Ferrata Venticinquennale al Corno di Canzo Occidentale 1373 m
Ed ecco la bella pensata, partiamo presto, anticipiamo tutti e andiamo a fare la ferrata al Corno di Canzo. Ferrata cui io, per ben due o tre volte, ho rinunciato per incapacità nel superare l’attacco.
La ferrata qualche anno fa è stata rifatta facilitando l’attacco per cui mi dico: ”Forse ora posso farcela!” Marco avendola già fatta non ricorda particolari difficoltà nel proseguimento per cui acconsente a darmi un’altra possibilità. Peccato non aver letto che la nuova ferrata non ricalca, se non forse in qualche breve tratto, quella vecchia.
Poco dopo le 6.30 partiamo da Gajum e alle 8.30 siamo sotto la parete del Corno e si parte.
Percorsi i primi metri mi dico, beh sono andata oltre le volte precedenti…
Ma eccoci alla prima difficoltà la famosa placca liscia, ora semplificata. Sono stati aggiunti dei piccoli appoggi per i piedi, semplificata sì ma non semplice. Proseguiamo in un canalino divertente e facile da arrampicare. Poi le cose cominciano a complicarsi ma si alternano a punti più semplici e non mi preoccupo. Giungiamo così al lungo traverso che passa sopra alla cengia erbosa che si percorreva con la vecchia versione. La traversata è piuttosto lunga e mi mette a dura prova. L’esposizione è fortissima. In qualche punto la parete è anche sporgente, indispensabile la tenuta delle braccia che cerco comunque di risparmiare facendo molta forza sulle gambe. Alcuni saltini particolarmente difficoltosi sono facilitati da staffe ma sono poche. Mi fermo in alcuni punti e mi dico: “metto il piede qui e l’altro?” Ricordo sempre le parole di un amico di Marco che diceva che non bisogna fermarsi troppo nei punti ostici perché così facendo si rischia di stancarsi inutilmente e perdere le forze mandando gambe e braccia in risonanza, facile a dirsi ma quando temi di fare un passo e poi di non riuscire a proseguire…Dopo l’ennesima placchetta liscia in questo caso anche ascendente giungiamo alla scala, un attimo di sollievo, ne approfitto per riposare.
Giungiamo così allo strappo finale, la risalita di un pilastro, facilitata da poche ma utili staffe, l’ultimo passaggio un po’ più difficile ma finalmente vedo i bolli della cresta.
Ammetto che ho scarse capacità arrampicatorie e che di ferrate ne facciamo poche. Ma non mi è sembrato che su questa ferrata si possa arrampicare granchè, a parte alcuni punti dove anch’io mi sono divertita. Il traverso non ha appigli anzi magari ne avesse avuti.
Stamattina, rileggendo meglio la relazione di vie ferrate.it scopro che la nuova versione è più difficile della precedente…io avevo pensato solo all’attacco facilitato…va beh è andata.
La nostra giornata prosegue con più tranquillità. Il tempo ci regalerà un’inaspettata giornata asciutta fino a sera e grazie al cielo anche non particolarmente calda.
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