Cima di Piazzo 2057 m
|
||||||||||||||||||
Altro cambio di programma.
Dopo e-mail e telefonate con heliS nei giorni precedenti, per cercare di organizzare la traversata Asso-Como con i mezzi, ora ho trovato il modo di farla senza diventare pazzi, sarà per un’altra volta. In ogni caso domenica mattina arriva un sms che mi dice, come temevamo, che non sta bene. Gomitata a Marco, che famo? E’ presto e la risposta non può che essere: “mmmmmmmmmmmm, se non viene niente treno, facciamo altro”, è più o meno quello che ho capito tra un borbottio e l’altro, e poi riprende a dormire. Ok facciamo altro, ma cosa? Ripunto la sveglia e penso….con il nostro potente mezzo non possiamo osare molto per cui non ci resta che andare ad Artavaggio o Resegone.
Risuona la sveglia, altro mmmmmmmmmmm ma questa volta apre gli occhi gli dico cosa ho pensato, gli vanno bene entrambi. Ok cerchiamo di deciderci però…. va beh dai cominciamo ad alzarci, metterci in movimento, tanto la strada è la stessa, decideremo strada facendo.
Alla fine Artavaggio, sono anni che non saliamo alla cima di Piazzo, il sito dei piani promette neve polverosa e sole, visto le temperature la cosa non guasta.
Lasciamo l’auto alla funivia di Moggio e scendiamo al posteggio sulla strada per il Culmine di San Pietro, e prendere così il sentiero 23. Poco prima dei Piani si raggiunge un vecchio caseggiato, poco dopo si può cominciare a salire sulla sx, non so se c’è un sentiero ufficiale o solo una traccia, l’abbiamo fatto solo con la neve, di certo ci deve essere passaggio perché anche con la neve si vede una specie di traccia che sale a zig-zag e poco dopo si trova un cartello con l’indicazione rifugio Cazzaniga, si entra così in quello che i locali chiamano vallone. Le tracce che ora intravvediamo sono numerose, il rifugio è già ben visibile in alto alla nostra dx. Decidiamo però di seguire la traccia che passa direttamente sotto la Cima di Piazzo restando il più a lungo possibile fuori dal marasma che sicuramente troveremo. Arriviamo così proprio sotto la sorta di “canale” che si risale per la cima di Piazzo quando si vuole evitare il lungo traverso più in alto. Raggiunto il traverso andiamo a prendere la cresta lasciando così il pistone di sci e ciaspole, la cresta sembra più la via pedonale visto che ci sono solo impronte di scarponi e, di fatto, qui ci siamo solo noi e un altro gruppetto, gli unici senza sci o ciaspole che francamente servono a poco. Raggiungiamo l’affollata cima, altro incontro con persone conosciute!
Sosta chiacchiera, te e cioccolatino e poi mentre le nuvole salgono imperterrite da valle cominciamo la discesa. Il Rifugio Cazzaniga è pieno come un uovo, si vedeva anche dall’alto dal numero di ciaspole e sci all’esterno, ci spostiamo al Nicola dove almeno qualche panca all’esterno è libera, nevischia ma non fa freddissimo, e il sole promesso che fine ha fatto?!?! Riusciamo a mangiare qualcosa senza congelarci troppo. Altro incontro, e sono tre, tutti qui oggi! Entriamo al rifugio per un caffè, riprendere calore e fare pipì cosa che io riesco a fare ma Marco neanche ci prova.
La discesa dal rifugio la facciamo praticamente di corsa, raggiungiamo i tapis-roulant e manchiamo la pedonata, il gestore dell’impianto ci urla che per la funivia stiamo sbagliando, ma che funivia! Noi non vogliamo andare alla funivia, ma allora stiamo sbagliando lo stesso perché siamo sulla pista, ci scusiamo e andiamo a prendere la pedonata, il gestore sembra sorpreso del fatto che risaliamo eludendo il suo consiglio di stare a bordo pista e ci ringrazia.
Riprendiamo il sentiero al bivio stiamo alti sul 24 più panoramico e meno ripido e torniamo al posteggio e quindi risaliamo alla funivia.
Al momento si cammina benissimo senza ciaspole, la neve per chi preferisce camminare senza quei ciabattoni è perfetta, ottima traccia e niente ghiaccio!
DATI GPS
Dislivello 1369 m – km 15,61
Dopo e-mail e telefonate con heliS nei giorni precedenti, per cercare di organizzare la traversata Asso-Como con i mezzi, ora ho trovato il modo di farla senza diventare pazzi, sarà per un’altra volta. In ogni caso domenica mattina arriva un sms che mi dice, come temevamo, che non sta bene. Gomitata a Marco, che famo? E’ presto e la risposta non può che essere: “mmmmmmmmmmmm, se non viene niente treno, facciamo altro”, è più o meno quello che ho capito tra un borbottio e l’altro, e poi riprende a dormire. Ok facciamo altro, ma cosa? Ripunto la sveglia e penso….con il nostro potente mezzo non possiamo osare molto per cui non ci resta che andare ad Artavaggio o Resegone.
Risuona la sveglia, altro mmmmmmmmmmm ma questa volta apre gli occhi gli dico cosa ho pensato, gli vanno bene entrambi. Ok cerchiamo di deciderci però…. va beh dai cominciamo ad alzarci, metterci in movimento, tanto la strada è la stessa, decideremo strada facendo.
Alla fine Artavaggio, sono anni che non saliamo alla cima di Piazzo, il sito dei piani promette neve polverosa e sole, visto le temperature la cosa non guasta.
Lasciamo l’auto alla funivia di Moggio e scendiamo al posteggio sulla strada per il Culmine di San Pietro, e prendere così il sentiero 23. Poco prima dei Piani si raggiunge un vecchio caseggiato, poco dopo si può cominciare a salire sulla sx, non so se c’è un sentiero ufficiale o solo una traccia, l’abbiamo fatto solo con la neve, di certo ci deve essere passaggio perché anche con la neve si vede una specie di traccia che sale a zig-zag e poco dopo si trova un cartello con l’indicazione rifugio Cazzaniga, si entra così in quello che i locali chiamano vallone. Le tracce che ora intravvediamo sono numerose, il rifugio è già ben visibile in alto alla nostra dx. Decidiamo però di seguire la traccia che passa direttamente sotto la Cima di Piazzo restando il più a lungo possibile fuori dal marasma che sicuramente troveremo. Arriviamo così proprio sotto la sorta di “canale” che si risale per la cima di Piazzo quando si vuole evitare il lungo traverso più in alto. Raggiunto il traverso andiamo a prendere la cresta lasciando così il pistone di sci e ciaspole, la cresta sembra più la via pedonale visto che ci sono solo impronte di scarponi e, di fatto, qui ci siamo solo noi e un altro gruppetto, gli unici senza sci o ciaspole che francamente servono a poco. Raggiungiamo l’affollata cima, altro incontro con persone conosciute!
Sosta chiacchiera, te e cioccolatino e poi mentre le nuvole salgono imperterrite da valle cominciamo la discesa. Il Rifugio Cazzaniga è pieno come un uovo, si vedeva anche dall’alto dal numero di ciaspole e sci all’esterno, ci spostiamo al Nicola dove almeno qualche panca all’esterno è libera, nevischia ma non fa freddissimo, e il sole promesso che fine ha fatto?!?! Riusciamo a mangiare qualcosa senza congelarci troppo. Altro incontro, e sono tre, tutti qui oggi! Entriamo al rifugio per un caffè, riprendere calore e fare pipì cosa che io riesco a fare ma Marco neanche ci prova.
La discesa dal rifugio la facciamo praticamente di corsa, raggiungiamo i tapis-roulant e manchiamo la pedonata, il gestore dell’impianto ci urla che per la funivia stiamo sbagliando, ma che funivia! Noi non vogliamo andare alla funivia, ma allora stiamo sbagliando lo stesso perché siamo sulla pista, ci scusiamo e andiamo a prendere la pedonata, il gestore sembra sorpreso del fatto che risaliamo eludendo il suo consiglio di stare a bordo pista e ci ringrazia.
Riprendiamo il sentiero al bivio stiamo alti sul 24 più panoramico e meno ripido e torniamo al posteggio e quindi risaliamo alla funivia.
Al momento si cammina benissimo senza ciaspole, la neve per chi preferisce camminare senza quei ciabattoni è perfetta, ottima traccia e niente ghiaccio!
DATI GPS
Dislivello 1369 m – km 15,61
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (10)