Rifugio Monzino


Publiziert von andrea62 , 15. Oktober 2017 um 07:47.

Region: Welt » Italien » Aostatal
Tour Datum: 8 Oktober 2017
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Klettersteig Schwierigkeit: K2 (WS)
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:00
Aufstieg: 990 m
Abstieg: 990 m
Strecke:Cal Veny - Rifugio Monzino
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Percorrere la Val Veny, superare i campeggi e la Caserma fino a quando, prima delle località Chalets du Miage e La Visalle, una stradina sulla destra conduce dopo pochi metri a un ampio parcheggio dove parte l'itinerario.
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Monzino (data la stagione l'abbiamo trovato chiuso), campeggi in Val Veny.
Kartennummer:L'Escursionista 1:25.000 n.1 Monte Bianco

Al rifugio Monzino sono arrivato anche se con più fatica di quel che mi aspettavo. Siamo in tre, pensavamo di andare al Gran San Bernardo ma imboccata quella valle abbiamo visto la neve alle quote dove pensavamo di fare il sentiero attrezzato della Grande Chenalette. Siamo tornati indietro e andati al Monzino che è un po' più basso. All’inizio abbiamo cercato l’attacco della ferrata Glarey in vista di una possibile altra escursione, e non l’abbiamo trovato subito, indotti in errore anche da resoconti imprecisi o con errori (opera di non-hikriani). Siamo quindi arrivati alle prime attrezzature del percorso tradizionale quando erano le 12 ma vista la relativa lunghezza dell’itinerario eravamo tranquilli. Caratteristica del percorso è che tutte le zone rocciose sono attrezzate con numerose staffe coadiuvate dai cavi, frutto di una revisione credo del 2008. Fotografie ne ho poche perché nel “cuore” della via ferrata onestamente non ho pensato a fotografare.
 
Dopo il primo tratto di stradina (con due ponti sulla Dora di Veny) e di sentiero n.16 nel bosco, e dopo il guado del torrente Freney in mezzo alla pietraia, si sale verso il primo tratto attrezzato. Qui le attrezzature aiutano a superare una serie di placche, alcune “in piedi” per i miei standard. Più avanti un sentiero sale a svolte su erba e detriti per il ripido pendio che porta alla parete nerastra dove si trova il tratto principale della via ferrata. Mi ricordo che quando arrivai qui con mia moglie nel 2005 ci fermammo sotto la parete, senza proseguire, e in basso incontrammo poche placche poco inclinate che percorremmo in scioltezza aiutati dalle catene, quindi io mi ricordo male oppure nella prima parte il percorso è cambiato. Siamo inoltre sicuri che su questa parete non c’erano staffe ma solo le catene.
 
Attacchiamo quindi la parete, con imbragatura e set da ferrata già indossati. All’inizio ci sono due percorsi che si congiungono più in alto. Quello a sinistra è un po' meno inclinato, ha un po' meno staffe e più appoggi e segue il vecchio tracciato, quello a destra è più verticale, ha quasi assenza di appoggi e ha più staffe. Salgo con quello di sinistra e scenderò con l’altro. Più avanti la pendenza diminuisce, gli appoggi aumentano e il percorso mi ricorda quello per il rifugio Dalmazzi, dove non mi sono mai assicurato e infatti in certi tratti non mi assicuro.  
 
Uscito dal settore principale di ferrata si tratta di salire ancora per sentiero su ripido pendio e poi superare l’ultimo tratto di parete, sotto il rifugio ora tornato visibile. Solo che mi trovo improvvisamente a corto di fiato, ansimo, non riesco a prendere il ritmo e sono alcune volte sul punto di fermarmi. Forse ho chiesto troppo alla mia età non più verde con quella serie di rampe ripide da salire in ferrata. Devo ringraziare i miei due soci che mi hanno incitato a proseguire, io da solo mi sarei fermato preoccupato perché le uniche nuvole della Val d’Aosta sembrano concentrarsi sul Monte Bianco e questo non mi piace visto il ritardo che sto accumulando, anche se sembrano nuvole più da nebbia che da pioggia.
 
L’ultima parte di ferrata, abbastanza breve, consiste principalmente di salire una spaccatura inclinata. Poi un ultimo tratto di sentiero porta prima sulla sella alla base dell’Aiguille du Chatelet e quindi a destra al rifugio. Il luogo è molto suggestivo, tra i ghiacciai del Brouillard e di Freney, ai piedi dell’aguzza Aigulle Croux e con vista sull’Aig.Noire con un primo piano del Pic Gamba. Per salire ho impiegato un po' più di 3 ore, contro le 2h30 indicate dal cartello, i miei due soci se non si fossero fermati alcune volte ad aspettarmi avrebbero rispettato il tempo indicato.
 
La discesa non ci dà problemi, in particolare non crea problemi a me anche se di solito i tratti verticali li evito come la peste: troppi i cavi, le staffe e gli appoggi naturali per andare in difficoltà. Dove ci sono appoggi talvolta li trovo più comodi delle staffe. In due ore sono passato dal “mai più ferrate”, demoralizzato più per la fatica accusata che per la ferrata stessa, al “si può rifare, però partendo prima”.
 
Quest’anno la zona del Monte Bianco l’ha fatta da padrone, raggiungere la vetta massima mi pone diversi problemi ma dopo un alcune gite più o meno recenti, in futuro mi piacerebbe visitare ancora almeno un paio di rifugi italiani e un paio di francesi.
 
Il tempo che ho dichiarato è quello impiegato da me per salire e scendere dal rifugio Monzino, senza le deviazioni iniziali e tenendo conto dei rallentamenti finali. Non sono abituato a valutare le vie ferrate comunque anche tenendo conto delle numerose attrezzature mi sembra un pò superiore alle classiche "facili".

Appendice: a chi volesse percorrere la via attrezzata Glarey, quella che senza attrezzature si percorreva negli anni di Bonatti per andare alla Capanna Gamba, consiglio di informarsi bene. Poi, superato il torrente che scende dal ghiacciaio Freney, lasciare a destra il sentiero tradizionale (n.16) per il Monzino e prendere a sinistra per il sentiero n.18 diretto allo scomparso lago delle Marmotte (il cartello era abbattuto). Dopo il guado del torrente Miage salire sul filo della morena che sta di fronte, almeno fino a un grande masso sul filo della medesima. Poi, appunto, informarsi bene. La via Glarey si svolge sul versante ovest (Brouillard) dell'Aiguille du Chatelet e non su quello est (Freney) come l'itinerario normale che abbiamo seguito noi.

Tourengänger: andrea62
Communities: Hikr in italiano


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