Valle di San Martino: il Sentiero 801


Publiziert von cai56 , 3. November 2017 um 18:40. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 1 November 2017
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:30
Aufstieg: 2255 m
Abstieg: 2253 m
Strecke:Circolare 34,95 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Lecco lungo la statale 36; se ne esce allo svincolo di Bione e si prosegue in direzione di Bergamo fino a Calolziocorte. Vista la piccola discordanza fra punto di partenza e punto di arrivo del sentiero, conviene parcheggiare nei pressi della stazione ferroviaria.

La Valle di San Martino (più propriamente un corridoio naturale che solo in parte ha aspetti di una vera valle), amministrativamente divisa tra le province di Lecco e Bergamo, dal punto di vista escursionistico è ricchissima di sentieri e mulattiere che collegano paesi, frazioni, nuclei rurali vivi e abbandonati. Il "Sentiero della Valle" n° 801 percorre a grandi linee il perimetro del territorio lecchese (comuni di Calolziocorte, Carenno, Erve, Monte Marenzo, Torre de' Busi e Vercurago) con una bella intuizione di progetto, ma con gravi carenze logistiche. La Comunità Montana locale mette a disposizione un road-book molto ben particolareggiato:

http://www.cmlariosanmartino.movimentolento.it/it/resource/track/sentiero-801
http://www.cmlariosanmartino.movimentolento.it/it/resource/track/sentiero-801b
http://www.cmlariosanmartino.movimentolento.it/it/resource/track/sentiero-571
http://www.cmlariosanmartino.movimentolento.it/it/resource/track/801d
http://www.cmlariosanmartino.movimentolento.it/it/resource/track/801e

che è indispensabile consultare durante la marcia; infatti la segnaletica sul percorso si limita a qualche palina indicatrice che solo in poche occasioni risulta in posizione di qualche utilità; la bollatura a vernice specifica è del tutto assente (non mancano però bolli di altri percorsi, di gare di corsa/mtb, di lavori forestali); capita che un'importante deviazione di percorso si manifesti con una scritta a pennarello su di un sasso fra il fogliame (bivio Nesolio - Pian Munik) o che comunque il road-book non coincida con la segnaletica verticale (convento del Pertüs). Per dirne una: non è segnalato nemmeno l'inizio del percorso a Calolziocorte.
Agli stessi link è scaricabile la traccia GPS, della quale non ho esperienza alcuna.

Si tratta ovviamente di un giro molto lungo e faticoso e - tutto considerato - non particolarmente attraente: non mancano però tratti molto belli panoramicamente (Valcava - Pertüs) o manufatti di valore artistico/etnografico da conoscere(San Michele, la scalinata acciottolata Torre de' Busi - Valcava, qualche cascinale rustico).
La difficoltà escursionistica T3+ indicata nella scheda si riferisce alla lunghezza dell'intero percorso e a qualche singolo tratto di sentiero (ad esempio Portülena - Pian Munik) scosceso ed esposto: attualmente - in condizioni autunnali - la quantità di fogliame al suolo può creare qualche difficoltà supplementare.
La descrizione del percorso non può essere che a grandi linee, viste le continue deviazioni fra carrozzabili, sentieri e mulattiere. 


Dal parcheggio nel viale della stazione (Via A.Galli), si prosegue verso SE lungo la medesima via finchè raggiunge la provinciale (Corso Dante) presso un semaforo; la si segue verso destra fino al semaforo successivo (Largo Garibaldi), dove si attraversa a sinistra, per poi subito imboccare la lunga Via F.Calvi: al termine si raggiunge la località Ponte Serta nella frazione Foppenico. Al di là del torrente (nessuna segnalazione) si sale subito a sinistra - Via Lorentino - lungo un ripidissimo selciato a tornanti: raggiunta Lorentino, dalla piazzetta, si prosegue per Sopracornola; entrando nel bosco, con bellissimo percorso, ci si sposta fino a San Gottardo. Qui bisogna cercare il sentiero per Monte Marenzo: dopo aver attraversato la provinciale, un centinaio di metri prima della chiesa (disaccordo col road-book, assenza di segnali), è necessario identificare un passaggio rettilineo fra i giardini delle due ultime abitazioni della frazione che conduce a valicare un ruscello; sull'altra sponda inizia il nostro sentiero. Si segue un lungo mezzacosta nel bosco fino a raggiungere la zona industriale del paese: seguendo la Via Marenzi si entra tra boschi e campi; si oltrepassano i nuclei agricoli rimodernati di Spaiano, Carrobbio e Piudizzo e si giunge a Portola, dove inizia la pista sterrata per il Monte S.Margherita. Raggiunta la cima che ospita una chiesetta, occorre orientarsi bene: dal piccolo edificio partono diversi sentieri e il road-book dice di dirigersi a sud; noi ci siamo sbagliati e - accorciando il percorso lungo un sentiero molto tecnico - ci siamo trovati in breve al ponte di Contrada. [Abbiamo perso il tratto Montalino - Serravalle - Sonna - Ponte di Contrada]. Qui di nuovo ci sono problemi con il road-book: al tempo della stesura erano in corso i lavori di sistemazione della salita pedonale alla chiesa di S.Michele; attualmente tutto è a posto, ma il testo non è stato aggiornato e non si trovano indicazioni utili; seguiamo quindi la direzione "Valcava" che coincide con le nostre intenzioni. Superato il complesso religioso - bellissimo - si raggiunge la piazza di Torre de' Busi confluendo nella provinciale per Valcava: la si segue in salita per parecchie centinaia di metri fino ad un tornante verso sinistra, dove si scende a raggiungere la splendida mulattiera acciottolata e gradinata per Valcava. Oltrepassati i nuclei di Bratta e Foppa, salendo a serpentine nel bosco ceduo misto, si raggiunge Coldara, con il suo palazzetto d'epoca; si continua a salire, si oltrepassa la linea della vecchia funivia Torre de' Busi-Valcava dismessa ormai da quasi quarant'anni e, varcata una soglia rocciosa si percorre quanto resta di una faggeta recentemente abbattuta. Al termine si raggiungono i prati con le prime costruzioni di Valcava e le prime torri di trasmissione video-radiofonica. Raggiunta la piazza del paese, conviene salire direttamente i prati per la linea di massima pendenza fino a raggiungere il crinale di confine con la Valle Imagna, a poca distanza dal Passo di Valcava, dove si incrocia il percorso della DOL (Dorsale Orobica Lecchese). 
Inizialmente il sentiero, in questo tratto discostandosi ben poco dalla linea di cresta, costeggia i prati alti di Valcava, che fino a pochi decenni fa in inverno erano percorsi da piste sciistiche, al margine dei boschi del lato bergamasco. E' un percorso piacevole, lungo un tracciato ombroso, fra i massi erosi delle rocce affioranti. Il primo rilievo che si incontra è la cimetta cespugliosa del Pizzo: ma già poco lontano si riconosce la ripida salita del Monte Tesoro; il zigzagante sentiero sassoso conduce infatti subito alla vetta che ospita un imponente sacrario degli alpini e un (dismesso?) rifugio al piano sottostante. Lasciata alle spalle la ridondante costruzione, si scende nel bosco fino agli ampi spazi (laghetto, ville, strada, parcheggio, ristorante...) della Forcella Alta: si prosegue lungo una strada bianca fino a notare sulla destra il proseguimento del sentiero. Affiancando una serie di roccoli abbandonati e le loro notevoli strutture arboree, si va a raggiungere l'imponente costruzione di un'abbandonata colonia estiva per religiosi. Qui abbiamo una nuova disparità fra road-book e terreno: occorre ignorare le paline che indicano la direzione del Sentiero 801. Si scende per un paio di tornanti lungo la strada sterrata di accesso al convento deviando a destra lungo una pista che procede in traverso a saliscendi fino al Passo della Pertülena, sede di una grossa postazione di caccia.
Da qui si imbocca un delicato sentierino che traversa tutta la testata di una convalle di Erve, si abbandona a sinistra la discesa a Nesolio (semplice scritta a pennarello su di un sasso a terra) e si raggiunge la Sella (baitello e capanno di caccia): una lunga serie di serpentine discende il vallone fino all'isolata costruzione di Pian Munik, dominata dalla scenografica parete della Corna Camozzera. Il proseguimento verso valle è veloce e agevole lungo la mulattiera (in realtà una traccia a misura di quad) di accesso alla baita. Valicato il torrente si arriva al parcheggio del Rifugio Monzesi e quindi, in breve, ad Erve. Dalla piazza del municipio, lungo Via Giovanni XXII, si sale a Costalottiere. Qui non abbiamo trovato l'imbocco del sentiero per il Corno di Grao e abbiamo di nuovo abbreviato il giro: proseguendo senza deviazioni sulla strada per Saina e poi lungo una mulattiera nel bosco ci siamo trovati a riprendere il Sentiero 801 (qui indicato solo in salita) nei pressi della panoramica Croce di Vicerola. [Abbiamo perso il tratto Costalottiere - Corno di Grao - Baita Corti - Monte Gavazzo - Monte Mudarga - Vicerola]. Il sentiero, dopo una traversata pianeggiante fra ripidi pascoli, ai piedi di una fragile parete rocciosa particolarmente stratificata, scende lungamente fino alla base del dosso che ospita i resti del Castello dell'Innominato; senza raggiungerlo, si imbocca subito a sinistra una ripida mulattiera sassosa che diventa carrozzabile selciata: sempre più ripida, si immette a Somasca nella Via San Gerolamo. Il Sentiero 801 è finito, ma bisogna tornare alla stazione: si scendono i tornanti di questa Via S.Gerolamo fino a trovarsi su Corso Dante di Calolziocorte, che si segue a sinistra fino alla prima rotonda; si volge a destra e, evitando il sottopasso, si prosegue diritto oltre lo stop in Via Galli: dopo la curva a gomito c'è il parcheggio della stazione.


Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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GIBI hat gesagt:
Gesendet am 4. November 2017 um 22:05
Caspita che gran galoppata ... complimenti !

ciao Giorgio

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 5. November 2017 um 13:59
Grazie!
In effetti si porta via parecchie ore...
Ciao Marco


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