Weekend azzurro con il gruppo di Besnate, traversata Camogli-Portofino. Un classico a cui non posso mancare e che è impossibile da fare più avanti verso l’estate. Il tempo da giorni è previsto bello da giorni, molto bene !
Partenza da Milano alla volta di Rapallo, dove soggiorniamo in una casa di ospitalità dei Padri Somaschi (una ex scuola superiore, probabilmente un collegio, a quanto pare). Di lì prendiamo il treno per Camogli, punto di partenza della traversata. La giornata è soleggiata e calda al punto giusto, purtroppo c’è un po’ di foschia che limita la visibilità lungo la costa ligure.
La prima tappa è San Rocco. C’è tutta una scalinata fino a lì. Qualcuno prende la focaccia (io l’avevo già mangiata a Rapallo, forse buona ma fredda, e quindi non me la sono gustata.. per me la numero uno rimane sempre quella di Lavagna.. morbida, con quelle zone biancastre che si sciolgono in bocca.. mmhm..!). Si decide chi va da una parte (il sentiero più lungo, meno panoramico, ma più facile) e chi dall’altra (il sentiero lungo la costa, un EE con un po’ di passaggi con delle catene). Una signora con delle scarpe da passeggio si risente perché le viene detto di non fare quest’ultimo percorso.. In fondo anche i gruppi del CAI, dicono, fanno fare quello più interno..
Seguiamo la costa fin sopra a Punta Chiappa, quindi viriamo e superiamo, uno dopo l’altra, tutta una serie di insenature, tutte ricoperte dalla macchia mediterranea, ovviamente ancora un po’ indietro nella fioritura e nell’emanazione di quel profumo tipico.. Ci sono dei passaggi, in effetti, con delle catene su delle placche, ma non sono così esposte come ci avevano descritto, o come potevamo immaginarci.. D’altra parte, le catene erano (quasi sempre) necessarie, e i passaggi non banali.. Poi forse in una zona in cui il turismo è meno “montanaro” di quelli che siamo abituati a frequentare è bene fare un po’ si sano terrorismo psicologico, prima di avere gente che, in scarpe da tennis (e se ne vedevano), se ne va per sentieri comunque un po’ esposti.
Il sentiero prosegue sostanzialmente a mezza costa, finché, superato il Passo del Bacio, scende nettamente e poi si inerpica decisamente sul versante di fronte a noi ed arriva al Valico Costa del Termine. In discesa mi stacco dal gruppetto con cui stavo andando e affronto la salita nel bosco a tutta, tagliando molti dei tornanti che fa il sentiero. Passo un po’ di gente, tranne uno skyrunner che mi doppia da dietro ! Eh, beh, con loro non c’è mai storia ! Arrivo al passo, segnalato da un simpatico paletto, di cui tutta la zona è disseminata, con informazioni su destinazioni, località, altitudine e addirittura coordinate GPS ! Lì trovo, oltre allo skyrunner, che si sta riposando (ed emanando vapore dalla maglietta, una tecnologia di tessuto che ho già visto in giro..), dei signori di una certa età con cui si chiacchiera un po’ delle varie attività di fondo (corsa e camminata in montagna, ciclismo, spinning..) e del fatto che l’essere bravi in una di queste non implica affatto di riuscire in una delle altre..
Nel frattempo arrivano alla spicciolata un po’ di altri.. Io nel frattempo ho mangiato i miei soliti müesli e l’ananas disidratato e bevuto un po’ di integratore salino. A questo punto sono pronto per la discesa in picchiata su San Fruttuoso. San Fruttuoso è un minuscolo paesino, con in mezzo un’abbazia, affacciato su una insenatura, unico punto di collegamento con il resto del mondo.. Nel golfo, un viavai di imbarcazioni.. La spiaggia, la solita ciottolata ligure.. Restiamo un po’ a prendere il sole (cosa che io odio, e infatti regolarmente mi scotto !), poi partiamo alla volta di Portofino. Un’ultima salita, questa volta più dolce, e arrivo ad un villaggio carino, Prato (nome evidentemente dovuto ad uno spiazzo erboso, cosa rara in queste zone, dove la macchia mediterranea compare ovunque). Lì, trovatomi da solo, sbaglio sentiero, perdo le tracce (nonostante quello che ho detto sopra, in Italia i sentieri continuano ad essere segnalati malissimo) e mi trovo in mezzo ad un oliveto. Torno sui miei passi e ritrovo la retta via che conduce, con una discesa costante, a Portofino. Lì noi escursionisti ci sentiamo un po’ dei pesci fuor d’acqua (forse accomunati solo dai motociclisti, con le loro tenute in pelle), ma non importa. Prendiamo l’autobus e facciamo ritorno a Rapallo.
Dopo mesi di neve e montagna, un ritorno al mare – che non vedevo da anni –, ma ovviamente in veste da escursionista ! Da bambino venivo in vacanza in Luglio da queste parti, ma le temperature estive non si prestano senz’altro a questo genere di attività. Mi ripropongo di fare un giorno la traversata delle Cinque Terre, un altro classico della Liguria..
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