Monte Barigazzo e le sue curiose creste
|
||||||||||||||||||
La curiosità mi spinge a tornare in questa zona per metter piede su alcune particolarità geologiche di questi monti. Partiamo da un parcheggino lungo la SP42 tra Corrieri e Castellaro, in Val Taro (Borgotaro).
Un chiaro cartello escursionistico indica varie mete: il nostro primo obiettivo è il Monte Barigazzo che raggiungiamo tramite il Sentiero Diretto, nella parte centrale abbastanza ripido, ma che permette di transitare da alcuni calanchi, agglomerati di "sabbia compatta" davvero unici.
Raggiunta la cima del Monte Barigazzo scendiamo verso la vicina Chiesa per iniziare a dirigerci, attraverso bellissimi boschi di faggi, alle "famose" creste, tutte ottimamente indicate da segnavia e cartelli. Le creste da percorrere sono due: la Cresta Sud definita "facile" che useremo per l'andata e la Cresta Nord, definita "difficile" che useremo per il ritorno.
Seguendo le varie indicazioni arriviamo all'imbocco della Cresta Sud che percorriamo velocemente, rivolgendo più sguardi alla parallela Cresta Nord, quella che ci sembra davvero unica nel suo genere. Finita la prima cresta una breve discesina nel bosco ci porta alla partenza della seconda. Da subito l'effetto estetico della cresta attrae il nostro interesse: bella e particolare.
Iniziamo a percorrerla con la dovuta attenzione: anche se l'ampiezza della cresta non è mai estremamente stretta, i due fianchi scoscesi, sia a destra che a sinistra, rimandano un bel senso di "vertigine". Ne percorriamo un tratto per poi fermarci a fare qualche foto, ammirare la particolarità del terreno su cui mettiamo i nostri piedi.
Continuiamo a camminare girandoci spesso indietro per ammirare il percorso effettuato. In un punto la presenza di una pianta proprio sulla sommità della cresta obbliga ad un brevissimo traverso, comodamente attrezzato con una catena per poi rientrare subito sul "filo". La tipologia di roccia su cui ci si muove non trasmette un gran senso di affidabilità, è quindi con attenzione che affrontiamo l'ultimo tratto in salita, superando anche due gradoni rocciosi con l'aiuto della mani.
Terminata la Cresta Nord ritorniamo sul percorso dell'andata per poi successivamente imboccare la deviazione per Pianeletto e da qui iniziare la seconda parte del tour di oggi. Questa seconda parte ci porterà a compiere un ampio giro con la voglia e la curiosità di camminare in mezzo ai boschi ma che con la luce un po' spenta di oggi non si faranno apprezzare in pieno.
Transitiamo dal borgo fantasma di Lavacchielli, ormai da anni completamente abbandonato dalla comunità di scalpellni che lo abitava, un posto suggestivo.
Ora tra boschi e qualche piccolo nucleo di case arriviamo alla Pieve di Gravago dove riusciamo a fare pausa pranzo parzialmente coperti dall'aria freschina che oggi ci accompagnerà per quasi tutta la giornata. Ripreso il cammino iniziamo la risalita verso la non-cima del Monte Disperata e poi tra bei faggi, arriviamo anche sul Monte Grosso, che rende più l'idea di cima se osservato dal suo versante sud.
Ora non ci resta che la discesa per rientrare alla macchina, con qualche bello scorcio sul Monte Barigazzo e sull'immensità dei boschi che dominano queste zone.
P.S.: se la prima parte del percorso è davvero singolare e merita una visita, la seconda non offre particolari spunti di interesse. Per un'eventuale ripetizione, consiglierei di concentrarsi maggiormente sulla zona del Barigazzo magari agganciando l'ultima parte del giro effettuato tempo fa in modo da toccare il Monte Cravedosso e la cosiddetta "Citta d'Umbria".
Vale invece la pena passare la Lavacchielli da cui si può imboccare un sentiero segnato che riporta nei pressi del Monte Grosso, permettendo così di tagliar via tutta la parte verso la Pieve di Gravago.
Un chiaro cartello escursionistico indica varie mete: il nostro primo obiettivo è il Monte Barigazzo che raggiungiamo tramite il Sentiero Diretto, nella parte centrale abbastanza ripido, ma che permette di transitare da alcuni calanchi, agglomerati di "sabbia compatta" davvero unici.
Raggiunta la cima del Monte Barigazzo scendiamo verso la vicina Chiesa per iniziare a dirigerci, attraverso bellissimi boschi di faggi, alle "famose" creste, tutte ottimamente indicate da segnavia e cartelli. Le creste da percorrere sono due: la Cresta Sud definita "facile" che useremo per l'andata e la Cresta Nord, definita "difficile" che useremo per il ritorno.
Seguendo le varie indicazioni arriviamo all'imbocco della Cresta Sud che percorriamo velocemente, rivolgendo più sguardi alla parallela Cresta Nord, quella che ci sembra davvero unica nel suo genere. Finita la prima cresta una breve discesina nel bosco ci porta alla partenza della seconda. Da subito l'effetto estetico della cresta attrae il nostro interesse: bella e particolare.
Iniziamo a percorrerla con la dovuta attenzione: anche se l'ampiezza della cresta non è mai estremamente stretta, i due fianchi scoscesi, sia a destra che a sinistra, rimandano un bel senso di "vertigine". Ne percorriamo un tratto per poi fermarci a fare qualche foto, ammirare la particolarità del terreno su cui mettiamo i nostri piedi.
Continuiamo a camminare girandoci spesso indietro per ammirare il percorso effettuato. In un punto la presenza di una pianta proprio sulla sommità della cresta obbliga ad un brevissimo traverso, comodamente attrezzato con una catena per poi rientrare subito sul "filo". La tipologia di roccia su cui ci si muove non trasmette un gran senso di affidabilità, è quindi con attenzione che affrontiamo l'ultimo tratto in salita, superando anche due gradoni rocciosi con l'aiuto della mani.
Terminata la Cresta Nord ritorniamo sul percorso dell'andata per poi successivamente imboccare la deviazione per Pianeletto e da qui iniziare la seconda parte del tour di oggi. Questa seconda parte ci porterà a compiere un ampio giro con la voglia e la curiosità di camminare in mezzo ai boschi ma che con la luce un po' spenta di oggi non si faranno apprezzare in pieno.
Transitiamo dal borgo fantasma di Lavacchielli, ormai da anni completamente abbandonato dalla comunità di scalpellni che lo abitava, un posto suggestivo.
Ora tra boschi e qualche piccolo nucleo di case arriviamo alla Pieve di Gravago dove riusciamo a fare pausa pranzo parzialmente coperti dall'aria freschina che oggi ci accompagnerà per quasi tutta la giornata. Ripreso il cammino iniziamo la risalita verso la non-cima del Monte Disperata e poi tra bei faggi, arriviamo anche sul Monte Grosso, che rende più l'idea di cima se osservato dal suo versante sud.
Ora non ci resta che la discesa per rientrare alla macchina, con qualche bello scorcio sul Monte Barigazzo e sull'immensità dei boschi che dominano queste zone.
P.S.: se la prima parte del percorso è davvero singolare e merita una visita, la seconda non offre particolari spunti di interesse. Per un'eventuale ripetizione, consiglierei di concentrarsi maggiormente sulla zona del Barigazzo magari agganciando l'ultima parte del giro effettuato tempo fa in modo da toccare il Monte Cravedosso e la cosiddetta "Citta d'Umbria".
Vale invece la pena passare la Lavacchielli da cui si può imboccare un sentiero segnato che riporta nei pressi del Monte Grosso, permettendo così di tagliar via tutta la parte verso la Pieve di Gravago.
Tourengänger:
Andrea!
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (14)