Pizzo San Martino (q 2733) da Vanzone


Publiziert von rochi , 1. August 2011 um 18:15.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:31 Juli 2011
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:00
Aufstieg: 2100 m
Abstieg: 2100 m
Strecke:Vanzone - Pianezzo di dentro - Alpe Briga - Alpe Motto - Bocchetta - Pizzo San Martino - Alpe Asinello - Lago Sfondato -
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada per Gravellona Toce. Alla fine dell'autostrada continuare su SS del Sempione, uscita Piedimulera. Raggiungere il paese e prendere in salita per Macugnaga. Parcheggiare a Vanzone, dopo una quindicina di km dall'inizio della salita. Ampio parcheggio gratuito senza limiti di sosta a fianco della parrocchiale. Il sentiero comincia in pratica sull'altro lato della strada.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:A/R
Unterkunftmöglichkeiten:Numerosi hotel in Valle Anzasca. Bivacco Lamé (6 px) a 15 min dal sentiero, all'altezza del lago Sfondato.

Il Pizzo San Martino si erge sulla cresta che divide la Valle Anzasca dalla Valle Antrona e le vie normali di salita possono avvenire da ambedue i versanti. Siamo alla corte della parete est del Monte Rosa che dalla vetta è ben visibile, quasi a portata di mano (nuvole permettendo). Scegliamo la salita da Vanzone perchè il notevole dislivello distribuito su uno sviluppo chilometrico tutto sommato modesto ci affascina. Insomma, c'è da far fatica!
Appena dietro la parrocchiale di Vanzone c'è molto posto per lasciare l'auto. Si attraversa la strada, si cammina verso valle per cento metri ed ecco sulla sinistra i cartelli segnavia. Il pizzo è segnalato a sei ore di cammino; la speranza è che, come al solito, i cartelli siano molto generosi. Non c'è possibilità di scaldare i muscoli su percorso pianeggiante, dall'attacco, il sentiero si esprime in tutta la sua crudeltà. La prima ora di marcia si svolge interamente in uno splendido bosco e si cammina su ampia mulattiera sempre molto ben segnalata, a volta dotata di scalini. Le pendenze sono notevoli, la fine del bosco sembra non arrivare mai.
Invece arriva e concede qualche metro di respiro in falsopiano prima di affacciarsi su una balconata naturale con splendida visione sulla Est Monterosa priva di nuvole. Le quattro cime principali sono molto visibili e con un p' di fantasia si coglie la costruzione nera della Capanna Margherita sulla Punta Gnifetti.
Siamo a quota 1370, in un bell'alpeggio detto Briga, non caricato ma abitato perchè, probabilmente, alcune case sono state ristrutturate a fini turistici. Qui si trova acqua e conviene rifornirsi perchè più in là le possibilità vanno diminuendo anche se, un ruscello si trova sempre.
Dall'alpe Briga ci si alza per prati all'alpe Motto, più diroccata e quindi si entra in una valletta che si percorre in falsopiano per qualche centinaio di metri. Nemmeno il tempo di godere di questa passeggiata ed ecco, su un altopiano, in vista l'alpe Asinelli che si raggiunge arrancando in salita su splendido costone pervaso di rododendri e mirtilli. 
Giunti agli Asinelli vale la pena di concedersi una sosta per ammirare lo splendido anfiteatro alpino che la domina  in cui è evidente la cresta che dovremo raggiungere anche se il Pizzo è ancora nascosto.
Nel contesto di un sentiero ampiamente segnalato, il tratto successivo all'abitato dell'alpe è probabilmente quello in cui è possibile fare un po' di confusione, forse a causa dei prati che celano i segnavia. Per non perdere quindici minuti di tempo come è capitato a noi, consiglio dunque di attraversare il torrente e puntare alla costruzione diroccata con il tetto in lamiera. Da qui, aiutandosi con labili tracce si risale il costone e con l'avvento delle pietre i bolli tornano ad essere evidentissimi, rendendo impossibile perdersi, anche in caso di scarsa visibiltà. 
Ben altri sono i problemi ora e si chiamano pendenze senza respiro su un versante infinito per almeno un ora (senza fermarsi o cincischiare) di cammino. L'arrivo al pianoro del Lago Sfondato appare dunque come una manna dal cielo. Il paesaggio è idilliaco: attorno al lago mille fiorellini bianchi fanno capolino. Sono fiori strani, hanno la consistenza del cotone. Su un costone, cinquanta metri più in alto si vede il bivacco Lamè che tuttavia decidiamo di ignorare volendo procedere diretti per i prossimi trecento metri di dislivello che ci separano dal Pizzo, la cui croce di vetta è finalmente visibile.
Un'ulteriore impennata per prati ci conduce ad una bochetta dalla quale è visibile la Valle Antrona con il lago di Campliccioli ed altri bacini più piccoli tutti sbarrati da dighe di contenimento. 
Il versante Antronese precipita a valle con parete inclinatissime e ci chiediamo (dicendoci fortunati di aver scelto questo, di versante) come possa correre un sentiero su tali pendenze. Proseguiamo a destra con la percezione di avercela quasi fatta ed attacchiamo l'elementare cresta finale prima per erba, poi per rocce molto sicure e messe in sicurezza da interventi umani. Abbondata la cresta si risale un ripido canale dotato di corda fissa e riagguantato il filo spartiacque lo si percorre per un centinaio di metri a toccare il crocione.
Finalmente in cima guardiamo l'orologio: 4 ore esatte dalla partenza. Considerando che abbiamo mantenuto un passo regolare e ci siamo concessi diverse soste, direi che non siamo tanto fenomeni noi, quanto "molto" turistici i cartelli segnavia. Purtroppo con il nostro arrivo coincide l'ascensione da valle di nuvolacci neri che liberano il panorama solo di tanto in tanto, negandoci una visione veramente aperta di quello che ci circonda. Poco male, siamo contenti lo stesso, godendo dell'incredibile silenzio e della misticità di questo posto in cui la grande croce è solo un punto esclamativo. 
Il tempo per mangiare, fare foto e firmare il malandato quaderno di vetta e siamo sulla via del ritorno. Non mi impensieriscono queste roccette la cui discensione appare davvero elementare e azzardo addirittura un ritmo sostenuto che modifico immediatamente dopo la prima derapata su bagnato.
Di nuovo all'altezza del lago Sfondato, optiamo per una deviazione al Bivacco Lamè, raggiungibile in una decina di minuti che servono per superare 50 metri circa di dislivello. Il rifugio è un bel posto: molto solido all'esterno, ordinato all'interno con disponibili sei posti letto e tutti i generi di prima necessità tipici di un bivacco ben gestito. Una eccezione, la mancanza d'acqua che si recupera tuttavia da un ruscello in uscita dal lago Lamè, non senza scomodità.
Ritornati sui nostri passi, ci avviamo di nuovo in discesa che si rivela, come al solito, lunga, noiosa e spaccaginocchia, cosicchè, l'arrivo alle 16.00 all'automobile, ci fa tirare un sospiro di sollievo.
Gita estremamente faticosa da consigliare a chi ben allenato, può tuttavia essere molto remunerativa per paesaggi ammirati, vicini e lontani e per quel poco descrivibile senso della montagna che dona, che, solo chi frequenta la montagna con passione e tenacia, può comprendere.

Tourengänger: rochi, POLI89


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Kommentare (4)


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Pallino hat gesagt: Il Pizzo!
Gesendet am 29. August 2011 um 17:39
Grazie per il tuo racconto!
Vado a Vanzone da sempre, e il Pizzo è "la" montagna a cui la mia famiglia e io siamo affezionatissimi ed è bello sapere che potrò risalirci tutte le volte che vorrò, semplicemente venendo su questa pagina.
Ti segnalo due aggiunte:
- i fiori di cui parli vengono chiamati Munit (non conosco la grafia esatta e nemmeno se si tratta di un nome universale o solo locale)
- forse mi sbaglio, ma il Lago Sfondato non si trova esattamente sulla traccia che porta alla vetta, anche se una volta arrivati in cima è visibile: quello vicino al bivacco dovrebbe (dovrebbe!) chiamarsi Lago Lamè. Magari mi informo meglio. Tra l'altro, piccolo aneddoto che si perde nella notte dei tempi: il Lago Sfondato prende il nome dalla sua eccezionale profondità, che con una lunghissima galleria sotterranea arriverebbe nientemeno che a... Pavia! Infatti, si narra che buttando nelle sue gelide acque un gatto morto (chissà poi perchè, poveretto), questo rispunterebbe proprio nella città lombarda. Dove, non è dato di sapere. I numerosi tentativi susseguitisi in tal senso non avrebbero prodotto risultati dato che il condotto sarebbe ostruito... da decine di gatti morti!

Complimenti per il tempo di percorrenza: personalmente sono riuscito a scendere una sola volta sotto le cinque ore.

Ciao,
Paolo

rochi hat gesagt: RE:Il Pizzo!
Gesendet am 29. August 2011 um 20:27
Grazie davvero Paolo per i complimenti e per la bella storia legata al lago Sfondato. Quello che credo abbia questo nome è uno specchio d'acqua che si trova sulla via per il pizzo, una volta risalita il costolone proveniente dall'alpe Asinelli, dopo i cartelli segnavia sulla sinistra. Giusta l'indicazione del lago Lamé, proprio sotto il bivacco. Per quanto riguarda i fiori, un'altra utente di questo sito mi ha detto che si chiamano Eriofori (vedi foto). Munit è probabilmente un nome dialettale che sono contento di imparare.
In effetti la salita al San Martino sta nelle top 3 delle vette di questa stagione (con la capanna Margerita e il monte Leone, vedi relazioni, se vuoi) e l'anno prossimo mi piacerebbe arrivarci per la valle Antrona con partenza (credo), dal lago di Campliccioli.
A presto e buona montagna.
Ciao.
Rochi.

Pallino hat gesagt: RE:Il Pizzo!
Gesendet am 29. August 2011 um 22:29
Andrò subito a leggere la relazione della Margherita, un vero e proprio sogno che per me si concretizzò (prima ma spero non unica volta) nell'estate del '95.
Non sono mai stato sul Monte Leone anche se l'ho ammirato diverse volte dall'Alpe Veglia: l'ultima cinque giorni fa quando insieme a parenti vari eravamo ben in 21! Per i miei figli si è trattata di una "prima": considerato che il più piccolo compirà 3 anni tra pochi giorni credo che il misero quarto d'ora che gli abbiamo concesso di passare sulle spalle (a fronte di frequenti richieste...) fosse giustificato. Scusa la divagazione.
Non sono mai salito dalla Valle Antrona verso il Pizzo San Martino: il timore di rovinare diritto sulll'Alpe Lavazzero e di sparpagliarmi sul suo terreno mi ha sempre dissuaso. Ma se dovessi ritornare sul Pizzo, mi permetto di segnalarti una deviazione che a mio parere merita in pieno: il Lago Grande, a circa un'ora di cammino dagli Asinelli, su un sentiero che parte trasveralmente rispetto a quello che hai percorso. Le indicazioni sono buone e lo spettacolo, come spesso accade con i laghi di montagna, è emozionante.

A presto,
Paolo

rochi hat gesagt: RE:Il Pizzo!
Gesendet am 30. August 2011 um 17:37
Grazie mille per il consiglio che tenterò di seguire. Scusa invece per un'inesattezza: sul monte Leone non ci sono mai stato. Distrattamente ho sbagliato a scrivere il nome e volevo dire monte Giove q3009, questo sì è relazionato.
A presto.


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