Là dove volano le Aquile. Uno sguardo sulla Valgrande dal Passo di Biordo
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Le improvvisate in montagna non sono mai una buona idea...ma succedono. E così invece di andare al Tignolino per evitare un pendio un po' ripido ci troviamo in mezzo ad un'escursione alpina impegnativa.
Per la verità la guida sciistica della Val Vigezzo parla del Passo di Biordo, un valico poco sopra i 2000 metri al confine con la Valgrande, come una gita in ambiente selvaggio ma non menziona il pericolo valanghe, quindi partiamo tranquilli. L'inizio è in effetti comodo, prima un bel sentiero poi la stradina che sale all'Alpe Campra, pendenze regolari e buon passo; poco prima dell'alpe mettiamo le ciaspole. Sbuchiamo sul bellissimo pianoro dell'Alpe e le cose si fanno subito più dubbie...
Per entrare nel vallone di Biordo il sentiero estivo fa' una traversa in discesa (si perdono oltre 100 metri di dislivello) su di un fianco ripido e intersecato da numerosi canali; il primo ci accoglie con un imponente resto di valanga, i successivi sono molto ripidi ma abbastanza puliti e sicuri. Posto dove in condizioni non più che sicure non ci si sognerebbe di passare.
E il bello è appena iniziato! Usciti dalla traversa ci troviamo in una grande conca (piena di resti di valanghe anche lei...) da cui si scorge un vallone selvaggio e ripidissimo; lassù in alto un ripido canale porta al passo, stretto fra il Togano e il Pizzo di Nona. Ambiente favoloso, ma un po' inquietante. Saliamo dapprima verso destra su di un ripido pendio nel bosco: la neve è pesante e scivolosa e costringe ad un notevole sforzo.
Finalmente superiamo il salto e raggiungiamo il grande pianoro ai piedi del Togano dove sorgono i resti dell'Alpe Fornale, completamente nascosti dalla neve. Un po' di pausa, traversiamo il pianoro e attacchiamo lo scalino che porda ai piedi del passo; il ripido pendio è carico di neve, fortunatamente c'è qualche alberello che rende il passaggio meno esposto. Siamo in un grande circo sotto le pareti del Togano.
Di qui il canale del passo è decisamente inquietante: un ripido pendio sale fino ai piedi delle rocce dove parte il canale che supera largamente i 40 gradi; sul filo di cresta un bel cornicione ci guarda beffardo. Con il cuore in gola e scrutando ogni segno di instabilità traccio il pendio tenendomi il più possibile al di fuori del canale. Togliamo le ciaspole e continuiamo nel canale; l'uscita diretta al passo è troppo rischiosa per la cornice, quindi obliquo sul pendio di neve a sinistra che porta a una spettacolare uscita sui resti di un grande lastrone di neve dura.
L'uscita è fantastica: una grande cresta di cornici sul passo, poi là in fondo il profilo altero del Togano e verso sud l'amata Valgrande immersa nelle brume. Appena iniziamo la discesa pochi metri sopra di noi volteggia una grande aquila e ci saluta.
Ancora un po' di attenzione nella ripida prima parte della discesa poi rotoliamo a valle, traversiamo il torrente che gorgheggia nel fondovalle, poi ci rifacciamo il traverso con i canali, fortunatamente ben sicuri. Per farci mancare niente ravaniamo nel bosco, ma alfine stanchi e soddisfatti raggiungiamo l'auto.
E' un percorso selvaggio e bellissimo per amanti della ciaspola estrema. E' molto esposto al rischio valanghe sia nei canali del traverso (particolarmente col caldo) sia nel canale finale che porta al passo (dove i ramponi possono essere indispensabile se c'è neve dura). Solo per escursionisti molto esperti e in condizioni sicure.
Per la verità la guida sciistica della Val Vigezzo parla del Passo di Biordo, un valico poco sopra i 2000 metri al confine con la Valgrande, come una gita in ambiente selvaggio ma non menziona il pericolo valanghe, quindi partiamo tranquilli. L'inizio è in effetti comodo, prima un bel sentiero poi la stradina che sale all'Alpe Campra, pendenze regolari e buon passo; poco prima dell'alpe mettiamo le ciaspole. Sbuchiamo sul bellissimo pianoro dell'Alpe e le cose si fanno subito più dubbie...
Per entrare nel vallone di Biordo il sentiero estivo fa' una traversa in discesa (si perdono oltre 100 metri di dislivello) su di un fianco ripido e intersecato da numerosi canali; il primo ci accoglie con un imponente resto di valanga, i successivi sono molto ripidi ma abbastanza puliti e sicuri. Posto dove in condizioni non più che sicure non ci si sognerebbe di passare.
E il bello è appena iniziato! Usciti dalla traversa ci troviamo in una grande conca (piena di resti di valanghe anche lei...) da cui si scorge un vallone selvaggio e ripidissimo; lassù in alto un ripido canale porta al passo, stretto fra il Togano e il Pizzo di Nona. Ambiente favoloso, ma un po' inquietante. Saliamo dapprima verso destra su di un ripido pendio nel bosco: la neve è pesante e scivolosa e costringe ad un notevole sforzo.
Finalmente superiamo il salto e raggiungiamo il grande pianoro ai piedi del Togano dove sorgono i resti dell'Alpe Fornale, completamente nascosti dalla neve. Un po' di pausa, traversiamo il pianoro e attacchiamo lo scalino che porda ai piedi del passo; il ripido pendio è carico di neve, fortunatamente c'è qualche alberello che rende il passaggio meno esposto. Siamo in un grande circo sotto le pareti del Togano.
Di qui il canale del passo è decisamente inquietante: un ripido pendio sale fino ai piedi delle rocce dove parte il canale che supera largamente i 40 gradi; sul filo di cresta un bel cornicione ci guarda beffardo. Con il cuore in gola e scrutando ogni segno di instabilità traccio il pendio tenendomi il più possibile al di fuori del canale. Togliamo le ciaspole e continuiamo nel canale; l'uscita diretta al passo è troppo rischiosa per la cornice, quindi obliquo sul pendio di neve a sinistra che porta a una spettacolare uscita sui resti di un grande lastrone di neve dura.
L'uscita è fantastica: una grande cresta di cornici sul passo, poi là in fondo il profilo altero del Togano e verso sud l'amata Valgrande immersa nelle brume. Appena iniziamo la discesa pochi metri sopra di noi volteggia una grande aquila e ci saluta.
Ancora un po' di attenzione nella ripida prima parte della discesa poi rotoliamo a valle, traversiamo il torrente che gorgheggia nel fondovalle, poi ci rifacciamo il traverso con i canali, fortunatamente ben sicuri. Per farci mancare niente ravaniamo nel bosco, ma alfine stanchi e soddisfatti raggiungiamo l'auto.
E' un percorso selvaggio e bellissimo per amanti della ciaspola estrema. E' molto esposto al rischio valanghe sia nei canali del traverso (particolarmente col caldo) sia nel canale finale che porta al passo (dove i ramponi possono essere indispensabile se c'è neve dura). Solo per escursionisti molto esperti e in condizioni sicure.
Tourengänger:
blepori
Communities: Ticino Selvaggio, Hikr in italiano
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Kommentare (6)