M. Palo, Corna di Caspai e M. Inferni per la nuova via attrezzata.
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Tre carte, tre posti diversi da esplorare, non pesco a caso, ma scelgo scientemente di andare a scoprire il nuovo sentiero per il M. Inferni, passando prima dal M. Palo e dalla Corna di Caspai.
Oggi viaggio in solitaria, io e le mie gambettine che lasciano dolcemente il posto auto per salire verso il Rif. Nasego, la prima mezz’ora è godibile, poi arriva lo strappo, inesorabile, la gambe mi fanno male e il fiato se ne è andato affanculo, strano, ero abbastanza in forma, si vede che nella notte, nelle 5 ore che ho dormito, devo aver litigato con Buffon o con l’arbitro di Real-Juve. Con fatica arrivo al M. Palo in 1h20.
Mi fermo 5 minuti per bere un sorso d’acqua, poi proseguo a N lungo la cresta a tratti esposta, poco prima del Roccolo Morandi incontro due persone… chi saranno mai? Eh sì, proprio loro, Marco27 e cristina, se girate tra le Alpi Marittime e quelle Giulie non potete non incontrarli. Come si fa in questi casi ci si abbraccia, più volentieri con la Cri che con Marco, e dopo aver perso un buon 15 minuti in chiacchiere ognuno va per la sua strada. Io verso la Caspai loro verso il M.Palo.
Dal Roccolo Morandi il sentiero prosegue tranquillo in piano, e quasi mi sembra di recuperare energie, poi dal Passo della Cavada mi aspetta lo strappo per la Corna Caspai, e lì sono di nuovo cazzi. Arrivo in cima che sembro Renzi nel post elezioni. Qua mi fermo almeno una mezz’oretta, il sole è bello caldo e faccio fuori il mio pranzo frugale a base di frutta.
Riparto seguendo ad E tutta la cresta, a tratti esposta ed infida, mi domando come sono riuscito a farla in una antecedente escursione quando trovai la neve marcia, ma oggi è tutta un'altra cosa. Sono al Passo della Cisa e mi fermo a fare due chiacchiere con delle persone proprietarie di una piccola baita, chiedo lumi sul nuovo sentiero, loro mi dicono che l’hanno appena ripristinato aggiungendo la via attrezza inaugurata l’Agosto scorso, la vecchia traccia era totalmente scomparsa.
Si sale ancora ripidi e dopo 10/15 minuti si arriva al tratto attrezzato con luccicanti catene, non c’è bisogno di portarsi appresso nessun kit, le catene qua sono poste in una zona un po esposta e instabile. A tratti si strappa, sempre su terreno scivoloso, ancora una volta le catene aiutano. Dopo aver viaggiato a lato S ora mi porto a lato N, oltrepassando una stretta selletta, si perde qualche metro di quota, poi si risale, ancora a ripidi strappetti, l’ultimo tratto di catene mi deposita direttamente sul M. Inferni dove hanno piazzato due paline: una con indicazioni, l’altra segnala la cima, una palina laica e inclusiva. Bel lavoro e complimenti al Comune di Lodrino.
Mi fermo a prendere un po di respiro, le gambe non mi fanno più male ma il fiato latita, tra un pensiero e l’altro mi torna alla mente la mia precedente salita al M. Inferni http://www.hikr.org/tour/post119079.html : dov’eravate indicazioni? E la via attrezzata? Che culo che mi ero fatto! Ora mi aspetta una nuova discesa, sulla stretta cresta a tratti esposta, immancabile la presenza di erba ciularina che obbliga ad un “passo sicuro”, arrivo ad una cascina, la oltrepasso e scendo sino ad una palina indicativa, poi ad un'altra: a sinistra si prosegue in flebile mezzacosta esposta e erba ciularina, direzione Pineta di Lodrino, scendendo si arriva a Cogozzo.
Sono stanco, e non ho più voglia di stare concentrato, scendo verso Cogozzo, su traccia ancora infame, ma son solo 5 minuti di cammino poi è tutto più facile. A Cogozzo m’incarto un attimo, la bollatura è presente ma poi sparisce tra gli arbusti, essendoci già passato pensavo di ricordare meglio. Provo un paio di brevi discesette tra depistanti tracce, poi trovo la retta via, proprio vicino al cancellino della cascina, la traccia nel primo tratto è un po invasa dai rami, poi tutto diventa più chiaro e mi porto sulla sottostante sterrata che mi porta alla bella e bucolica Loc. Vestone.
Come da indicazioni seguo per Lodrino, in completo relax su strada ASP, sbuco un po più a basso rispetto al parcheggio della Genzianella, gli ultimi 50 metri di dislivello per arrivare all’auto sembrano un inferno, anzi, un Inferni! Per come sono messo sarebbe stato meglio fare un giro in città a bermi un pirlo.
Nota 1): Bel giro ad anello consigliato ad escursionisti esperti, come da molteplici indicazioni; la traccia spesso è stretta e si scivola parecchio, ci sono diverse zone esposte, in compenso sono bellissime le nuove segnalazioni e il nuovo sentiero con annessa via attrezzata verso il M. Inferni. Chapeua!
Nota 2): Eric…ciao.
INFERNI.
Cammino a denti stretti carente dei miei perni,
divido la mia forza con passi subalterni,
prego a modo mio invocando i padreterni.
Inferni,
si scivola non poco e se cadi ti squinterni,
la gente che mi vede mi lancia degli scherni,
se fate i cazzi vostri sarete più moderni.
Inferni,
contento di sto giro lo metto sui quaderni,
aggiungo la fatica con tutti i miei costerni,
i saluti sono tanti ed ovviamente son fraterni.
Se penso al fiato corto rimembro i tristi inverni, ed in fondo mi domando: arriverò agli Inferni?
A’ la prochaine! Menek e l’alone costante di Eric.
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