Monte Gradiccioli, anello da Arosio


Publiziert von Angelo63 , 25. November 2017 um 22:00.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Sottoceneri
Tour Datum:18 November 2017
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Tamaro-Lema 
Zeitbedarf: 8:15
Aufstieg: 1200 m
Strecke:Arosio - Alpe di Torricella - La Bassa - Spalla Est Gradiccioli - Vetta Gradiccioli - Pianoni - Passo e Alpe Agario - Alpe di Coransù - Mugena - Arosio
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Uscita autostradale Lugano Nord, in direzione Ponte Tresa. Al semaforo svoltare a destra e seguire le indicazioni per Gravesano dove si imbocca la ripida strada che dopo una decina di tornanti arriva ad Arosio. Possibilità di parcheggio in paese, in zona chiesa/cimitero.

Con le previsioni meteo a nostro favore - il bel tempo è preannunciato per tutto il fine settimana - assieme a Danilo decidiamo di programmare una uscita non troppo distante da casa. Poiché per la domenica è previsto vento forte, considerate le difficoltà già incontrate nell’ultima uscita nella zona del Ritom, si è deciso di andare sabato. La meta prescelta è il monte Gradiccioli, con salita dal versante al sole per evitare di percorrere tratti innevati, se non addirittura ghiacciati, lungo il versante nord.
 
Raggiunto l’abitato di Arosio e parcheggiata l’auto nei pressi della bella chiesa, ci mettiamo in cammino quando sono le 8.40. Percorriamo le stradine del paese seguendo le indicazioni per “ai monti”. La stretta strada asfaltata è interrotta da una sbarra che limita l’accesso agli autorizzati. Sin qua si potrebbe in effetti arrivare con l’auto – ci sono possibilità di parcheggio – ma considerato che è nostra intenzione compiere un giro ad anello, ritornando ad Arosio provenendo da Mugena, vogliamo risparmiarci un tratto in salita nella parte finale dell'escursione. Superata la sbarra il percorso alterna tratti in asfalto e sterrato. La pendenza è decisamente poco accentuata, a tratti irrilevante, e la strada aggira da sud a nord le pendici del monte Ferraro passando lungo il versante orientale. Il sole ci riscalda lungo il nostro procedere. Si incontrano castagni e poi faggi, quindi un tratto con abeti e larici per poi ritrovare una bella faggeta. Sono in corso lavori di disboscamento e così non ci accorgiamo delle indicazioni che, lasciando la sterrata, ci consentirebbero di puntare nel bosco per raggiungere la località La Bassa. Procediamo infatti sempre seguendo la strada sino a quando arriviamo all’Alpe Torricella. Camminiamo ormai da circa 1h30m ed abbiamo già percorso 5,4 km superando un dislivello di appena 400 metri. All’Alpe finalmente si imbocca un sentiero che sale tra i faggi e in un certo qual modo ci fa ritornare sui nostri passi seppur salendo di quota. Alle 10.25 raggiungiamo La Bassa affacciandoci sull’ampia conca che è chiusa a nord dalla vetta del Gradiccioli. Di fronte a noi, sul lato opposto della vallata, un lungo tratto della dorsale che collega il Lema al Tamaro. Decidiamo di proseguire, per arrivare alla nostra meta, seguendo la via più diretta anche se sappiamo essere la più faticosa. Neve su questo versante non pare essere presente e quindi partiamo decisi per affrontare questo tratto di percorso che in alcuni punti è decisamente ripido. Si procede infatti tenendo sempre il filo di cresta che separa i prati, sul versante a ovest, dal bosco di abeti che scende verso il pendio orientale. Si sale a balze continue dove nei tratti ripidi fatichiamo parecchio per poi riprendere un po’ di fiato in alcuni brevi passaggi con moderata pendenza. Arrivati ad una quota di circa 1.700 metri quando sono le 11.30 facciamo una sosta di qualche minuto prima di raggiungere la cresta. Alla nostra sinistra ci sono prati asciutti ma con ciuffi d’erba insidiosi mentre a destra, lungo il versante esposto a nord con vista sulla zona del Tamaro, c’è una copertura nevosa abbastanza omogenea. Non ci resta che seguire sempre il filo di cresta procedendo con attenzione sui tratti innevati. La giornata è calda e nei tratti esposti il temuto vento non si fa nemmeno sentire. Ancora alcuni brevi strappi e finalmente raggiungiamo la vetta quando sono le 12.20. Siamo in marcia da 2h40m, con soste per circa 1h, ed abbiamo percorso quasi 9 km. È la terza volta che raggiungo la cima di questa montagna che considero uno spettacolare anfiteatro naturale. La vista spazia letteralmente a 360 gradi sulle montagne all’orizzonte. In giornate soleggiate come oggi si può andare a cercare le cime più particolari come la inconfondibile sagoma del Monviso, laggiù dove ci si aspetta esserci solo pianura, oppure l’apparente insignificante punta del Cervino che è visibile, in direzione nord, poco distante dall’imponente massiccio del Rosa. Verso ogni punto di osservazione c’è una cima da riconoscere e non si finirebbe mai di tentare di indovinarne il nome. In direzione sud sono ben visibili anche due tratti del Ceresio e una parte del Verbano, dalle isole di Brissago verso Verbania e più in fondo Stresa. Azzeccatissima la scritta sulla targa posta ai piedi della croce di vetta: “L’intensità della vita non si misura con il numero dei respiri, ma in base ai luoghi e ai momenti che ci hanno fatto mancare il fiato”. Non c’è nessuno oggi qua in vetta e considerata l'assenza di vento decidiamo di fare qui la nostra sosta per il pranzo. Scattate le foto di rito ci incamminiamo per il ritorno quando sono le 13.20. Non ritorniamo sui nostri passi ma scendiamo lungo la cresta ovest in direzione di Pianoni dove arriviamo in circa 25 minuti. Il versante che scende verso la val Veddasca è ben innevato, molto di più di quello esposto a nord est ed osservato nel corso della salita. Per un attimo appare, ma subito fugge, un camoscio che non riusciamo nemmeno a fotografare tanto è rapido. Alle 14.05, quando siamo ad una quota di circa 1.650 metri, ci concediamo una bella sosta di una ventina di minuti sdraiati sul prato al sole. Alle 14.40 raggiungiamo il Passo d’Agario e in pochi minuti la vicina omonima Alpe. Ora si inizia la discesa più marcata e purtroppo prevalentemente all’ombra. Il sentiero diviene sterrata, sempre più ampia, che scende nel bosco. Alle 15.30 raggiungiamo l’Alpe di Coransù dove facciamo una sosta di circa 10 minuti. Abbiamo ormai raggiunto il fondovalle tra gli abitati di Vezia e Mugena. Siamo ora nella zona del sentiero dei castagni dove su prati ben tenuti si trovano degli imponenti esemplari di castagno. Alle 16.30, nei pressi della vasca antincendio di Vezio, superiamo il corso d’acqua che scende dall’anfiteatro naturale che abbiamo oggi percorso. In breve tempo raggiungiamo l’abitato di Mugena e prevalentemente su asfalto ritorniamo ad Arosio. Arriviamo alla nostra auto quando sono le 16.55.
 
Un gran bel giro con un discreto chilometraggio e dislivello. In giornate di bel tempo come oggi si torna a casa particolarmente soddisfatti.
 
Dati complessivi:
Km percorsi: 18,7;
Tempo marcia: 5h30m;
Tempo sosta: 2h45m;
Ascesa: mt. 1.200 circa;
Velocità media in marcia: 3,4 km/h;
Velocità media totale: 2,3 km/h.
 


Tourengänger: Angelo63, Danilo54
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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GIBI hat gesagt:
Gesendet am 26. November 2017 um 20:50
Quante volte Angelo ho fatto questo stesso giro eppure non mi stanca mai ... ogni tanto per cambiare scendo dall'Alpe Nisciora ma mi sembra non abbiano ancora finito di risistemare il sentiero !

Complimenti sempre un giro e fortunati a non aver trovato vento in cima al Gradiccioli che c'è quasi sempre !

ciao Giorgio

Angelo63 hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. November 2017 um 22:20
Grazie Giorgio!
Si, siamo stati particolarmente fortunati a non trovare vento lungo la cresta e in vetta.
Il passaggio dall'Alpe Nisciora lo abbiamo evitato perché nelle vicinanze del Passo d'Agario c'era neve nei tratti di sentiero in ombra. Non so se le opere di risistemazione sono terminate.

Buone montagne
angelo


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