Raggiungere il Sassale Rosso è stato, per me, il coronamento di un piccolo sogno. Avete presente quei nomi che vi trovate a fissare regolarmente sulle cartine? Quei nomi che, costantemente, vengono a importunarvi, pretendendo la dovuta attenzione? Ecco, "Sassale Rosso" e "Corte dei Barbüi" sono - erano, ormai - tra questi nomi, per me.
L'imbocco del sentiero è relativamente facilmente reperibile. Esso si trova a pochi metri, sulla destra, dopo il ponticello di Pianasc di Fuori, piccolo nucleo di case nella Val d'Osura, una laterale della Val Verzasca. Il sentiero sale ripido fino a Cortesell, che ci sorprende per la sua posizione, e il numero di cascine... ci sorprende inoltre per la fantasia di qualcuno che ha ben pensato di non farsi mancare nulla...
Da Cortesell si prosegue fino al Valegg dal Pianasc, una splendida vallata abbastanza ampia, nella quale scorre un riale notevole. Non posso dimenticare di lasciarmi scappare la borraccia, e di vederla cadere nel riale, sparendo nei flutti... vabbè! Lancio un appello a chiunque ne trovasse una blu, tutta ammaccata! :)
Attraversato il riale, la questione cambia radicalmente. Il sentiero, già comunque, fin lì, assolutamente privo di qualsivoglia segnalazione, è praticamente invisibile, e perdiamo un sacco di tempo a sbagliare, per poi tornare sui nostri passi. Ci troviamo ad attraversare l'Alpe Montaresc, e la frustrazione di dover perdere regolarmente la traccia del sentiero è degnamente compensata dallo spettacolo che ci si para davanti. È anche una bella sensazione, quella di sapere che l'Osura scorre sotto di noi, e che, per una volta, ci troviamo sul versante diverso da quello abituale, che porta alla Capanna Osola. Siamo in un mondo assolutamente nuovo, selvaggio. Alla nostra destra, la lunga cresta che parte dal Monte Zucchero, per incontrare Rasiva, Sgemögna, Cima di Cazzai, e che termina col Poncione della Marcia, si srotola maestosa e imponente. Stupenda!
Sappiamo che dobbiamo spingerci, sempre nell'Alpe Montaresc, fino a un nucleo di ruderi, dove si trova un importante bivio. Da una parte, si arriva alla Corte dei Barbüi, dall'altra alla Corte di Gemögna. Noi "seguiamo" la prima direzione. Da quel nucleo di ruderi, sito vicino alla Q1900 sulla cartina, mancano circa 150m di dislivello: li superiamo abbastanza facilmente.
Arriviamo infine alla Corte dei Barbüi, che in realtà è costituita da un'unica cascina, tenuta abbastanza bene. E qui... beh, una quasi, ennesima frustrazione! Il Sassale Rosso, che sulle cartine appare "a un tiro di schioppo" dalla corte, in realtà le è separato da una notevole cresta pietrosa. La voglia di raggiungere una meta che è lì, a pochi metri in linea d'aria, è forte, e quindi procedo a scavalcare la cresta. Per farlo, mi ci vogliono circa venti minuti... ma alla fine, eccomi sul Sassale Rosso! Finalmente!
Cerco un po' qua e là, per vedere se vi fosse un libro di vetta, anche se mi rendo conto che da lì passa ben poca gente. Provvedo quindi a lasciare io un quaderno, dove non posso che gongolarmi nello scrivere il primo passaggio. Sistemo il quaderno in una scatola di plastica, che lascio poi sotto un grosso sasso.
Torno alla corte, dove mio padre mi aspetta. Pranzo luculliano, caffé degnamente corretto, qualche foto, rientro per la stessa via.
Che dire... escursione selvaggia, priva di segnaletica, ma affascinante! Ti porta fuori dal tempo, e ti proietta in ambienti mozzafiato. Acqua ce n'è, come sempre in Val Verzasca, in abbondanza. Vista la totale esposizione al sole, e visti i forti sbalzi di quota, consiglio di farla in primavera o in autunno.
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