Dosso dell’Ora (1100 m)
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Escursione nel Mendrisiotto su neve fresca: la prima nevicata in questa stagione!
Chi ritiene che le escursioni a bassa quota siano meno faticose di quelle alpine si sbaglia alla grande. Ne ho avuto la conferma oggi: oltre 17 km sulla neve, ancorché soffice, lasciano il segno nei muscoli delle gambe.
Inizio dell’escursione: ore 8:25
Fine dell’escursione: ore 14:37
Temperatura alla partenza: 3°C
Temperatura al rientro: 5°C
Parto alle 8:30 dalla chiesa di Corteglia, ridente paesello del Mendrisiotto, sito su una collina würmiana. Qui il panorama offre splendidi scorci sia sulle pianure sia sulle montagne delle prealpi (Monte Orsa, Monte Gradiccioli, Monte San Giorgio, Monte Generoso, Caviano, Monte Bisbino, Brunate), ma anche su alte vette: Testa Grigia, Monte Rosa, Dom, ecc.
In questa giornata bianco-grigia il panorama è modesto, tuttavia il desiderio di camminare sulla neve fresca fa dimenticare il resto.
Mi metto le ghette e lascio le ciaspole sullo zaino.
La maggior parte delle persone che incontro sta spalando la neve davanti all’ingresso di casa. Io canto fuori dal coro; oggi voglio godermela, altro che spalare: …lavoratori!!! (pernacchia alla Sordi).
Percorro la strada principale del paese fino al punto più basso dell’escursione (400 m), presso il campo di calcio a Nebbiano. Da qui risalgo la collina di Avra, per poi raggiungere il Grotto Loverciano (465 m), posto ai piedi del Caviano.
Seguendo tracciati alternativi, su neve vergine, mi dirigo verso Obino (500 m), il punto classico di partenza per il Caviano. Anche in questa frazione di Castel San Pietro sono tutti intenti a spalare neve: che brava gente, ligia al dovere!
È in questo paesino che nella notte di San Silvestro, fra il 1924 e il 1925, gli artisti espressionisti Albert Müller, Hermann Scherer e Paul Camenisch fondarono il Gruppo Rot-Blau.
La salita al Caviano si svolge completamente nel bosco, su una stradina che sale con pochissimi tornanti (4 o 5). I lunghi rettilinei risultano quindi un po’ monotoni, per non dire noiosi. Poco male, continuo senza premura, passo dopo passo, filosofeggiando e meditando su cose serie e non.
Mi precedono, di pochi minuti, due escursionisti con un cane. Meno male, mi disegnano una piccola traccia che mi agevola la camminata. Alle 11:00 arrivo all’Alpe Caviano (967 m).
Il toponimo “Cavian” deriva, secondo il Professor Ottavio Lurati, da caballus ‘cavallo’, nel senso di colle a schiena di cavallo, rilievo, promontorio.
Scambio qualche chiacchiera con un “local”, un fanatico dello sport, giunto su quest’alpe anche ieri sera, di corsa (sic!).
Adesso capisco perché durante le escursioni, alcuni mi superano a velocità tripla.
Dopo una breve pausa proseguo lungo l’antica strada patriziale, acciottolata, che nella parte alta del percorso offre dei panorami decisamente superiori a quella, costruita nel 1932, tra Salorino e Bellavista. La neve è sempre sofficissima. Aggirata una bellissima quercia, posta su un tornante (tutte le volte la osservo con ammirazione), la strada prosegue sul versante destro della Valle di Muggio. Passo dall’Alpe Dosso Bello (1098 m), da La Grassa (1090 m) e finalmente arrivo all’Agriturismo Dosso dell’Ora (1100 m), il punto più elevato dell’escursione. È mezzogiorno: ho una fame da lupi!
Agriturismo Dosso dell'Ora (1100 m)
Purtroppo, neanche a farlo apposta, è esposto lo sgradito cartello “chiuso”. Mi devo accontentare del solito cioccolato e di un po’ di pane, condiviso con tre cavalli che grufolano nella neve alla ricerca di un po’ d’erba.
Ora monto le ciaspole, mi aspetta il punto più piacevole dell’escursione: il pascolo che da Pianezzo (1078 m) scende ripido fino a Cragno (942 m). La neve è sofficissima; 35 cm di leggerezza! Che goduria!
Anche a valle di Cragno il sentiero nel bosco è molto suggestivo. Posso tenere le racchette fino alle prime case di Salorino. Decido di percorrere la suggestiva Via delle cantine.
Contrariamente alle cantine di Mendrisio, composte da edifici sorti in periodi diversi e con stili molto differenti, più o meno elaborati a seconda delle disponibilità e dei gusti dei proprietari, quelle di Salorino si caratterizzano per una tipologia compatta e uniforme, basata su un progetto omogeneo. Le facciate degli edifici si susseguono con un ritmo quasi identico: al primo piano una porta centrale d’ingresso, con stipiti in sasso e apertura sopra l’architrave per la presa d’aria; al secondo piano due finestre simmetriche o una finestra o porta finestra centrale (quest’ultima spesso munita di balconcino).
Nella parete di fondo, che si appoggia alla roccia, si trovano cinque prese di ventilazione del diametro di 10 cm. che consentono di mantenere una temperatura costante: 8-9°C d’estate e 10-11°C d’inverno. Il suolo è ricoperto in cotto. Al primo piano si trova la parte abitabile: due piccoli locali dove si possono tenere pranzi e cene, un soggiorno e una cucina, con tavolo e camino.
Lunga escursione con la prima neve dell’anno. Finalmente anche sulle Prealpi ticinesi sarà possibile programmare ciaspolate e uscite con pelli di foca.
Tempo di salita: 3 h 30 min
Tempo totale: 6 h 13 min
Tempi parziali
Corteglia (438 m) – Grotto Loverciano (465 m): 35 min
Grotto Loverciano (465 m) – Obino (497 m): 30 min
Obino (497 m) – Alpe Caviano (967 m): 1 h 30 min
Alpe Caviano (967 m) – Dosso dell’Ora (1100 m): 1 h
Dosso dell’Ora (1100 m) – Corteglia (438 m): 2 h 20 min
Dislivello in salita: 730 m
Sviluppo complessivo: 17,1 km
Difficoltà: T1/WT2
Copertura della rete cellulare: buona
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