Scerviso
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Escursione lungo sentieri sempre evidenti, anche se non sempre segnalati, con lo scopo di visitare alpeggi abbandonati in quel settore - impervissimo - di Valmasino compreso fra Cataeggio, Ponte del Baffo e Valle Spluga: questa è la gita di introduzione. Più oltre solo tracce di camosci e rarissimi riferimenti posti dai cacciatori: occorre usare estrema cautela perché il disorientamento non è un'ipotesi remota.
Da Caspano si procede verso est lungo la via principale del paese a fianco della chiesa; oltrepassate le ultime abitazioni si prende la sinistra al primo bivio e si affiancano il cimitero ed una chiesa dismessa. La strada si fa sterrata e prosegue verso i maggenghi: al nuovo bivio si segue la destra in direzione "Regurs" (Rigorso IGM) lungo una pista a saliscendi; dopo un'improvvisa salita cementata si imbocca il sentiero sulla destra, che indica "Muiaca e Cevo". E' un bellissimo sentierino che si addentra in traverso dapprima sul versante Valmasino e poi, in ripida discesa, verso il fondo della Valle Spluga. Il transito è spesso esposto su terreno franoso e umido, un breve tratto roccioso è attrezzato con una catenella di sicurezza. Raggiunto il fondovalle, ci si ritrova sul recente sentiero costruito sopra la condotta interrata della centralina idroelettrica di Cevo: si sale la ripidissima traccia fino a trovare le indicazioni verso destra per Ceresolo, sull'altro versante lungo il sentiero per i Laghi Spluga. Ci ritroviamo in un posto non particolarmente accattivante, un piccolo gruppo di baite un po' malmesse, saltuariamente abitate in estate. Il proseguimento del nostro sentiero, ben nascosto, va ricercato a margine del bosco a sinistra, sul dosso sopra la baita più alta: dallo spiazzo con piazzola per l'elicottero inizia l'accesso alla valletta che sale verso Scerviso. Senza possibilità di errore, si entra nel bosco rado e gradualmente si comincia a salire: ben presto la traccia si fa ripidissima con tornanti distanziati di pochi metri, fino a raggiungere la bella radura di Scerviso Bassa. Le baite sono tutte abbandonate e ormai quasi invase dalla vegetazione; il sentiero erboso prosegue verso sinistra entrando in un meraviglioso bosco di betulle e felci che, risalito con poche curve, porta in breve a Scerviso Alta. Due baite sono state ristrutturate da una quindicina di anni: vengono frequentate pochi giorni nella bella stagione e i rifornimenti sono solo tramite elicottero.
Ridiscesi a Ceresolo, si segue in discesa il sentiero della Valle Spluga: una bella mulattiera gradinata (parecchi segni di frane antiche e recenti) che testimonia dell'antica importanza pastorale della valle; varcato il torrente Cavrocco nei pressi della centralina elettrica, si segue la pista sterrata ignorando il sentiero di discesa verso il centro di Cevo: sulla destra poche decine di metri più avanti, un varco nel muretto di contenimento della strada (bollo CAI e piccolo ometto di pietre) indica la risalita verso la pista per Regurs. Il sentiero, che serpeggia fra i muretti a secco dei terrazzamenti abbandonati, è ripido e inutilizzato: fra i rovi rigogliosi e le numerose tracce di ungulati è facile sbagliare la direzione precisa, ma poco importa perché - in totale assenza di pericoli - ci si ritrova comunque sulla verticale del percorso di andata. Raggiuntolo, lo si segue a ritroso.
Da Caspano si procede verso est lungo la via principale del paese a fianco della chiesa; oltrepassate le ultime abitazioni si prende la sinistra al primo bivio e si affiancano il cimitero ed una chiesa dismessa. La strada si fa sterrata e prosegue verso i maggenghi: al nuovo bivio si segue la destra in direzione "Regurs" (Rigorso IGM) lungo una pista a saliscendi; dopo un'improvvisa salita cementata si imbocca il sentiero sulla destra, che indica "Muiaca e Cevo". E' un bellissimo sentierino che si addentra in traverso dapprima sul versante Valmasino e poi, in ripida discesa, verso il fondo della Valle Spluga. Il transito è spesso esposto su terreno franoso e umido, un breve tratto roccioso è attrezzato con una catenella di sicurezza. Raggiunto il fondovalle, ci si ritrova sul recente sentiero costruito sopra la condotta interrata della centralina idroelettrica di Cevo: si sale la ripidissima traccia fino a trovare le indicazioni verso destra per Ceresolo, sull'altro versante lungo il sentiero per i Laghi Spluga. Ci ritroviamo in un posto non particolarmente accattivante, un piccolo gruppo di baite un po' malmesse, saltuariamente abitate in estate. Il proseguimento del nostro sentiero, ben nascosto, va ricercato a margine del bosco a sinistra, sul dosso sopra la baita più alta: dallo spiazzo con piazzola per l'elicottero inizia l'accesso alla valletta che sale verso Scerviso. Senza possibilità di errore, si entra nel bosco rado e gradualmente si comincia a salire: ben presto la traccia si fa ripidissima con tornanti distanziati di pochi metri, fino a raggiungere la bella radura di Scerviso Bassa. Le baite sono tutte abbandonate e ormai quasi invase dalla vegetazione; il sentiero erboso prosegue verso sinistra entrando in un meraviglioso bosco di betulle e felci che, risalito con poche curve, porta in breve a Scerviso Alta. Due baite sono state ristrutturate da una quindicina di anni: vengono frequentate pochi giorni nella bella stagione e i rifornimenti sono solo tramite elicottero.
Ridiscesi a Ceresolo, si segue in discesa il sentiero della Valle Spluga: una bella mulattiera gradinata (parecchi segni di frane antiche e recenti) che testimonia dell'antica importanza pastorale della valle; varcato il torrente Cavrocco nei pressi della centralina elettrica, si segue la pista sterrata ignorando il sentiero di discesa verso il centro di Cevo: sulla destra poche decine di metri più avanti, un varco nel muretto di contenimento della strada (bollo CAI e piccolo ometto di pietre) indica la risalita verso la pista per Regurs. Il sentiero, che serpeggia fra i muretti a secco dei terrazzamenti abbandonati, è ripido e inutilizzato: fra i rovi rigogliosi e le numerose tracce di ungulati è facile sbagliare la direzione precisa, ma poco importa perché - in totale assenza di pericoli - ci si ritrova comunque sulla verticale del percorso di andata. Raggiuntolo, lo si segue a ritroso.
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