Cima di Piancabella (2671 m)


Publiziert von siso , 2. Oktober 2011 um 19:20.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum: 1 Oktober 2011
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Cima di Gana Bianca 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1258 m
Strecke:Dagro (1413 m) – Ostello Monte Dagro (1420 m) – Pianzéi (1515 m) – Gordone (1560 m) – Cascina di Dagro (1617 m) – Capanna Alpe di Prou (2015 m) – Cima di Piancabella (2671 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita Biasca – Valle di Blenio – Malvaglia – Filovia – Dagro
Unterkunftmöglichkeiten:Ostello Monte Dagro; Capanna Alpe di Prou.
Kartennummer:C.N.S. No. 1273 – Biasca – 1:25000.

Giornata incantevole per la mia prima alla Cima di Piancabella. Il caldo estivo di questi giorni ha battuto i record pluriennali, per il mese di settembre e l’inizio d’ottobre, in numerose nazioni europee. Un intenso sole ha così coronato l’escursione che corrisponde al mio 150° rapporto pubblicato in Hikr.org.

 

Inizio dell’escursione: ore 8:00

Fine dell’escursione: ore 15:08

Temperatura alla partenza: 14°C

Temperatura all’Ostello Monte Dagro, ore 8:17, 10,5°C

Temperatura al rientro: 29°C!

 

Sono passato innumerevoli volte di fronte alla stazione di partenza della filovia Malvaglia – Monti di Dagro. Le mie mete partivano sempre da località poste a quote più elevate, da Olivone fino al Passo del Lucomagno. Oggi, per la prima volta, salgo sulla piccola cabina della filovia di Malvaglia.

Alla stazione a valle non c’è nessuno. Entro nell’abitacolo, a quattro posti, alle 7:50. Per partire devo telefonare al no. indicato su un foglio. Mi rispondono di aspettare 10 minuti. Alle 8 in punto la rumorosa e traballante filovia si mette in moto. In pochi minuti mi permette di raggiungere una quota di circa mille metri superiore, senza dover percorrere in auto una lunga e stretta strada che si snoda in buona parte su versanti ripidi, senza protezioni.

Giunto a Dagro, il responsabile mi osserva dalla terrazza dell’Ostello. Lo raggiungo per pagare il biglietto (16.- CHF a/r) e parto senza indugi seguendo le indicazioni del segnavia.

Dopo un paio di minuti di cammino mi imbatto in un bel boleto: per il secondo fine settimana consecutivo il risotto ai funghi freschi è assicurato.

Osservo per la prima volta, dall’alto, il bellissimo villaggio di Dagro, un perfetto connubio tra legno e pietra, un’architettura spontanea realizzata dal buon senso e dalla razionale semplicità degli alpigiani dei secoli scorsi. A monte della frazione noto una grande rascana sulla quale, con un’asta (la pertighéra) si issavano i covoni di segale ad essiccare.

Il pascolo alle spalle di Dagro, avvalorato dalle splendide condizioni meteo e dai primi colori autunnali, è idilliaco!

I terrazzi testimoniano che qui si coltivava la segale; il pascolo non necessita infatti di terrazzi artificiali.

Il sentiero sale con leggera pendenza, tagliando più volte la stradina asfaltata. Tutti i rustici, riattati con gusto, non fanno concessione al kitsch.

Vedo degli arbusti di sambuco nero con tutte le ombrelle reclinate verso il basso per il peso dei frutti, già perfettamente maturi. Dei cartelli didattici offrono delle informazioni sulla flora e la fauna della regione.

Fanno parte del “Sentiero dei Monti” tracciato dall’Associazione Amici della Valle Malvaglia, proprietaria della Capanna Prou.

Passo da Pianzéi (1515 m), Pian Gurdon (1560 m) e per finire alla Cascina di Dagro (1614 m).

Qui finisce la stradina asfaltata ed inizia il sentiero, che si addentra subito nella foresta di larici e abeti. Sono già le nove, tuttavia sento, in lontananza, ancora qualche bramito di cervo. Dopo circa un chilometro di cammino, a quota 1970 m, esco dal bosco e mi ritrovo all’Alpe di Prou. Percorro ancora 300 m e raggiungo la Capanna Prou (2015 m). Non c’è nessuno: che pace! È un piccolo rifugio posto in posizione panoramica. All’esterno due tavoli, uno in pietra, l'altro di legno, con griglia alle spalle, invitano ad una sosta. L’interno è piacevole e funzionale, con singolari finestrelle a forma di triangolo. Presso la legnaia c’è il servizio con una moderna doccia. I proprietari danno la possibilità di acquistare bibite anche se non c’è un custode: ottima iniziativa!

Dopo una pausa di una ventina di minuti, riprendo il cammino in direzione della Cima di Piancabella.

Seguo una traccia di sentiero in direzione ovest per circa 120 m, quindi l’abbandono e punto a nord, verso un grande omino di pietra, eretto al limite superiore dei larici.  

Un sentiero segnalato in bianco-rosso-bianco mi guida lungo quasi tutto il crinale. Poco dopo l’omino di pietra il percorso diventa molto più ripido. Da qui, occorrono circa tre quarti d’ora per raggiungere la croce posta a quota 2387 m. Il panorama è vastissimo. Osservo il poderoso pulpito della Cima del Simano (2580 m) e, più a destra, la meta che desidero raggiungere oggi: vista da qui suscita doveroso rispetto! In altre parole, non credo che sia da prendere sottogamba. A destra del crinale si estende la zona Madéi. Il toponimo rivela che anche qui si falciava il fieno selvatico.
 

      La Cima di Piancabella (2671 m) vista dalla croce a quota 2387 m

I segni bianco-rosso-bianco si associano a quelli bianco-blu. Poco dopo decido di riporre bastoncini telescopici e macchina fotografica nello zaino: presumo che presto dovrò aiutarmi con le mani.

A circa 2625 m di quota arrivo al punto chiave dell’ascensione. Dapprima una breve cengia, piuttosto esposta, sul lato occidentale della cresta. Subito dopo, i segnavia invitano ad affrontare una breve scalata. Sono circa dieci metri, con buoni appigli: l’unico tratto dell’escursione classificabile come T4. Alla fine, il tratto risulta piacevole e appagante. Di fatto, la scalata sarebbe evitabile; l’escursionista che affronta per la prima volta il percorso, si fida della segnaletica e non immagina ovviamente che ci siano altre possibilità. In discesa, troverò, infatti, un’altra via, con una breve deviazione sul lato orientale, che non richiede scalate.

Gli ultimi cento metri di salita non mi pongono alcun problema.

Dopo 3 h e 20 min di cammino raggiungo così la Cima di Piancabella (2671 m): geschafft!

Cima di Piancabella, quanto sei bella!

La temperatura è molto mite, il panorama eccezionale. Sul versante nord si estende la Valle di Sceru, che mi fa sognare una possibile discesa con gli sci. La sua estremità occidentale è dominata dalla Cima di Gana Rossa (2787 m).

Tuttavia sono attratto soprattutto dall’Adula, che vedo con una prospettiva per me inconsueta.

Per sottolineare la soddisfazione invio degli sms agli amici, rendendoli partecipi della mia gioia. Il libro di vetta è ben custodito in una cella ricavata nel massiccio omino di pietra. Scrivo i saluti agli amici di Hikr e la consueta perla di saggezza del filosofo di turno.

 

Sarà per la giornata particolarmente bella e calda oppure per un insieme di circostanze favorevoli, ma la Cima di Piancabella mi ha particolarmente soddisfatto: da non perdere!

 

Tempo di salita: 3:20 h

Tempo totale: 7:08 h

Tempi parziali

Ostello Monte Dagro (1420 m) Capanna Alpe di Prou (2015 m): 1 h 20 min

Capanna Alpe di Prou (2015 m) – Cima di Piancabella (2671 m): 2 h

Dislivello in salita: 1258 m / 2241 m

Sviluppo complessivo: 9,4 km / 12,2 km

Difficoltà: T3+

Coordinate Capanna Prou: 720.020 / 143.950
Coordinate Cima di Piancabella: 720.000 / 145.265

Copertura della rete cellulare: molto buona

Libro di vetta: sì

Tourengänger: siso
Communities: Hikr in italiano


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