Mont Nery 3075 m
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“Benchè il Nery sia una vetta molto conosciuta e ben visibile da molti punti delle valli circostanti, viene salita piuttosto di rado. Il motivo va certamente cercato, oltre che nelle difficoltà che s’incontrano, nel notevole dislivello da affrontare e nella lunghezza del percorso”
Con questo si riassume la salita a questa cima cui aggiungerei che oltre a lunga salita, trattasi di una salita con pochi punti, dove tirare il fiato. Un traverso appena usciti dal bosco, l’attraversamento della pietraia al di là del colle sud del Mont Nery e la cresta…
Lasciata l’auto a Issime, nel posteggio di quella che ci è sembrata una scuola, attraversiamo la strada principale dove troviamo i cartelli che indicano Colle Chasten e Bivacco Cravetto.
La mulattiera parte subito ripida e ripida arriverà fuori dal bosco. Finalmente tiriamo il fiato. La giornata è bellissima e anche il vallone che finalmente si è aperto davanti a noi.
Dopo questo momento di pausa si prende a salire fino a giungere al bivio Colle-Bivacco. Svoltiamo a dx e sempre ripidamente giungiamo al bivacco, tenuta in ottime condizioni.
Sosta….
Continuiamo a dx del bivacco, seguiamo inizialmente una sorta di mulattiera/sentiero che passa accanto al tubo di gomma dell'acqua che alimenta la fontana, e successivamente una labile traccia segnata da ometti. Passiamo in mezzo a una breve pietraia portandoci sotto un roccione, riparo per animali, dove reperiamo una traccia più marcata e con brevi e ripidi tornanti raggiunge il colle. Seguendo sempre la traccia scendiamo di qualche metro, dopo di che attraversiamo una pietraia e ci portiamo a ridosso del pendio da risalire per raggiungere la cresta.
Riprendiamo quindi a salire molto ripidamente, senza percorso obbligato. Solo in discesa noteremo che c’erano anche degli ometti più a dx rispetto alla nostra salita.
Arrivati ai grossi blocchi che caratterizzano l'inizio della cresta proseguiamo facendo ora più attenzione agli ometti presenti. Non ci sono difficoltà tecniche ma il mezza costa per cenge erboso-detritiche e roccette (necessario comunque l'uso delle mani), è sempre piuttosto esposto. Arriviamo così al passaggio chiave, il superamento di un profondo canalino su una cengia rocciosa che termina inclinandosi verso il basso e quindi al muretto (II) che bisogna disarrampicare. Questo passaggio è davvero poco rassicurante per cui proviamo a trovare un modo per bypassarlo. Mi porto in cresta, e comincio a guardarmi attorno, dopo vari tentativi scorgo un terrazzino dall’altra parte della cresta che sembra facilmente raggiungibile. Marco mi raggiunge e tolti gli zaini per agevolarci nella discesa al terrazzino, riusciamo a bypassare la placca. Quello che la descrizione indica come muretto di II lo passiamo agevolmente e senza più problemi superiamo l’ultimo tratto di facile cresta e a raggiungere l’ometto di vetta.
Scattiamo qualche foto, la giornata è veramente bella e per questa cima proprio quello che ci vuole….
Torniamo agli zaini, ripercorriamo la cresta portandoci un po’ oltre il punto di discesa trovandoci così i mezzo a grossi blocchi all’apparenza stabili ma poco rassicuranti. Siamo quindi costretti a risalire alla ricerca dell’ultimo ometto, trovatolo, senza più problemi ripercorriamo quanto fatto in salita a ritorniamo al bivacco per la sosta pranzo.
E quindi ritorno. Lo scopo di fare tardi per evitare il rientro di fine agosto è stato raggiunto…
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