Da Hokusai a Salgado - L'arte accade. Val Grigna 2017
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L'inizio di questa escursione è tra i più classici, lungo un sentiero erboso che conduce in una selva di larici e abeti. La mia meta oggi, insieme agli amici del Cai Crema, è la Val Grigna: un percorso naturalistico che si snoda lungo un giardino verdeggiante di boschi e dolci saliscendi che collegano svariate malghe.
Salendo in quota il paesaggio si trasforma in un ambiente essenziale, ed emergono su tutto tre elementi: roccia, acqua e cielo. L'orizzonte è dominato dalle cime inconfondibili della Presolana, una bellezza più arida e inquietante di quella che ci circonda, sempre dotata di un fascino particolare.
In questa valle solitaria è inevitabile scorrere lo sguardo avido ovunque, fissando milioni di dettagli che anche assemblati in maniera casuale potrebbero costituire svariati mondi. Sono consapevole che la maggior parte di essi andranno dimenticati appena chiuderò gli occhi. Con la vista percorro, misuro, seziono, scavo nel suolo e mi innalzo nel cielo, valuto le infinite sfumature dell'autunno incipiente, la roccia nuda sulle cime nelle sue conformazioni modellate nei millenni. Un sorriso va ai fiori che strappano ad ogni anfratto apparentemente sterile il succo dolce della vita.
Una visione così piena di colori suscita una vibrazione, uno stato di ammirazione e di sottile godimento. Tutti aspetti che si generano in presenza di una vera opera d'arte.
Val Grigna è un'opera d'arte a cielo aperto.
Molti anni fa un pittore americano di nome James McNeill Whistler si trovava in un caffè di Parigi con alcuni amici, discutendo su quanto i più svariati fattori, ambiente incluso, siano in grado di influenzare un artista e le sue opere. Allora Whistler, stupendo i presenti, disse lapidario: “L' arte accade”.
Come a sentenziare che ci sia qualcosa di ineffabile in essa, che arriva a colpire i nostri sensi da una direzione inaspettata per eccitarli.
Secondo il mio parere l'arte accade anche solo parlandone, leggendo un libro memorabile, suonando una melodia toccante. Quindi esiste un altro modo più vicino a me di produrre arte?
Camminando.
Qui ed ora.
Arte performativa in scarponi da trekking.
Solo allora si compie una grande inversione di prospettiva: si entra nell'opera come soggetti attivi, senza bisogno di essere immortalati in uno scatto di un grande fotografo o diventare il modello annoiato di un quadro che finirà in una cornice o in una galleria.
Operazione visionaria ma possibile. Come?
Camminando su un sentiero che sembra disegnato da Albrecht Dürer ad esempio, tanto fine e sinuosa è la linea che disegna il suo percorso.
Oppure sdraiandosi su un prato reso vivo da fitte pennellate di verde che si fondono con il resto del paesaggio, come sapeva stendere la mano divisionista e ispirata di Segantini.
Essere in un'opera d'arte provoca diverse sensazioni. Una delle prime a emergere è quella di non sentire più dipendenza dal tempo. Non quello segnato dalle lancette di un orologio o dal ritmo dei compagni almeno; di avere invece il potere di rallentarlo, entrarci e lasciarsi trascinare dalla sua corrente. Uno dei più famosi slogan della beat generation recitava: turn on, tune in, drop out (accenditi, sintonizzati, lasciati andare). A quei tempi queste parole furono ideate in connessione all'uso di sostanze stupefacenti, in particolare dell'LSD. In questo caso l'unica sostanza psicotropa è la natura della montagna.
Lasciarsi andare è fondamentale.
Quando la mente vaga così velocemente, ci si avvicina semplicemente a noi stessi.
La misura di ciò è data dal complesso ed equilibrato rapporto tra sguardo, respiro, fatica e parole. I discorsi con i compagni sono preziosi, perché non hanno un limite, un finis terrae; spaziano dalla battuta scherzosa al dibattito metafisico con la facilità di un battito di ciglia. Creano nuvole di libertà. Quando il tempo è scomparso del tutto, lasciarsi andare significa essere arrivati alle sue sorgenti.
Sentirsi dentro l'opera d'arte che rappresenta questa valle meravigliosa è anche questo, completo distacco da ciò che rappresenta il mondo sottostante. Consapevoli che il mondo sia più un insieme di eventi piuttosto che di cose, che cambiano e trasformano la materia.
Non necessariamente l'arte coincide con il permanente, l'immutabile, ciò che resta. Tutto può essere arte. Un gruppo di persone che animano i sentieri della valle, infilando uno dopo l'altro i loro passi, creano una linea immaginaria sempre in movimento, sempre diversa come un mandala distrutto e ricomposto una volta al secondo. Ogni rettangolo di cielo tagliato dalle diagonali delle montagne oggi è un nitido quadro di Hokusai.
Ogni mio compagno che scatta una fotografia è per un istante animato dallo spirito di osservazione di Salgado, e come lui aspira a racchiudere il mondo in un'immagine che evocherà, che susciterà sentimenti, attenzione, ricordo, riflessione.
Anche una risata è arte.
Sentita tra un branco di cavalli che pascolano in un prato, mentre una banda di montanari di pianura ci passa in mezzo.
soundtrack: "Shine on you crazy diamond" Pink Floyd
https://www.youtube.com/watch?v=R0sw2CgysWY
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