Terza uscita del corso di Alpinismo col CAS Ticino. Dopo il primo “assaggio” in zona Adula e le due giornate di tecnica ghiaccio + roccia al Susten, è venuto il momento di mettere in pratica ! Destinazione : Piz Medel, il sesto dei 3000 ticinesi. Qualche giorno prima Lüzzi e Giò ci mandano una “traccia” sul percorso che potremmo fare.. il primo giorno un po’ di creste, il secondo salita in vetta, un paio di altre cime e ritorno alla partenza con un giro ad anello. Tutto naturalmente al di fuori dei sentieri, andandosi a studiare il percorso sul posto. Interessante !
La meteo purtroppo non promette niente di buono per tutti e due i giorni.. Incominciamo a studiare l’itinerario nella sede della PRO Natura di Acquacalda, valutando le possibili alternative e le eventuali vie di fuga. Arrivati sul posto di partenza (il simpatico villaggetto di Fuorn) rivalutiamo la meteo : apparentemente sembra migliore delle previsioni, ma comunque non c’è da fidarsi.. Arrivati al punto di decidere se seguire la cresta o proseguire a mezzacosta verso la capanna, le condizioni meteo non stabili ci inducono a scartare la prima ipotesi (le “vie di fuga”, una volta intrapresa la cresta, sarebbero impraticabili, e la traversata fino alla Fuorcla della Buora ci avrebbe impegnati un’ora e mezza in più come minimo). Passiamo per una zona paludosa e proseguiamo alla volta della Camona da Medel. Nella salita finale il gruppo si sfibra, ma tutti arriviamo in capanna, dove ci attende il the di benvenuto, offertoci dal capannaro. Un po’ di settaggi per l’indomani, un po’ di chiacchiere sorseggiando qualcosa ed è ora di cena. Il servizio è rustico, mi piace ! Nei nostri tavoli da 7 ci dividiamo le portate comuni che spazzoliamo ! Dopo un po’ di giri di grappa e nocino ci dirigiamo in camerata, sveglia alle 5:10.
Alla partenza il tempo sembra aperto.. L’alba si vede in tutta la sua bellezza.. Ma la stabilità della meteo è illusoria.. Ci incamminiamo per il sentiero (T4) che conduce all’attacco del ghiacciaio. Lì ci ramponiamo e incordiamo e partiamo. Il ghiacciaio, scoperto e poco crepacciato (qualcuno però “assaggia” lo stesso un crepaccio, e si lega..!), è poco pendente. È però la scarsa visibilità a farla da padrone. Ci dirigiamo verso la vetta, che possiamo solo immaginare, visto che è completamente avvolta dalla nube. Nell’ultimo tratto saliamo con una serie di esse e ci portiamo sulla cresta NE. Lì lasciamo le piccozze e partiamo per l’ultimo tratto, sempre con su i ramponi, su divertenti roccette, con la nube che toglie un po’ la sensazione di esposizione. Arriviamo in vetta, la mia cordata con Franco e Alessandro, strette di mano e complimenti ! Sì !! Dopo poco scendiamo per lasciare spazio alle altre cordate più indietro. Ci incrociamo in cresta, ma non c’è spazio per fare tanti convenevoli ! Tornati al deposito sci, dopo una breve pausa, scendiamo per un altro itinerario e sul Glatscher da Medel tagliamo tutto in orizzontale verso W, ricongiungendoci al percorso originario, che avrebbe previsto la salita alla Cima di Camadra e al Piz Uffiern – ma ovviamente le condizioni meteo non l’avrebbero consentito ! Anzi, già tanto essere riusciti ad arrivare fin qui !! Arrivati alla Fuorcla dallas Crunas ci togliamo i ramponi, ma non l’imbrago. Arriva qui inaspettatamente la parte più difficile della giornata, la concentrazione deve essere massima ! Una “gana” insidiosa, naturalmente senza traccia di sentiero e ignota a tutti (una delle cose che apprezzo di questo corso !) e resa ancora più difficile dalla pioggia che nel frattempo è incominciata a cadere (grazie al cielo le rocce sono granitiche e assorbono l’acqua, non diventando scivolose, altrimenti saremmo ancora su lì..), più vari nevai. La pioggia viene giù.. a tratti anche grandine.. tutti siamo zuppi.. i miei occhiali appannati da vederci appena.. A metà percorso, l’attraversamento di un torrente diventato in piena proprio mentre noi ultimi stiamo passando. I monitori si prodigano per approntare una corda fissa per passare e.. in un modo o nell’altro tutti più o meno passano dall’altra parte. La discesa è ancora però lunghissima.. il mio ginocchio soffre ogni metro di più, ma stringo i denti e arrivo giù. L’ultima sosta, dove ormai possiamo toglierci gli imbraghi. Wow ! L’ultimo tratto di discesa, che si ricongiunge a quello fatto il giorno prima, in compagnia di una capra che ha deciso di scendere a valle insieme a noi ! Alle macchine ci asciughiamo, finalmente !
Per finire la giornata, torniamo dove eravamo stati il giorno prima, per una bevuta ristoratrice e qualche ottima torta. Lì Lüzzi ci svela la meta dell’ultima uscita : una classica alpinistica vallesana, l’Evêque, una cima che conosco nella mia amata Val d’Hérens. Caspita, che bel regalo !
Come sempre, con tempo bello oppure brutto, due giornate molto stimolanti. Il brutto tempo, che in montagna è un’incognita sempre presente, ci ha anzi permesso di vedere anche come ci si muove in ambiente misto in condizioni critiche.
Finalmente una cima, e una bella cima ticinese. Peccato solo per il panorama..!
Un grazie a Lüzzi, Giò e tutti gli altri ! All’ Evêque, dunque.
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