Mongioie 2630 traversata Aseo / Scaglie dal Rifugio Mongioie


Publiziert von apv , 2. Oktober 2011 um 16:35.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 5 Juni 2011
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 2 Tage
Aufstieg: 1385 m
Abstieg: 1385 m
Strecke:dal Rifugio Mongioie traversata Bocchin dell'Aseo / Bocchin delleScaglie
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Accesso autostrada A6 Torino/Savona uscita Ceva. Direzione Colle di Nava, Garessio. A Ponte di Nava SP154 per Viozene
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Mongioie, 1520 www.rifugio-mongioie.com 0174/390196

Mongioie, 2630
Salita dal Bocchin dell’Aseo, 2292 e discesa dal Bocchin delle Scaglie, 2325
 
Una salita dal gusto particolare che assomma tanti aspetti diversi e positivi. Il Mongioie è un cardine tra la pianura cuneese e il mare della Liguria. Scoprire la distesa d’acqua che brilla al sole da una forte emozione. Il paesaggio carsico è insolito per chi viene da Nord ma mantiene una dolcezza “mediterranea” senza eccessive asperità. Le vallate sono vive anche se piuttosto discoste, la zona è ricca di elementi storici e naturalistici ( siamo nel Parco Regionale Alta Valle Pesio e Tanaro ), ci sono molte attività alpine da poter praticare in zona. Se non è abbastanza tenete conto che al Rifugio Mongioie l’accoglienza è ottima.
 
Dalla chiesetta di Viozene, 1245, seguire le indicazioni per il Rifugio Mongioie, 1520. Dopo la rampa in cemento prendere a destra. Il sentiero sale in una bella e varia vegetazione. Al bivio seguire a sinistra la stradina con indicazione “sentiero naturalistico”. In breve si arriva al vasto pianoro dove sorge il Rifugio.
Se avete voglia, con una passeggiata in direzione Ovest di circa due ore (a/r) con modesto dislivello, si raggiungono le Vene del Tanaro 1481, la sorgente del fiume, dove troverete un inutile ponte sospeso (esiste un sentiero poco più a monte) e una grotta. Il percorso è immerso nel verde e piacevole.
Il Mongioie sovrasta il Rifugio con le sue pareti di calcare solcate da numerose vie d’arrampicata.
 
Usciti dal Rifgio si prend subito a sinistra e si sale tra le piante rade fino a incontrare una stradina che si segue a destra (segnalato). Da qui il percorso è evidente e frequentato. La vegetazione a poco a poco si dirada e il panorama si svela. Dopo un tratto ripido si arriva al Pian dell’Olio, 2090, dove un tempo avvenivano gli scambi commerciali tra il Nord e il Sud delle Alpi Liguri. Oltre il vasto pianoro ancora uno sforzo e si arriva al Bocchin dell’Aseo, 2292. Evidente anche qui la toponomastica di tipo funzionale (aseo = aceto). E’ affascinante pensare che molto poco sia cambiato dai tempi del medio evo quando questo valico vedeva carovane e trattative. Un segnale in legno ci fa prendere decisamente a sinistra e il sentiero si inerpica a tornantini in un ambiente sempre più roccioso e arido. Il tratto è faticoso ma la meta è vicinissima. Per l’ultimo tratto si piega a sinistra sempre seguendo i segni a vernice con un traverso che richiede qualche cautela. In breve si raggiunge la larga cresta e la grande croce di vetta. E qui si vede il mare, sembra un gioco potersi girare verso la pianura cuneese e di colpo voltarsi e veder brillare le onde in lontananza.
 
La discesa per il Bocchin delle Scaglie, 2325, è sconsigliata in caso di scarsa visibilità. La meteo di queste zone non è quella abituale delle Alpi più a Nord. Spesso si hanno degli annuvolamenti che senza un preciso peggioramento della meteo portano a una sensibile riduzione della visibilità. Il sentiero è in realtà piuttosto chiaro e di percorrenza non troppo impegnativa. Si scende la costa erbosa seguendo la direzione della cresta, la parte eventualmente problematica può essere una placca di calcare dove la traccia piega decisamente e repentinamente verso valle (segno a vernice). Un primo colletto con vicino l’imbocco di una grotta NON è quello giusto e non bisogna cercare di scendere da li (consultare l’altimetro in caso di dubbio). Il Bocchin delle Scaglie giusto lo si riconosce chiaramente per il suo inoltrarsi in una gola con a sinistra delle pareti di calcare verticali. La discesa sugli sfasciumi è resa possibile senza problemi dal sentiero. Dopo le rocce si arriva ad avere a sinistra un colletto con un ometto. Non raggiungerlo ma seguire il sentiero a destra anche se meno evidente in questo tratto. Dopo poco si scende lungo una specie di colata di sassetti, divertenti in discesa non oso pensare a quanto faticosi in salita. Finito il surf ci si trova in un bel prato con il Rifugio a vista sotto di noi. Qui il numeroso bestiame ha confuso non poco le tracce. Le relazioni fanno raggiungere il pianoro poco sotto a sinistra. Io l’ho trovato occupato da un centinaio di vacche e ho preferito trovare un’alternativa meno affollata. Sono sceso direttamente nel largo canale erboso verso il Rifugio, a un certo punto si incrocia un sentiero che porta a un masso con dei segni di vernice. Il sentiero prosegue in saliscendi verso sinistra e taglia tutto il versante andando a ricongiungersi al quello di salita nel punto in cui, al mattino, avrete notato il cartello indicatore “Bocchin delle Scaglie” Si può scendere anche un po’ prima. In realtà si può scendere direttamente al Rifugio tutto dipende dalla fame e, soprattutto, dalle condizioni di visibilità. In ogni caso la discesa verso valle non incontra pericoli e a livello del rifugio una strada taglia tutta la base della montagna: impossibile perdersi.
 
Questa zona Mongioie/Marguerais si presta a numerose possibilità di trekking che uniscono traversate tra Rifugi alle salite a queste belle cime. Per chi viene da Nord potrebbe essere l’occasione per conoscere queste montagne per poi proseguire per le vacanze al mare raggiungendo la Liguria e l’autostrada attraverso il Col di Nava poco distante.

Tourengänger: apv


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