Da Grefa a Crota per la Buca d'la Val - Bassa Ossola


Publiziert von atal , 30. Dezember 2018 um 19:16.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:28 Dezember 2018
Wandern Schwierigkeit: T4- - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:00
Aufstieg: 800 m
Abstieg: 800 m

Nel paesaggio della Bassa Ossola ogni cosa rimanda ai primordi: il profilo a U della valle, i fianchi a balze di rocce montonate, terreno ideale per le balme, metà caverna e metà baita, e ancora ruderi con quattro mura quasi ovunque ci fosse un fazzoletto di terra in piano.

Di fronte a noi ancora una volta i Corni di Nibbio si innalzano bruscamente con le loro fisionomie di montagne arcaiche, separate da pieghe d'ombra, come emerse da un’illustrazione di un libro sfogliato nell’infanzia o da un sogno lontano. 

Il frastuono della ferrovia e della superstrada ci riporta al nostro tempo e così l'esperienza fatta nella Bassa Ossola è sempre quella di un’andare e riandare dal passato al presente e viceversa.

Buca d'la Val (Bocca della Valle sulla Mappa Rabbini) è il nome del torrente che divide in due il versante tra il Rio Blet e il Rio di Anzola e che si immette nella valle del Toce nei pressi dell'azienda agricola Portea, dopo avere scavato una profonda gola nel cui fondo ombroso l'occhio a stento riconosce massi enormi.

Tra i diversi percorsi che attraversano questo vallone, abbiamo optato per quello - il più sicuro, perché già collaudato da Ferruccio - che collega gli alpi Grefa e Crota. Si tratta di un sentiero che è stato recentemente segnalato con vernice rossa e ripulito da un volenteroso abitante di Anzola, che casualmente abbiamo incontrato al termine dell'escursione e che qui ringrazio.

Lungo questa traversata non si incontrano difficoltà particolari ma dei traversi esposti e una giavina la rendono sconsigliabile con terreno bagnato o gelato.

La maggior parte delle ore di quest'escursione è stata però dedicata alla ricerca degli alpi di Migiandone sotto l'Alpe Grefa (o La Grelfa, come a volte viene chiamata dai locali) che ancora non avevamo visto: Alp d'la Camilla, Alp d'la Aneta, Pra del Trenta, Alpe Zeit, Alp dal Pin. Il versante è un dedalo di sentieri non mantenuti la cui evidenza spesso scompare sotto un tappeto di foglie.

Da Migiandone a Grefa, avanti e indietro in cerca di alpetti...
Se l'obiettivo non è quello di vedere gli alpeggi ma solo quello di compiere la traversata, si può raggiungere direttamente Grefa seguendo il sentiero segnalato descritto nella relazione dedicata a Grefa, Zeder e Balum.

In questo caso, con Ferruccio ho seguito un percorso arzigogolato in cui abbiamo tentato di concatenare i vecchi sentieri segnati sulla mappa dipinta dell'Alpe Campaccio. Quella che segue è una sintesi in cui eviterò di rendere conto di tutti i tentativi fatti che complicherebbero inutilmente il racconto.

Dalla pista di pattinaggio di Migiandone imbocchiamo lo sterrato che risale la sinistra idrografica del Rio Blet, lo stesso che porta verso le Miniere di Rame. Poco dopo avere superato il rudere del Mulin dal Zors (290 m circa, a sinistra di chi sale), si giunge ad un bivio dove lasciamo il sentiero principale e ci dirigiamo a Ovest. Inizialmente si incontrano dei resti di tratti costruiti ma, giunti nei pressi di un traliccio dell'alta tensione, il percorso diviene molto confuso.

Senza traccia giungiamo all'Alpe Nivoia (524 m), posta lungo il sentiero principale a monte delle costruzioni delle miniere di rame e già visitata al ritorno dalla traversata del Rio Blet. Un sentiero, con tratti costruiti, attraversa a Ovest e giunge nel canale del Rio Ciucchi, di cui risale la destra idrografica. Si tratta di un percorso ripido e scomodo, non a caso indicato sulla mappa dipinta come scurtarol, scorciatoia.

Lo seguiamo fino a dove un sentiero più evidente esce dal canale verso Est e giunge al rudere dell'Alp d'la Camilla (597 m), una grande baita senza tetto con architrave trapezoidale, simile a quelli che abbondano negli alpi di Migiandone situati a Est del Rio Blet. Qui si può arrivare più comodamente con una breve deviazione (meno di 5') dal sentiero principale, traversando a Ovest dalla baita con il tetto ad una sola falda che precede il nucleo dell'alpe Cruseta.

Dall'Alp d'la Camilla un buon sentiero traversa pressoché in piano verso Ovest e, superato il Rio Ciucchi, giunge in pochi minuti all'Alp d'la Aneta (605 m): una baita senza tetto con architrave in legno, circondata da enormi castagni da frutto. A valle dell'edificio, nell'angusto spazio tra due grandi massi, è racchiusa la rudimentale costruzione di una balma.

Il sentiero, sempre evidente, prosegue verso Ovest e giunge a Pra del Trenta (607 m), un gruppetto di ruderi quasi azzerati, preceduti da due balme, una sul sentiero e un'altra poco più in alto. Proseguendo in leggera salita lungo il sentiero che traversa il versante, sempre evidente e privo di difficoltà, si giunge sul percorso segnalato che sale all'Alpe Curtet, pochi metri sotto le baite di quest'ultimo alpeggio.

Dalle baite dell'Alpe Curtet (682 m) un sentiero ancora riconoscibile traversa inizialmente in piano verso Est e giunge al rudere dell'Ape Zeit (725 m), una strana costruzione che incorpora una balma pre-esistente. L'ingresso, molto basso, è sovrastato da una sorta di ballatoio a mensola che appoggia su un sostegno costituito da una pietra di grandi dimensioni.

Proseguendo verso Est il percorso tocca un rudere completamente azzerato nei pressi di un poggio panoramico, oltre il quale una traccia sale leggermente verso un canalino ingombro di piante cadute. Ritorniamo quindi all'Alp d'la Camilla (le distanze sono davvero modeste, una volta che siano noti i percorsi) e, dopo essere passati dall'Alpe Cruseta (635 m) e dall'Alpe Peta, già visitati in occasione della traversata del Rio Blet, saliamo all'Alp dal Pin (715 m). A Ovest del rudere della baita principale, troviamo una sorgente e un altro rudere azzerato.

Scendiamo quindi verso Est in modo da riportarci sul sentiero principale, poco a monte dell'Alpe Peta, e saliamo alla baita ristrutturata dell'Alpe Solivo (750 m). Qui proseguiamo per un breve tratto verso Sud lungo la stra di vacch, nota dalla prima visita all'Alpe Fornale e, prima che inizi un traverso panoramico, la abbandoniamo per immetterci su un sentiero (bivio con ometto) che sale nel ripido bosco verso Ovest. Si tratta di un percorso a tratti poco evidente, segnalato in maniera discontinua e in definitiva poco consigliabile, che porta al nucleo più orientale dell'Alpe Grefa (IGM 874 m).

Tempi
Poiché non avrebbe molta utilità riferire i tempi di un percorso fatto anche di tentativi e ripetizioni, riporto qui di seguito i tempi di alcune tratte significative, rimandando alle altre relazioni per i percorsi "principali":
Cruseta - Curtet 25' (passando dall'Alp d'la Camilla, Alp d'la Aneta e Pra del Trenta)
Curtet - Zeit 5'
Cruseta - dal Pin 15'
Solivo - Grefa 20'



Traversata della Buca della Valle da Grefa a Crota
Dopo una pausa, ci incamminiamo verso ovest e prendiamo il sentiero evidente che, a monte della baita con il tetto blu, l'unica ancora in uso, segue il tubo dell'acqua verso il rio Buca della Valle. Ad un bivio nel bosco, seguiamo la traccia più alta (lungo entrambe ci sono dei tagli). Il sentiero traversa alle spalle di una roccia panoramica con due betulle che costituisce un buon riferimento se si percorre il sentiero in senso contrario e quindi scende a superare il torrente a circa 870 m di quota. Sull'opposto versante si attraversa una giavina e si entra nel bosco, dove per un tratto non ci sono altri segni di vernice. Una traccia con dei tagli porta a scendere ma il percorso corretto è quello che sale, fino a raggiungere un boschetto di betulle sul colmo di una dorsale, dove ricompaiono i segni di vernice rossa. Il sentiero prosegue superando un canale secondario e guadagnando una seconda dorsale a circa 1000 di quota, per poi superare un ultimo canale e giungere in piano alla baita ristrutturata dell'Alpe Crota (1012 m).

Si tratta di un luogo relativamente comodo, per la vicinanza a Pianezzo Grande. Le piode del vecchio tetto sono state ordinatamente accatastate a fianco alla baita, sostitute da una più pratica copertura in lamiera. 

Tempi: 1 ora

Da Crota ad Anzola per Buculer
Dall'Alpe Crota scendiamo su un buon sentiero all'Alpe Pianezzo Grande, un grande alpeggio con molte baite rimodernate, dotato di pista per l'elicottero e campo da bocce, una sorta di quartiere estivo di Anzola. L'alpe occupa un ampio terrazzo prativo in splendida posizione panoramica, sia verso l'Ossola, con i quattromila del Sempione a fare da sfondo, sia verso le selvatiche cime che chiudono la valle del rio di Anzola.

Giunti alla grande croce di Pianezzo Grande, anziché seguire la mulattiera che scende ad Anzola, scendiamo nel bosco sulla sinistra (Est), dove una traccia poco visibile scende ai ruderi dell'Alpe Buculer (760 m), situtato dove la CNS indica erroneamete Balmaccia (Balmaccia è l'alpe senza nome segnato più in basso sullo stesso pendio, a circa 570 m).

Da Buculer diamo un ultimo sguardo alla Buca della Valle e al tetto blu di Grefa, ormai lontano, e poi ci dirigiamo lungo il buon sentiero che traversa in leggera salita in direzione Ovest fino ai Casali, lungo la mulattiera per Anzola. Ad un bivio con pannello illustrativo, seguiamo il percorso che si mantiene più a ovest, il più diretto. Subito dopo il bivio si offre lo spettacolo del tratto più incassato della Valle del Rio di Anzola, una visione selvaggia che non ha niente da invidiare a certi scorci della Valgrande più interna. Il sentiero scende con pregevoli tratti gradinati e visioni dall'alto su Anzola, accostando gradi pareti di roccia scura e, dopo avere incrociato la jeepabile, scende all'oratorio della Madonna del Carmine e quindi in paese.

Per strade di fondovalle, ritorniamo a Migiandone dove l'anello ha termine con il sole ormai tramontato.

Tempi
Crota - Buculer 40'
Buculer - I Casali 10'
I Casali - Anzola 45'
Anzola - Migiandone 30'


Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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