Generoso Wild - Corte dei Genovesi e Camoscia "vera" (tentativo)
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La Corte dei Genovesi è una delle perle nascoste e misteriose del Generoso. Un canyon profondo originato da una remota frattura tettonica in uno dei punti più reconditi della selvaggia parete ovest. L'accesso è di difficile reperimento e devo dar atto a Corrado Itineralp di aver trovato le indicazioni giuste anche attraverso una uscita esplorativa nei mesi scorsi. A noi si aggiunge anche Paolo pm1996 per un programma previsto che poi, per la complessità e difficoltà dell'ambiente, si rileverà troppo ambizioso.
La deviazione è appena a monte del Prato di Pioda, si guada a valle del Buco di Sovaglia, si seguono tracce di sentiero nella direzione della Pianca delle Tanelle, si guada la Val Scura, stavolta a secco, e si sale a risvolti fino a trovare un albero con incisi due triangoli che indicano la sinistra. Un lungo traverso per vallette, delicato, un passaggio sotto una falesia chiara con alcune cavità, uno slargo con muretti a secco e un balconcino roccioso da cui si entra, in leggera discesa e discreta esposizione, nella forra. Il canyon è lungo oltre un centinaio di metri, si accede alla parte centrale arrampicando nel centro, se asciutto, o tramite una cengia a dx che si raggiunge arrampicando (II). La parte centrale è la più spettacolare e consiglio di verificarlo sulle immagini. A seguire una risalita di alcuni metri, un ulteriore tratto percorribile, fino ad un risalto più importante dove si è fermata l'esplorazione.
Tornati al Prato della Pioda si sale, tramite il sentiero per il Perostabbio, fino alla Radura del Piodee, dove inizia il tracciato verso il secondo obbiettivo di giornata: la salita, attraversando la Valle dei Cugnoli, verso il prato della Camoscia fino a incrociare il Sentiero delle Guardie sotto lo spigolo della Cima di Piancaccia. Punto dove (e più esattamente al guado) eravamo stati fermati un paio di anni fa, da una lingua di neve.
A monte del Prato della Pioda si segue il crinale, lasciando il sentiero segnalato, tra un numero crescente di alberi caduti. Verso quota 1100 si comincia a cercare, verso sinistra, dove traversare su un terreno scosceso e scivoloso senza che si notino tracce di passaggio. Qualcuno mette i ramponi (!) per migliorare la tenuta, ci leghiamo e si prova ad avanzare per tiri ma senza che il terreno ci riveli che siamo nella direzione giusta. Un grosso spavento ci porta a rinunciare e porre il Perostabbio come meta di giornata. Andiamo a curiosare a monte della capanna, a livello del camoscino intagliato, per vedere il bosco da dove era in programma di uscire. Anche quì numerosi alberi di alto fusto caduti hanno reso impraticabile il versante e di difficile reperimento i bolli gialli del tratto nord del Sentiero delle Guardie. L'imbocco del tratto sud e la prima piega della montagna mostrano invece un aspetto migliore.
Percorso affascinante ma crudo e pericoloso, nei tratti senza sentiero, per persone abituate a questi ambienti.
Con Corrado e Paolino che ringrazio per la compagnia...
https://youtu.be/c_4EN8KQjzU
La deviazione è appena a monte del Prato di Pioda, si guada a valle del Buco di Sovaglia, si seguono tracce di sentiero nella direzione della Pianca delle Tanelle, si guada la Val Scura, stavolta a secco, e si sale a risvolti fino a trovare un albero con incisi due triangoli che indicano la sinistra. Un lungo traverso per vallette, delicato, un passaggio sotto una falesia chiara con alcune cavità, uno slargo con muretti a secco e un balconcino roccioso da cui si entra, in leggera discesa e discreta esposizione, nella forra. Il canyon è lungo oltre un centinaio di metri, si accede alla parte centrale arrampicando nel centro, se asciutto, o tramite una cengia a dx che si raggiunge arrampicando (II). La parte centrale è la più spettacolare e consiglio di verificarlo sulle immagini. A seguire una risalita di alcuni metri, un ulteriore tratto percorribile, fino ad un risalto più importante dove si è fermata l'esplorazione.
Tornati al Prato della Pioda si sale, tramite il sentiero per il Perostabbio, fino alla Radura del Piodee, dove inizia il tracciato verso il secondo obbiettivo di giornata: la salita, attraversando la Valle dei Cugnoli, verso il prato della Camoscia fino a incrociare il Sentiero delle Guardie sotto lo spigolo della Cima di Piancaccia. Punto dove (e più esattamente al guado) eravamo stati fermati un paio di anni fa, da una lingua di neve.
A monte del Prato della Pioda si segue il crinale, lasciando il sentiero segnalato, tra un numero crescente di alberi caduti. Verso quota 1100 si comincia a cercare, verso sinistra, dove traversare su un terreno scosceso e scivoloso senza che si notino tracce di passaggio. Qualcuno mette i ramponi (!) per migliorare la tenuta, ci leghiamo e si prova ad avanzare per tiri ma senza che il terreno ci riveli che siamo nella direzione giusta. Un grosso spavento ci porta a rinunciare e porre il Perostabbio come meta di giornata. Andiamo a curiosare a monte della capanna, a livello del camoscino intagliato, per vedere il bosco da dove era in programma di uscire. Anche quì numerosi alberi di alto fusto caduti hanno reso impraticabile il versante e di difficile reperimento i bolli gialli del tratto nord del Sentiero delle Guardie. L'imbocco del tratto sud e la prima piega della montagna mostrano invece un aspetto migliore.
Percorso affascinante ma crudo e pericoloso, nei tratti senza sentiero, per persone abituate a questi ambienti.
Con Corrado e Paolino che ringrazio per la compagnia...
https://youtu.be/c_4EN8KQjzU
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