Capanna Mognone Q1470 e Cimetta d' Orino Q1820
|
||||||||||||||||||||||
Inaspettata e bella escursione, con incontro in capanna
Il meteo è annunciato pessimo, forse non proprio disastroso, ma pioggia debole e nevicate. Io sono fermo da 2 week-end, e scalpito … non è proprio la gita della disperazione ma poco ci manca, finirà tutto più che bene, ma andiamo per gradi.
Prevista neve, quindi portiamo le ciaspole, ma anche i ramponi, non si sa mai. Puntiamo ad arrivare ad una capanna, qualsiasi siano le condizioni del tempo, abbiamo un appoggio per pranzare, ed asciugarci.
Evitando le solite, puntiamo alla Capanna Mognone, e se avanzo del fiato … magari la Cimetta di Orino. So già che è impegnativo 800mt solo alla capanna, altri 350 per la cima.
Raggiungiamo il punto più alto con l’ auto, San Defendente a 677mt.
Non è semplice trovare la via giusta, qualche indicazione nella pagina principale di questa escursione.
C’e’ una leggera spruzzatina di neve fresca di questa notte, qualche centimetro, quando nevica seriamente, si è costretti a lasciare l’ auto molto più in basso, poco sopra Sementina, ma quest’ anno la neve non è così abbondante, quindi parcheggiamo poco prima della sbarra che chiude il traffico.
Il sentiero è molto ben segnalato (cartelli e segni di vernice bianco-rossi), e ben tenuto, alcuni tratti presentano gradini di pietra e legno.
Si sale subito e tanto, senza alcuna tregua, tagliando la strada (chiusa) che sale con vari tornanti.
Incontriamo un primo bivio a Q870, doppia l’ indicazione per la capanna Mognone, via Albarello 1:25 oppure via Boscaloro 1:40. L’ idea di partenza è di fare il giro veloce a salire e l’ altro a scendere.
Passiamo da Albarello, un nucleo di baite in magnifica posizione, bello vedere con questa spruzzata di neve, che in verità al ritorno troveremo completamente sciolta.
Proseguiamo la interminabile salita, un po’ di fiato in piccolo tratto pianeggiante, raggiungiamo la piazzola per l’ elisoccorso, quindi un secondo bivio a Q1280, dove si ricongiungono i sentieri per salire alla capanna.
Il bosco cambia, da castagno a faggio, ed anche la neve è decisamente più consistente, ma la traccia è molto ben battuta, ciaspole e ramponi restano nello zaino, incontriamo due escursionisti che hanno pernottato in capanna, bene avranno scaldato il locale!
Altro tratto in salita ed infine un tratto quasi piano dove alla fine del bosco, si intravede la bandiera Svizzera, siamo prossimi.
Raggiungiamo la capanna in 2:16 di orologio, ci accomodiamo all’ interno e facciamo uno spuntino. Niente pioggia né neve, peccato per la vista, a dire il vero però la foschia copre solo sotto i 1000mt circa, quindi non vediamo il lago Maggiore, ma ben si vedono tutte le belle montagne dal Pizzo Claro fino al Tamaro e le vette di confine sul lago.
Il cielo resta coperto ma l’ atmosfera è comunque molto bella. Dopo una mezzora di pausa, senza neppure consultarci se proseguire o meno, stiamo calzando i ramponi, e puntando al secondo obiettivo.
Lasciamo tutti gli zaini in capanna, tanto torneremo per pranzare.
La Cima di Orino, la si vede bene dalla capanna, c’e’ un grosso omone di vetta, ma la via è lunga (2km a salire) e altri 350mt di dislivello, ma non sul costone della capanna, ma sul costone che sale dall’ Alpe di Orino, bisogna quindi salire e attraversare sul costone a sud.
Si prosegue ritornando nel bosco di faggi e si sale ancora, fino all’ Alpe Morisciolo a Q1714. Qui l’ amara sorpresa di trovare che le tracce battute finiscono.
Ma la vetta è così vicina che nessuno di noi pensa di fermarsi, Paolo si assume la fatica, e sarà tanta, di apripista, purtroppo con i ramponi (eccellenti fino a qui sulla neve ghiacciata) si affonda, fino al polpaccio, ma anche oltre il ginocchio.
Partiamo sul traverso come i pinguini, in fila indiana, infilando uno le impronte di quello che cammina avanti. Alle 12:05 siamo tutti al grande uomo di sasso della Cimetta, il paesaggio potrebbe essere più bello, ma io sono orgoglioso di me stesso, 1150mt sono tanti per il mio fiato, ma ci sono.
Foto varie, l’ immancabile foto di vetta, improvvisata perché il cavalletto è rimasto nello zaino, in capanna.
Gimmy firma il libro di vetta, e torniamo, questa volta guido il gruppo, la discesa non consuma fiato e non pesa.
Alle 13:15 raggiungiamo la capanna, vediamo il camino che fuma, caspita non saremo soli, ma qualcuno ha certamente scaldato l’ ambiente, speriamo ci sia posto per pranzare (la capanna è piuttosto piccola)
Ci scrolliamo la neve di dosso, ed entriamo, pronti a salutare.
Troviamo una persona sola che pranza tranquillamente con davanti un bel piatto di riso e funghi, il camino accesso ed un calduccio che attira ….
Guardo il nostro commensale e lo riconosco subito, chi poteva essere se non il Capanat Alberto ?
Ci presentiamo, e ci sediamo a tavola con lui, consumando i nostri panini e chiacchierando in grande armonia. Alberto è salito solo alla Mognone, pernotterà qui, e si dedicherà alle foto notturne.
Di chiacchera in chiacchera, poi caffè, grappino e cioccopi (liquore dolce di genepì e cioccolato), passano quasi due ore, eravamo decisi a prendercela proprio comoda, ma …
Lasciamo Alberto a custodire la capanna, e noi scendiamo tenendo i ramponi nel primo tratto. E’ salita la foschia, ed al bivio decidiamo di non correre rischi prendendo un percorso diverso, scendiamo dalla stessa via di questa mattina.
Scendendo notiamo subito che la nevicata della nottata è praticamente sparita, lo si vede bene ad Albarello dove facciamo una piccola sosta alla fontana con panchina in pietra.
Dopo un’ ora e ventiquattro minuti, siamo al parcheggio, ci cambiamo e commentando la giornata beviamo il the, accompagnato dal solito quiz di indovinare il gusto.
Lasciamo San Defendente (e la Bradipo-Car parcheggiata vicino alla nostra), pensando ad Alberto sù in capanna, probabilmente questa notte nevichera’, ma siamo certi che e’ perfettamente in grado di cavarsela, in ogni situazione.
Bel posto, bella ed impegnativa escursione, Paolo forse rimpiange di non aver avuto le ciaspole sul traverso sotto la cimetta (ed avrebbe perfettamente ragione), ma tutti la ricorderemo con MOLTO piacere.
Alla prossima …
Solito piccolo riassunto:
Andata : 7.1Km (alla capanna e poi alla cima di Orino)
Ritorno: 3.0Km (capanna - S.Defendente)
Dislivello: 1150mt assoluto 1180mt relativo
Altre foto, diario, ecc sul nostro sito :
Kommentare (5)