Monte Gradiccioli (1936 m)


Publiziert von siso , 11. April 2010 um 18:20.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Sottoceneri
Tour Datum:10 April 2010
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Tamaro-Lema 
Zeitbedarf: 7:45
Aufstieg: 1170 m
Strecke:Arosio (859 m) – Azzano (1040 m) – Böscior (1134 m) – La Bassa di Arosio (1367 m) – Q1516 – Monte Gradiccioli (1936 m) – Monte Pola (1742 m) – Passo d’Agario (1552 m) – Alpe Agario (1495 m) – Tossighera (1350 m) – Alpe di Coransù (1130 m) – Mugena (810 m) – Arosio (859 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2 - uscita Lugano Nord – Manno – Gravesano – Arosio (parcheggio dopo la chiesa).
Unterkunftmöglichkeiten:Albergo “Il Castagno”, Arosio.
Kartennummer:C.N.S. No. 1333 – Tesserete - 1:25000

Escursione con le racchette su una montagna delle Prealpi Luganesi.

Ho raggiunto parecchie volte questo magnifico belvedere, soprattutto in occasione della classica attraversata Monte Tamaro – Monte Lema. Oggi, per la prima volta, lo affronto quando è ancora innevato. Il toponimo Gradiccioli deriva dal latino Gradus e significa “gradino, scalino”. Uno scalino assai tosto, soprattutto per alcuni tratti con neve pesante e cedevole, nonché per il caldo quasi estivo.

 

Inizio dell’escursione: ore 7:00

Fine dell’escursione: ore 14:45

Temperatura alla partenza: 8°C

Temperatura al rientro: 23°C

 

L’escursione inizia dal parcheggio poco dopo la chiesa di Arosio (859 m) frazione del Comune Alto Malcantone.

Arosio, il villaggio più elevato della Regione Malcantone, ha dato i natali ad alcuni artisti, tra cui Pietro (1774-1867) e Francesco Ferroni, scultori e stuccatori, e Gian Pietro Cremona, morto a Siena verso il 1745, architetto, stuccatore e scultore.

Alcuni edifici del villaggio sono impreziositi di decorazioni in stucco, anch’essi legati alla storia degli artisti locali Ferroni e Cremona.

 

Parto alle 7:00 seguendo una stradina che sale in direzione Nord verso la Bassa di Arosio. Dopo tre minuti osservo la levata del sole, che spunta dietro il Passo San Lucio.

Il percorso si sviluppa in un bosco misto di castagni e betulle, per mia fortuna non ancora fiorite a questa quota. Mi trovo sul versante orientale del Monte Ferraro sull’alto versante destro della Valle del Vedeggio.

Il castagno ha sempre costituito nel Malcantone un’importanza notevole. Le glaciazioni del Quaternario annientarono i castagni nell’Europa centrale.

Gli attuali alberi di castagno nel Canton Ticino non provengono da una progressiva immigrazione di ritorno nel territorio, ma traggono la loro origine dalla reintroduzione ad opera dell’uomo, per la precisione dai Romani.

Attorno alla coltura del castagno si è sviluppata un'intera civiltà prealpina, resistita nei secoli fino a pochi decenni orsono. I prodotti ricavati dal castagno coprivano molte esigenze del coltivatore: il castagno era dunque il perno di un sistema economico articolato che permetteva la sopravvivenza delle comunità rurali delle zone prealpine lombarde e del Cantone Ticino.
A questo proposito, è interessante il progetto Interreg III A denominato “La città del castagno”. Cliccando su questo sito potete trovare un numero elevatissimo di informazioni sul castagno e i suoi frutti.

 

Poco dopo il superamento del Riale San Pietro, alla fine di un prato con un bel panorama su Lugano e dintorni, una barriera impedisce ai non autorizzati di proseguire con l’auto.

La strada è veramente bella e la passeggiata, in questo tratto, è molto rilassante. Si passa in prossimità di alcuni insediamenti, con rustici riattati: Al Tumbin, Azzano, Böscior (il cui significato è “spina”, “cespuglio spinoso”).

La zona denominata “Faedone” sottolinea con il toponimo la presenza di faggi.

Il terreno è ancora sgombro di neve. La trovo per la prima volta in zona Costa Ferrera (1265 m); procedo tuttavia senza calzare le ciaspole.

Raggiunta la Bassa di Arosio (1367 m) mi concedo una pausa per dissetarmi e per ammirare lo scenario sul versante opposto della Valle della Magliasina. La neve ricopre tutto il crinale che va dal Monte Magno, al Passo Agario, al Monte Pola e naturalmente al Monte Gradiccioli.

Il percorso segue ora una lunga recinzione che sale in direzione NW. Al di là della rete c’è una piantagione di pini cembri. A quota 1500 sono costretto a calzare le ciaspole. La neve è molto pesante e non regge nemmeno con le ciaspole. Il tratto più faticoso è proprio quello che dai 1500 m porta alla Quota 1741, pendenza elevata  e continui sprofondamenti: un calvario! Non da ultimo la temperatura elevata mi fa perdere una quantità notevole di liquidi.

 

L’ultimo tratto di salita lungo l’affilata cresta non pone oggi problemi di sicurezza. Ovviamente mi tengo ad una certa distanza dai cornicioni di neve sporgenti. Rimangono 200 m di dislivello da superare, sotto un sole intenso, ma con una neve più consistente. Grandioso il panorama a 360 °, che mi induce a frequenti pause fotografiche. Verso Sud, una fastidiosa foschia mi impedisce di vedere con nitidezza il Golfo di Lugano. Verso Nord, per contro, la foschia è assente.

 

Raggiungo la vetta dopo circa 3 h e 50 min dalla partenza. Non c’è anima viva, né sul Gradiccioli, né sul Monte Tamaro.

Il cielo, per contro è affollatissimo di aerei che lasciano un intrico di linee bianche sullo sfondo blu.

 

Dopo una breve pausa per uno spartano spuntino scendo in direzione della casermetta di Agario, che raggiungo mentre al campanile di Lozzo rintocca il mezzogiorno.

Alcuni cartelli pubblicizzano la vendita di bibite in questo rifugio. Peccato, la porta socchiusa invita ad entrare, ma nessuna bibita è presente: pubblicità mendace!

 

Dal rifugio all’Alpe Agario (1496 m) trovo una neve molto pesante. Chi mi ha preceduto, senza le ciaspole, è spesso sprofondato fino all’inguine!

 

A quota 1450 m posso togliere le racchette. Il sentiero, da lì a poco,  si trasforma in una comoda mulattiera che scende in buona parte nel bosco. È l’occasione per conoscere un alpeggio che non avevo mai visto: l’Alpe di Coransù (1130 m). Lungo questa mulattiera si incontrano delle fontane in quantità inconsueta; non mi ricordo di tutte le mie escursioni una zona con così tante fonti e con un tale getto d’acqua.

In una bellissima radura mi imbatto in una Grà, recentemente restaurata. La “Grà”, in italiano metato (o secchereccio), è una costruzione rustica adibita all’essicazione delle castagne per essere conservate a lungo ed eventualmente ridotte in farina. È una tappa del “Sentiero del castagno”, un itinerario tematico che si snoda nell’Alto Malcantone.

Arrivo alla strada principale vicino al Ponte Busgnone, presso Vezio (fermata dell’autopostale).

Dal ponte proseguo in salita, in direzione di Mugena e di Arosio, che raggiungo in 25 minuti di cammino. Lungo questo tratto osservo con interesse i tetti ricoperti di coppi, un tempo prodotti dagli artigiani del posto.

A partire dal Cinquecento e fino ai primi decenni del Novecento, una parte importante degli emigranti di alcuni comuni malcantonesi esercitava il duro mestiere del fornaciaio. “Lavoravano ben 15 ore giornaliere a scavare, impastare argilla, a preparare in apposite forme mattoni coppi embrici e a disporli per la cottura nella fornace, un tempo alimentata a legna. Era un lavoro estenuante e mal compensato”.

Un fornaciaio commenta:

“Nei giorni feriali non c’era neppure da discorrere di lasciare la fornace. Si lavorava dalle stelle alle stelle, sull’aia arroventata da un sole in fiamma, quando poi non c’era da correre a trasportare le tegole sotto i portici, per sfuggire al temporale che voleva farne altrettante ‘quaglie’. C’era ben da pensare di andar all’osteria, nei giorni di lavoro!” Francesco Alberti, Il Voltamarsina, Bellinzona, 1932.

 

Prima di risalire in auto visito le meridiane alla Chiesa di San Michele. Sulla parete sud della parrocchiale trovo una meridiana italica del 1664, restaurata nel 1995 dall’ingegnere Luciano Dall’Ara.

La meridiana ad ore italiche ha come riferimento il tramonto del sole, che avviene all’ora ventiquattresima. Ad esempio se l’ombra segna, come nella foto, le 19, significa che mancano 5 ore al tramonto (24 – 19 = 5). Le ore italiche erano particolarmente importanti nelle città con cinta muraria. Al tramonto, infatti le porte di accesso entro le mura dei villaggi venivano chiuse, con tutte le conseguenze che ne potevano scaturire per i ritardatari.

Piero Bianconi, nel suo libro “Meridiane del Ticino”, Ed. Raiffeisen, a pagina 23 scrive:

Sull’abside della chiesa di San Michele arcangelo sta una delle più solenni ed essenziali meridiane, segnata 1664: che è l’epoca migliore di questi orologi che allora effettivamente servivano. È segnata in rosso, un bel rosso sinopia, sul bianco dell’intonaco liscio, che spicca sul fondo ruvido del muro: ancora si leggono le archeggiature cieche della primitiva chiesa”.

Sul sagrato è collocata anche una meridiana cubica del 1984, dono dell’ingegner Paul Thommen di Basilea.

Una scritta in latino campeggia su questa meridiana: 

Tempus Vincet Omnia”.
 

Tempo di salita: 3 h 50 min

Tempo totale: 7 h 45 min

Tempi parziali

Arosio (859 m) Böscior (1134 m): 50 min

Böscior (1134 m) La Bassa di Arosio (1367 m): 1 h

La Bassa di Arosio (1367 m) Monte Gradiccioli (1936 m): 2 h

Monte Gradiccioli (1936 m) – Passo d’Agario (1552 m): 45 min

Passo d’Agario (1552 m) Mugena (810 m): 2 h 15 min

Mugena (810 m) – Arosio (859 m): 15 min

Dislivello teorico: 1170 m

Sviluppo complessivo: 16,5 km

Difficoltà: T2/WT3

SLF: 1 (debole)

Copertura della rete cellulare: buona

Tourengänger: siso


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Kommentare (2)


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massimob hat gesagt: complimenti
Gesendet am 19. Februar 2011 um 18:10
Che eccellente documentazione e commento erudito! grazie :-)

siso hat gesagt: RE:complimenti
Gesendet am 20. Februar 2011 um 19:30
Grazie Massimo,
fa piacere che qualcuno legga i miei rapporti.
Buone escursioni!
siso


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