Alp d'la Rusca - Bassa Ossola
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Per completare la conoscenza della montagna di Migiandone, ci rimaneva ancora l'Alp d'la Rusca (che in effetti è nel comune di Anzola, anche se l'accesso più agevole è da Migiandone) e naturalmente non potevamo ignorare il richiamo di quest'ultimo luogo di fatiche.
La mappa dipinta dell'Alpe Campaccio (qui) lo colloca in alto nel vallone del Rial La Buca d'la Val, tra Grefa e La Tagliata, nella zona più scura del quadro, ad indicare un'esposizione delle meno favorevoli.
In seguito il committente della preziosa mappa, che qui ringrazio, confermerà a Ferruccio che la "rusca" del toponimo in dialetto significa corteccia. Scopriremo che si tratta di un alpe nascosto nel folto degli abeti, in un modesto pianoro che interrompe un pendio ripido e scomodo. Come giustamente notato da Itineralp, si tratta di una collocazione che fa pensare ad attività connesse allo sfruttamento del legname.
La visita all'Alp d'la Rusca sarà l'occasione per ripassare (in senso inverso rispetto al giro di pochi giorni prima) dalla Bocchetta del Balum e scendere a Fornale seguendo i tagli che avevamo notato la volta scorsa. Avremo così la conferma definitiva che non ci sono resti di sentiero per il Balum.
Il percorso
Parcheggiata la macchina nel piccolo spiazzo antistante l'oratorio della Madonna della Balma, a Vadi di Migiandone, con Ferruccio salgo all'alpe Curtet seguendo il percorso solito. Bellissimi come sempre gli scorci sulla Bassa Ossola e le montagne di fronte, in questo caso particolarmente suggestive per i colori bagnati e le nuvole in dissoluzione dopo una notte di piogge intense.
Giunti a Curtet, anziché proseguire lungo il sentiero ufficiale che sale a Grefa, imbocchiamo una traccia evidente che traversa a Ovest delle baite, incontrando dopo pochi metri una biforcazione. Il più basso dei due percorsi potrebbe portarci lontani dalla nostra meta odierna. Proviamo quindi a seguire il più alto dei due. Questo sentiero traversa in direzione della Buca della Valle e quindi cambia direzione, arrivando alle "baite blu" di Grefa di Sotto (Pian del Barmo secondo la mappa dipinta), con un percorso più lungo rispetto a quello ufficiale.
Dai ruderi del nucleo centrale di Grefa un sentiero, segnalato con vernice rossa, risale il versante e poi traversa a monte di una giavina nel noccioleto in direzione SO. Dopo un canale con numerosi segni di vernice, la traccia - da qui in avanti segnalata solo da tagli e ometti - si addentra nella pecceta guadagnando quota. Poco dopo un tratto gradinato, la segnaletica scompare e saliamo con percorso libero il ripido pendio, fino ad incontrare nuovamente il sentiero che seguiamo verso SO giungendo così all'Alp d'la Rusca.
Si tratta di due ruderi su un piccolo pianoro tra gli abeti a circa 1200 m di quota, in cima ad un salto che nasconde un piccolo riparo. Vista anche l'assenza di resti di travatura al suolo, si tratta di un abbandono di vecchia data.
Proseguiamo su un calpestio evidente che porta nei pressi di una carbonera (dove si trova ancora qualche residuo di carbone...) alla base di una parete. Poco oltre ci si affaccia sul rio Buca della Valle in un tratto incassato e ripido. Il versante opposto appare dirupato e non ci sono evidenze di passaggio. Scartiamo quindi l'ipotesi di traversare verso La Tagliata e risaliamo il ripido versante alle nostre spalle con percorso libero fino a circa 1350 m di quota, per poi traversare verso la quota 1500, alla testata della Buca della Valle, in ambiente aperto e facile.
Guadagnata la quota 1500, puntiamo alla base delle rocce e in breve ci affacciamo alla Bocchetta del Balum.
Scesi dall'intaglio sul versante Est, anziché puntare al Buciun del Balum, questa volta traversiamo a Nord e ci abbassiamo in una grande giavina, raggiungendo così ancora una volta (la terza in pochi mesi…) il rudere azzerato del Balum.
Dopo una breve pausa, scendiamo nel vallone a Sud del rudere dove ritroviamo i tagli recenti che avevamo notato la volta scorsa. Il percorso, senza presentare alcuna evidenza se non i tagli stessi (piuttosto discontinui), scende sulla sinistra idrografica del vallone fino a circa 1150 m di quota, più o meno dove, secondo la CNS, un sentiero attraversava il torrente che nasce nel vallone del Balum, collegando Taverna a Fornale. I tagli però finiscono in prossimità del greto.
Seguiamo quindi il sentiero evidente, segnalato da ometti, che scende verso Nord raggiungendo così Case Fornale.
Da Case Fornale facciamo ritorno a Migiandone dal solito percorso che passa da Solivo, Nivoia e le costruzioni delle miniere di rame della Victor Emanuel Mining Company Ltd.
La mappa dipinta dell'Alpe Campaccio (qui) lo colloca in alto nel vallone del Rial La Buca d'la Val, tra Grefa e La Tagliata, nella zona più scura del quadro, ad indicare un'esposizione delle meno favorevoli.
In seguito il committente della preziosa mappa, che qui ringrazio, confermerà a Ferruccio che la "rusca" del toponimo in dialetto significa corteccia. Scopriremo che si tratta di un alpe nascosto nel folto degli abeti, in un modesto pianoro che interrompe un pendio ripido e scomodo. Come giustamente notato da Itineralp, si tratta di una collocazione che fa pensare ad attività connesse allo sfruttamento del legname.
La visita all'Alp d'la Rusca sarà l'occasione per ripassare (in senso inverso rispetto al giro di pochi giorni prima) dalla Bocchetta del Balum e scendere a Fornale seguendo i tagli che avevamo notato la volta scorsa. Avremo così la conferma definitiva che non ci sono resti di sentiero per il Balum.
Il percorso
Parcheggiata la macchina nel piccolo spiazzo antistante l'oratorio della Madonna della Balma, a Vadi di Migiandone, con Ferruccio salgo all'alpe Curtet seguendo il percorso solito. Bellissimi come sempre gli scorci sulla Bassa Ossola e le montagne di fronte, in questo caso particolarmente suggestive per i colori bagnati e le nuvole in dissoluzione dopo una notte di piogge intense.
Giunti a Curtet, anziché proseguire lungo il sentiero ufficiale che sale a Grefa, imbocchiamo una traccia evidente che traversa a Ovest delle baite, incontrando dopo pochi metri una biforcazione. Il più basso dei due percorsi potrebbe portarci lontani dalla nostra meta odierna. Proviamo quindi a seguire il più alto dei due. Questo sentiero traversa in direzione della Buca della Valle e quindi cambia direzione, arrivando alle "baite blu" di Grefa di Sotto (Pian del Barmo secondo la mappa dipinta), con un percorso più lungo rispetto a quello ufficiale.
Dai ruderi del nucleo centrale di Grefa un sentiero, segnalato con vernice rossa, risale il versante e poi traversa a monte di una giavina nel noccioleto in direzione SO. Dopo un canale con numerosi segni di vernice, la traccia - da qui in avanti segnalata solo da tagli e ometti - si addentra nella pecceta guadagnando quota. Poco dopo un tratto gradinato, la segnaletica scompare e saliamo con percorso libero il ripido pendio, fino ad incontrare nuovamente il sentiero che seguiamo verso SO giungendo così all'Alp d'la Rusca.
Si tratta di due ruderi su un piccolo pianoro tra gli abeti a circa 1200 m di quota, in cima ad un salto che nasconde un piccolo riparo. Vista anche l'assenza di resti di travatura al suolo, si tratta di un abbandono di vecchia data.
Proseguiamo su un calpestio evidente che porta nei pressi di una carbonera (dove si trova ancora qualche residuo di carbone...) alla base di una parete. Poco oltre ci si affaccia sul rio Buca della Valle in un tratto incassato e ripido. Il versante opposto appare dirupato e non ci sono evidenze di passaggio. Scartiamo quindi l'ipotesi di traversare verso La Tagliata e risaliamo il ripido versante alle nostre spalle con percorso libero fino a circa 1350 m di quota, per poi traversare verso la quota 1500, alla testata della Buca della Valle, in ambiente aperto e facile.
Guadagnata la quota 1500, puntiamo alla base delle rocce e in breve ci affacciamo alla Bocchetta del Balum.
Scesi dall'intaglio sul versante Est, anziché puntare al Buciun del Balum, questa volta traversiamo a Nord e ci abbassiamo in una grande giavina, raggiungendo così ancora una volta (la terza in pochi mesi…) il rudere azzerato del Balum.
Dopo una breve pausa, scendiamo nel vallone a Sud del rudere dove ritroviamo i tagli recenti che avevamo notato la volta scorsa. Il percorso, senza presentare alcuna evidenza se non i tagli stessi (piuttosto discontinui), scende sulla sinistra idrografica del vallone fino a circa 1150 m di quota, più o meno dove, secondo la CNS, un sentiero attraversava il torrente che nasce nel vallone del Balum, collegando Taverna a Fornale. I tagli però finiscono in prossimità del greto.
Seguiamo quindi il sentiero evidente, segnalato da ometti, che scende verso Nord raggiungendo così Case Fornale.
Da Case Fornale facciamo ritorno a Migiandone dal solito percorso che passa da Solivo, Nivoia e le costruzioni delle miniere di rame della Victor Emanuel Mining Company Ltd.
Tourengänger:
atal
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