Val Fontana: Passo Saline e Passo Gardè


Publiziert von cai56 , 31. Oktober 2017 um 21:06. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:29 Oktober 2017
Wandern Schwierigkeit: T4- - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3:45
Aufstieg: 1082 m
Abstieg: 1081 m
Strecke:Parzialmente circolare 11 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Chiuro lungo le statali 36 e 38; all'inizio del paese si svolta a sinistra e si sale fino a Ponte in Valtellina. Da qui, seguendo le indicazioni, dirigersi in Val Fontana; si risale la vallata (strada stretta dapprima asfaltata e poi sterrata sconnessa) fino all'Alpe Campiascio. Pochi parcheggi attorno alla piazza di giro terminale.

Continuiamo ad "esplorare" le vecchie e dimenticate strade militari nelle convalli della Val Fontana: luoghi privi di rimarchevoli attrattive alpinistiche (roccia assai scadente ed assenza di pareti di qualche rilevanza), nel corso dei decenni hanno perso anche l'interesse dei pastori dei contrabbandieri. Rimangono tuttavia - specialmente nel tratto compreso fra i due passi - importanti e mirabili frammenti dei muri di sostegno della mulattiera: purtroppo crolli, frane e valanghe hanno fatto disastri. [La difficoltà T4- indicata nella scheda si riferisce appunto ad un limitato tratto corrispondente all'attraversamento di una cospicua frana di blocchi dovuta al cedimento di un intero costone roccioso]. L'ipotesi di un attraversamento del confine per poter transitare verso Poschiavo (conca di Selva e Vartegna) è eventualmente solo ristretta al Passo Saline, ma si tratterebbe di scendere un ripidissimo pendio erboso percorso da valloncelli di sfasciumi, per poi attraversare le gande dei Gravi da Vartegna; il Passo Gardè appare addirittura instabile nella struttura per la presenza sulla soglia dell'intaglio di una larga crepa anfrattuosa. Bellissimo il panorama sulla vallata all'altezza di Poschiavo, dominata dalla piramide calcarea del Sassalbo.

Dal termine della pista sterrata della Val Fontana, si entra nei recinti dell'Alpe Campiascio; lasciando a sinistra le indicazioni per il Rifugio Cederna, si volge in salita a destra lungo un tratturo erboso in direzione di uno stallone: una palina con poche indicazioni conferma la meta. Presso la lunga costruzione non si nota alcun proseguimento, ma una incisione quadrata nel tronco di un abete ed una sbiadita fettuccia da cantiere, al limitare del bosco, indicano l'inizio della traccia. Subito l'andamento del sentiero manifesta la sua origine militare: benché il progressivo interramento ne abbia ridotto notevolmente la larghezza, la pendenza costante, il raggio dei tornanti e l'affioramento di tratti di muro a secco lo caratterizzano senza incertezze. Risalita una fascia di bosco con lunghi traversi, la traccia attraversa alla base un largo canale battuto dalle valanghe e, nei pressi di un riparo sotto roccia, inizia la regolare salita della dirupata sponda sinistra del canale stesso; notevoli lavori di adattamento di già opportune cenge naturali fanno si che il guadagno di quota fino alle abbandonate praterie dell'Alpe Saline sia del tutto comodo. Poco prima di raggiungere i ruderi delle baite si lascia a sinistra la deviazione per l'Alpe Gardè (via di discesa). Un largo giro attorno allo stallone (crollato su se stesso sotto il proprio peso) permette di individuare sulla sinistra il profilo della prosecuzione del sentiero, che si era un po' perso nei pascoli dell'alpe; oltrepassato questo incerto tratto (in verità l'unico della salita), i resti della mulattiera - più o meno conservati - accompagnano fino al passo. In corrispondenza di un tornante verso destra si stacca la deviazione per il Passo Gardè (scritta rossa su di un masso, seminascosta dalla vegetazione), poi un lungo traverso permette di raggiungere il confine: in realtà il Passo Saline è doppio, perché l'apparente displuvio coincide con una valletta nivale di culmine. Tornati alla scritta "Gardè", si va a percorrere il tratto meglio conservato della mulattiera, ma già qualche masso (di dimensioni metriche) caduto dall'alto preannuncia la distruzione della spalla che ci si avvia ad oltrepassare; si procede come meglio possibile di roccia in roccia, senza poter riconoscere il percorso originale. Raggiunto con qualche saliscendi l'altro versante, ci si può orientare a vista: oltrepassati i crolli, la mulattiera risparmiata riprende con una diagonale ascendente fino al Passo Gardè. E' consigliabile avvicinarsi con cautela al margine dirupato, perché una larga crepa segnala l'innesco di una nicchia di frana. Per tornare a valle, a parte l'ovvia soluzione di ripercorrere la via di salita, è possibile scendere direttamente lungo la verticale calata dal passo fino ai ruderi dell'Alpe Gardè: si tratta di una discesa senza sentiero lungo pascoli nemmeno troppo ripidi, spesso intervallati da lunghi percorsi su lastroni rocciosi inclinati; già in vista dell'alpe, la pendenza aumenta e risulta più agevole entrare a percorrere l'alveo di un torrentello stagionale che scende a salti gradinati facilmente percorribili. Quando risulta istintivo uscirne a destra, ci si trova a seguire - totalmente inerbato da decenni di disuso - un sentiero che conduceva dal recinto dell'alpe al punto di abbeverata. L'Alpe Gardè consiste in un ampio recinto di sassi, il cui margine a monte è costituito da una sequenza di baite affiancate a formare un'unica struttura: poco rimane oltre le mura perimetrali. Dall'angolo SE del recinto si diparte il sentiero di discesa ancora ben delineato: in una decina di minuti si arriva a confluire nel sentiero di salita. Da qui si ricalca il percorso di andata.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Geodaten
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