Da Carnino al Marguareis lungo la cresta Caplet-Pertegà
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Sabato mattina, dopo un veloce incontro con tre cinghiali, posteggiamo all’entrata di Carnino Superiore. Passiamo tra le case e, attraversato quello che rimane del torrente saliamo al P.so del Lagarè. Continuiamo fino al cartello che indica il bivio Monte Caplet e Ferà.
Saliamo ora la ripida dorsale erbosa e a breve sulla destra compare la croce del Caplet che, con breve deviazione si può raggiungere affrontando pochi passaggi su roccia.
Le nebbie stanno entrando in valle e, per quanto affascinanti, prima o poi, purtroppo, andranno a coprire le cime.
Proseguiamo lungo la cresta, alternando traversi a tratti in cresta, passiamo un breve traverso attrezzato e arriviamo alla base del Ferà. In traverso ne raggiungiamo la cresta, torniamo brevemente indietro e siamo in cima.
Lasciato il Ferà, un breve passaggio sotto delle placche potrebbe creare problemi a chi soffre l’esposizione, in alternativa, cosa che scopriamo solo dopo, si può stare in cresta e scendere sul sentiero da un canalino erboso. Raggiungiamo il P.so di Framargal, attraversiamo la sterrata e risaliamo la facile dorsale del Pertegà.
Dalla cima scendiamo liberamente alla sterrata e raggiungiamo il Rifugio Don Barbera, dove facciamo una breve sosta.
E’ ancora presto, pensavamo che la cresta ci avrebbe portato via più tempo tempo per cui, dopo la sosta, decidiamo di proseguire per il Marguareis. Prendiamo il sentiero accanto al rifugio, raggiungiamo il P.so Gaina, dove a dx saliamo alla vicina cima omonima. Tornati al P.so saliamo la direttissima per il Marguareis e qui, in aggiunta ai cinghiali della mattina, ai numerosi camosci visti in cresta e che vedremo dopo, alle marmotte piccole e grandi che ancora si godono gli ultimi giorni, incrociamo quattro grifoni. Pensavamo fossero aquile, ma un più attento esame delle foto e l’aiuto di persone più esperte, ci hanno confermato essere grifoni, due dei quali ci sono passati a pochi metri, ci siamo quasi guardati negli occhi, uno spettacolo!
Quando vediamo che ormai hanno preso il via, riprendiamo la salita e raggiungiamo la cima.
Trovato un punto un poco riparato dall’aria facciamo sosta pranzo.
Come previsto molte nebbie avvolgono le cime ormai. Escludiamo la discesa da P.so Palù, fatta lo scorso anno, e decidiamo di provare a scendere dal sentiero che prende il vallone sotto la Gaina.
Lasciata la cima, torniamo verso il P.so Gaina. Poco prima di raggiungerlo, individuiamo la traccia che fa al caso nostro. Uno sbiadito “Carnino” in rosso su un masso indica la via di discesa. Trattasi di una labile traccia con pochi bolli sbiaditi ma con ometti, per cui non ci sono problemi nel seguirla. Incrociamo il sentiero Cai proveniente dal P.so della Croce e diretto al Rifugio Don Barbera, pensiamo. Lo ignoriamo e continuiamo nella discesa passando sotto le pareti del Corno di Mezzavia la traccia si fa sempre più labile ma resistono alcuni ometti, siamo comunque ormai a vista del sentiero Carnino-Rifugio Don Barbera. Raggiuntolo lo seguiamo fino a tornare all’auto.
Bellissimo anello su percorsi poco battuti. In verità abbiamo incontrato pochissime persone in tutta la giornata, Rifugio Don Barbera e cima del Marguareis compresi!
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