Verso il Pizzo Corói


Publiziert von Sky , 29. November 2017 um 22:23.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:26 November 2017
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT5 - Alpine Schneeschuhtour
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Pizzo Corói   Gruppo Piz Medel   CH-TI   Gruppo Scopi 

Dopo la batosta di due settimane fa verso la Cima di Garina, torno in Val Camadra per provare il Pizzo Corói. Ora, sono più aggiornato sullo stato della neve. Con me ho tutto quello che l’altra volta mi ero scordato o avevo deciso di non portare: le mie fide ciaspole, le ghette e le rondelle da neve per i bastoncini. Sono ben attrezzato per affrontare il freddo che si prospetta per oggi. Parto prestissimo, poco dopo le 6 sono in cammino da Aquilesco lungo la strada per Pian Geirett. Con le scarpe da corsa sono veloce e leggero. Incontro neve attorno ai 1900 e lì calzo gli scarponi. Arrivato a Pian Geirett, la Capanna Scaletta è proprio di fronte a me, là sopra. La via “direttissima” che percorsi qualche anno fa con il sentiero estivo mi ammalia. So che è ripido quel versante, l’ho studiato proprio ieri sulla CNS, eppure quel pendio-canalone mi sembra bello, fattibile. Parto con le ciaspole, saggio la neve. È bella, compatta. Molto più di settimana scorsa. Certo, all’inizio la pendenza non è tremenda, poi diventerà molto più ripido, ma voglio provare. Tra l’altro, il sentiero ufficiale fa un giro lunghissimo, quindi, anche se sarò lento, ci dovrei mettere meno così piuttosto che seguirlo. Ad un certo punto, però, la neve incomincia a diventare inconsistente. La progressione, improvvisamente, si fa faticosa e pericolosa. Decido di tornare indietro. Ripercorro a ritroso le mie impronte sulla neve, poi vedo, sulla mia destra, il sentiero estivo della direttissima, quasi scoperto dalla neve, che lì evidentemente è stata spazzata dal vento. Decido di raggiungerlo, compiendo un traverso, e so che sarà molto delicato. A rendere le cose ancora più complicate sono le ciaspole, che indosso. Non ho lo spazio per togliermele e mettermi i ramponi. Con me fortunatamente ho la mia picca da cascata, che, con la sua forma arcuata della becca, è facile da estrarre dalla terra in cui la conficco, piantandola con un colpo vigoroso. Così lentamente, metro dopo metro, procedo in traverso, tenendomi alla mia picca, ai ramponi delle ciaspole e a qualche ciuffo d’erba. Sotto di me ho il vuoto. L’adrenalina scorre, ma resto concentrato. Finalmente sono sul sentiero. A questo punto posso rilassarmi. Metto su i ramponi che avrei voluto avere prima e proseguo verso la capanna. Arrivato alla Scaletta, proseguo in diagonale, verso la mia meta o idealmente verso un punto in mezzo tra Pizzo Marumo e Pizzo Corói. Nel frattempo è incominciato a soffiare vento forte, fortissimo, e nevica. La visibilità si abbassa, non si vedono più le cime attorno a me. La neve è portante, decisamente più di due settimane fa, non sento bisogno di mettere le ciaspole, che restano sul mio zaino, anche se in alcuni punti, dove si è formato un accumulo di neve, si sprofonda. Ci sono tratti di caratteristico pietrisco nerastro scoperti, ma invece che essere più facile la progressione, il terreno si sbriciola sotto i miei scarponi. Sono lento, più di quanto mi aspettassi. Non so quanto ci potrei mettere ad arrivare in vetta. Vedo che ci sto mettendo un’ora per fare un km. Mi metto come limite le 13 per arrivare in vetta. A mezzogiorno e mezzo vedo che sono ancora lontano, troppo lontano, sia dalla meta che mi ero prefissato (il P2735) sia dal punto quotato sulla cresta a me più vicino (il P2720), così a quota 2600 pianto la picca e mi fermo. Torno indietro. In discesa è tutto più facile, più divertente! Mi fermo a mangiare un po’ alla Capanna Scaletta, sperando di trovare un po’ di riparo dal vento, ma niente. Proseguo quindi la discesa. Ora devo mettere le ciaspole. Nessuna difficoltà, tranne qualche “trappola per racchettaro”! Così, sono a Pian Geirett. Di lì, è solo strada. Arrivato ad Aquilesco incontro quello stesso ragazzo con cui avevo scambiato qualche chiacchiera due settimane fa. Ancora, parliamo delle vette della Val di Blenio che entrambi amiamo.

Una seconda débâcle in due uscite. Un po’ mi rammarico, ma in fondo forse mi scelgo mete troppo faticose da affrontare in solitaria con la neve. D’altronde, non è da me scegliere una meta che non desidero davvero. Ciononostante, mi sono reso conto che ho perso lo smalto, la determinazione che avevo un tempo. Ma mi rifarò, sì che mi rifarò!


Tourengänger: Sky


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Kommentare (2)


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Francesco hat gesagt:
Gesendet am 30. November 2017 um 08:43
"Un po’ mi rammarico, ma in fondo forse mi scelgo mete troppo faticose da affrontare in solitaria con la neve"

Ciao Luca,hai gia scritto cio che volevo dirti-
....Aggiungerei un'appunto: la stagione e le giornate ci comunicano cio che possiamo fare, poi, alla fine decidiamo noi quanto vogliamo recepire e mettere in atto-
....Il vero obiettivo comunque è sempre lo stesso: tornare a casa-
---------Ciao-

Sky hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. November 2017 um 21:04
Vero, ma ho anche scritto :
"D’altronde, non è da me scegliere una meta che non desidero davvero"
La forza trainante resta sempre la vetta e l'attrazione che provo per essa.. se poi il tempo o le forze mancano, è un altro problema.. non deve essere quello a farmi rinunciare a provarci !
D'inverno la neve dilata i tempi in modo ignoto e le giornate sono più corte, ma per questo basta avere con se la frontale ;-)
Ciao, Sky


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