Sentiero Cadorna - seconda parte


Publiziert von cai56 , 27. Juni 2018 um 18:32. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:24 Juni 2018
Wandern Schwierigkeit: T5- - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 4:15
Aufstieg: 1302 m
Abstieg: 1306 m
Strecke:Circolare 16,01 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Morbegno lungo le statali 36 e 38; alla rotonda all'ingresso della città svoltare a destra in direzione Valgerola; risalire la vallata fino a superare Gerola Alta: poco prima del palazzo del ghiaccio svoltare a destra e salire fino a Laveggiolo. Ampi parcheggi a termine strada oppure in corrispondenza dell'ultimo tornante (200 metri a piedi in più).

Come da "impegno morale" preso la settimana scorsa, eccoci a completare la riscoperta del Sentiero Cadorna; la situazione va delineandosi con maggior chiarezza: di per se stesso il Sentiero è definitivamente abbandonato; sopravvive a malapena e con poca frequentazione il tratto in comune con l'Alta Via della Valsassina che si è giovato di un rinnovo delle attrezzature (e anche queste talora degradate) nel 2010-11; dalla Bocchetta di Larecc alla Bocchetta di Trona si entra in un graduale progressivo deterioramento che, a mio giudizio, sconsiglia il passaggio: nessuna particolare difficoltà tecnica, ma progressione attraverso pendii ripidissimi con appoggi/appigli su ciuffi d'erba e pietrame instabile, dove non sono ammessi errori o incertezze. Fatto curioso, si incontrano ancora un paio di segnali a vernice della DOL (Dorsale Orobica Lecchese), evidentemente ormai sul tratto dimenticato di questa alta via, peraltro frequentatissima da Valcava fino circa all'altezza del Pizzo dei Tre Signori: lo scorso anno infatti la rivista mensile "Orobie", nel promuovere una riscoperta del percorso, proponeva una deviazione dalla vera dorsale con una discesa in Valgerola. La ripetizione di questo secondo tratto del Sentiero Cadorna - come detto riservata a chi ha interesse in questo genere di escursioni - potrebbe risultare ancora più ostica, se non proibitiva, in senso opposto: la direzione qui descritta, con i tratti più rischiosi in discesa, ha comunque il vantaggio di permettere una lettura dall'alto del percorso; in salita questo grande vantaggio rimane precluso.


Dalle case di Laveggiolo si prosegue sulla pista forestale interdetta ai non autorizzati e per breve tratto asfaltata; si ignorano le deviazioni laterali e specialmente il sentiero ampiamente segnalato verso sinistra (via di ritorno). In costante blanda salita si raggiunge il fondovalle in corrispondenza delle tre soprastanti Baite Grasso: non si scende ad attraversare il torrente al guado, ma lo si affianca dapprima lungo una pista secondaria e poi lungo una traccia poco evidente. Il sentiero, tornato ben visibile, attraversate le acque, tende a risalire verso sinistra con alcuni tornanti una conoide di frana che aiuta a superare la soglia rocciosa della valle (Val Vedrano); guadato nuovamente il torrente presso una larga cengia scavata nella roccia, si raggiungono gli ampi pascoli dell'Alpe Colombana (indicata sulle carte come Alpe Vedrano, ma localmente sconosciuta come tale). Qui il sentiero vero e proprio finisce e occorre orientarsi a vista per proseguire: l'alpe è dominata verso nordovest da una cima rocciosa/erbosa con un grosso ometto di pietre sul vertice; al lato sinistro di questa punta (in realtà anticima della Cima di Fraina) è evidente una bocchetta erbosa al culmine di un canalone di ripido pascolo sassoso. Si va a risalire come meglio questo pendio e, durante la salita, si incontreranno resti di antichi sentieri e tracce di passaggio di animali. Raggiunta la Bocchetta di Colombana, si scollina verso la Valle di Fraina (laterale della Valvarrone) incontrando subito la carrareccia militare che sale dall'Alpe Fraina: a destra si lascia il tratto di Sentiero Cadorna per la Bocchetta di Stavello 
( www.hikr.org/tour/post132942.html ) e si scende verso sinistra fino al primo tornante. Qui una vecchia scritta "Alta Via" e una mappa del percorso completo indicano l'attacco del sentiero. Il lungo traverso a saliscendi percorre il versante della soprastante Cima della Cassera su stretta cengia erbosa con parecchie costolature rocciose attrezzate con catene corrimano (in un paio di punti staccate dagli ancoraggi intermedi fino ad essere più pericolose che inutili); in vista della bella piramide della Cima di Larecc, non si scende fino alla vicina Bocchetta di Larecc (attraversata da un bel sentiero, punto chiave della gara di corsa in montagna "Giir di Mont"), ma si salgono i vasti pascoli di sinistra lungo la cresta che sale alla Cima della Cassera. La traccia è assai poco evidente, e solo un vecchio cartello dipinto a mano evidenzia il punto dove ricominciare la traversata abbandonando la direzione per la cima. Fino a questo punto e anche oltre, arrivando circa sulla verticale del Rifugio Casera Vecchia di Varrone, l'esposizione è ancora contenuta, con solo qualche tratto franoso di terriccio e pietrame slegato; poi la proporzione si inverte e la gran parte del percorso risulta molto delicata, con esposizione continua attraverso una serie di canaloni di roccia friabile e ciuffi di sdrucciolevole fieno selvatico. In avvicinamento alla pista militare della Valvarrone (Premana-Bocchetta di Trona), la pendenza del versante, di nuovo totalmente erboso, cala concretamente e finisce nello spianarsi nella conca della Bocchetta di Trona, dove, dominate dalla vistosa e infida cuspide del Pizzo Varrone, si trovano i ruderi del vecchio Rifugio Pio XI. Da qui le indicazioni e i segnavia CAI si fanno assai numerosi: fra i molti scegliamo quelli che indicano la discesa in Valgerola; è un bel sentiero che, con ampia curva a sinistra, attraversa la testata occidentale della Valle della Pietra fino a scendere a raggiungere la Casera di Trona Soliva, con annesso rifugio. Da ormai parecchi anni l'alpeggio è raggiunto da una pista forestale che ha disastrosamente annullato lunghi tratti della antica mulattiera lastricata: senza possibili alternative, si segue la carrozzabile verso nord fin oltre un alto traliccio proprio a bordo strada; facendo attenzione, si troverà poi, sulla destra, la ripresa della mulattiera, qui ridotta a scorciatoia della pista: questo tratto originale, con due soli attraversamenti della sterrata, permette di raggiungere il versante di Val Vedrano, non lontano dal guado di fondovalle. Uno sconnesso sentiero scavato negli sbancamenti per lo scavo della strada accompagna fin nei pressi del torrente, dove si ritrova il tracciato originale: tramite un comodo traverso nel bosco, con qualche pascolo e poche baite, si torna quindi velocemente a Laveggiolo.


https://www.relive.cc/view/g21938476217

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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Menek hat gesagt:
Gesendet am 27. Juni 2018 um 18:49
a parte qualche tratto non sembra così male...ma se dici che il sentiero è in rovina...

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 27. Juni 2018 um 18:53
Emotivamente risaltano i punti degradati...


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