canalino, raggiungendo la Forcella dei Corni.
A questo punto è ancora Lella che incalza:
"Saliamo anche sul Corno centrale?
Sono solo 20 minuti ......"
Sa benissimo di sfondare una porta aperta e, in men che non si dica, eccoci lì, sul secondo Corno, a farci immortalare da alcuni escursionisti di passaggio.
Ci ricongiungiamo al resto del gruppo che, nei pressi del Rifugio S.E.V., sta godendosi questa bella giornata di sole di fine inverno.
Magari ci scappa anche un po' di tintarella!
Dopo la sosta pranzo non ci resta che l'attacco al terzo e ultimo Corno, quello orientale, e poi scendiamo senza fretta verso valle attraversando boschi ricchi di fioriture, un anticipo della primavera che sta per arrivare, i cui segni sono palpabili, ma che ancora non si mostra in tutta la sua rigogliosità.
Anche oggi è stata un'altra full immersion nelle Prealpi, una meta ideale per questa stagione, una destinazione che può sembrare un po' scontata, ma capace di riservare sempre piacevoli sorprese.
Godiamoci quindi queste Prealpi finchè possiamo, perchè presto il caldo le renderà impraticabili!
By grandemago
La spedizione per la conquista dei Corni inizia di mattino presto.
Siamo in otto donne determinate......No, non sto facendo outing, ma mi sono talmente amalgamato con loro e i loro discorsi che mi sento come loro. Nel caso tuttavia mi vedeste fare pipi seduto avvisatemi!
Risaliamo la splendida Val Ravella, superiamo la Terz’Alpe e ci portiamo tutte all’attacco della ferrata.
Tanti anni fa per Lella e me questa era stata la nostra prima ferrata......e la nostra prima “pirlata”, avendola salita senza imbrago.
Nel complesso era facile, ma superare la prima placca non ancora addomesticata dai pioli, devo ammettere che un po di “cagotto” mi è venuto.
Lella, Isi e Patri, dopo qualche esitazione, salgono come tre gattoni alla conquista del Corno Occidentale.
Vederle è uno spettacolo!!!
Io e Lumi invece saliamo per il Canalino e subito vediamo sbucare Lella in cresta......già fatto?????......Azz.....!!!
Giusy e Marica sono rimaste sotto il canalino a guardarci le spalle, mentre Memi si è portata direttamente a presidiare il rifugio S.E.V.
Scesi alla Forcella dei Corni, Lumi si unisce ai tre gattoni e insieme conquistano anche il Corno Centrale.
Io, con l’alibi.....ops, con il compito di far la guardia agli zaini, rimango alla Forcella fino al loro ritorno.
Per il rancio ci ritroviamo tutte quante alla madonnina.
Dopo la sosta ripartiamo per l’ultimo obiettivo, il Corno Orientale, che facciamo nostro senza sforzo alcuno.
Soddisfatti per la triplice conquista ed esaurito il nostro compito, scendiamo gioiosi all’Acqua del Fò, raggiungiamo nuovamente la Terz’Alpe, poi Prim’Alpe e infine per lo “Spaccasassi” ritorniamo alla base.
Anche oggi abbiamo giocato, abbiamo scherzato e non ci siamo assolutamente sentiti in guerra con la montagna, ma ci siamo mescolati con Lei.
Siamo pacifisti, anche se personalmente qualcuno lo vedrei volentieri appeso per gli zebedei....
I nostri nemici non sono il caldo, il freddo, la fatica per raggiungere una meta. I nostri nemici sono quelli che ci vogliono trasformare da esseri umani a “voce di bilancio”!
P.S. Speravo tanto che Zumthorn fosse figlio unico e non conoscesse l'italiano!
By lumi
Oggi mi sento un viaggiatore senza meta, con la voglia forte di respirare aria di montagna, ma con un fisico lento, stanco....come se nel corpo ci fossero due esseri opposti... uno che dice si, l’altro no ..uno va di qui...l’altro di là...
I Corni di Canzo, con l’opzione la ferrata Venticinquennale...una delle mie prime ferrate fatta tre anni fa.
Mi trovo ai piedi della parete, con movimenti lenti mi metto l’imbrago, sento una sensazione bizzarra, il corpo soffre un calo di temperatura e comincio a tremare..perdo le mani...sono diventate bianche...con difficoltà chiudo il casco, prendo un bel respiro e...
Inizio in un modo in apparenza confuso, da un lato vedo la placca gigante davanti a me, d’altro mi rendo incapace di orientarmi, non riesco neppure a immaginarmi quale fosse la linea giusta da seguire dopo l’attacco. Le mani sono gelate, non ho più la sensibilità, non riesco attaccarmi alla catena (troppo grossa per le mie piccole mani), gli appigli sembrano cosi piccoli per le punte..
Vado avanti qualche metro e poi mi fermo, cerco di calmarmi...Dopo alcune riflessioni ed esitazioni....l’unica certezza su cui posso contare è....oggi non è la giornata per la ferrata...
Scendo, do un ultimo sguardo alla parete e poi chiudo gli occhi ..sono delusa, una marea di frustrazioni, di malinconia, di incertezza, se avessi proseguito ancora un po’...di immagini passate quando la feci...
Aldo si avvicina e mi abbraccia ....’’E’ molto importante sapere quando rinunciare, vedrai anche il Canalino è divertente, ti piacerà’’...a denti stretti, lo seguo in silenzio...
Raggiungiamo il primo canalino roccioso poco inclinato, lo salgo come un gatto.. comincio a ritrovare la gioia...Al secondo canalino roccioso, molto ripido ed alto circa 25-30 metri, trovo la solitudine, sono spensierata...
In cima all' Occidentale c’è la calma, la pace infinita che si insinua nel cuore. Sto godendo lo spettacolo delle rocce.. il fascino di una deliberata sfida ai principi di stabilita. Queste grandi masse di roccia sembrano essere state infilate nel contesto da un arte diabolica anziché dalle forze di sollevamento e di erosione...magnifica natura...con i suoi misteri...
Il Centrale, a due passi, ci sorride, le emozioni sono sempre le stesse ma nuove, perché la semplicità e la forza della montagna ti sorprendono e ti commuovono...
E poi…la giornata continua in bellezza…camminare ‘’ad occhi aperti’’, fermarsi, osservare, ascoltare, odorare, assaporare, abbracciare…
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