Rifugio Dalmazzi, in cammino con Culaj (Mit deutscher Übersetzung)


Publiziert von lebowski , 3. September 2017 um 00:46. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Aostatal
Tour Datum:17 August 2017
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:30
Aufstieg: 950 m
Abstieg: 950 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Courmayeur, Val Ferret, Freboudze
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Dalmazzi





Ho la musica dentro oltre alla montagna, lo ammetto.
E' un  insieme di suoni del tutto fisiologici  che  accompagna ogni mia uscita solitaria  in quota, fedeli come  un branco di cani  pastore si insinuano furtivi  tra le pause  del pensiero e le istantanee  del paesaggio. A volte scorrono  solo come  leggero  sottofondo, in altre diventano grandi protagonisti. Non sono io a scegliere i brani. Le circostanze e le scenografie naturali li decidono, pescando in un immaginario sintetizzatore sensoriale della memoria.
L' accento balcanico e gli zigomi alti dei due ragazzi che mi chiedono informazioni a Freboudze, la mia località di partenza in Val Ferret, sono un invito esplicito al genere che mi seguirà nella salita odierna. Le note verranno dall'est. Ho voglia di violino zingaro oggi, quello protagonista di tante ballate piene di umori, fuoco, danza, notti d'amore, vino e odore di oriente.
Il suono arriva dall'alto, dalla sommità delle rocce che devo raggiungere passando attraverso un prato pieno di vacche bianche e ocra. Vedo il suonatore ondeggiare come un ginepro al vento per seguire la musica che esce dal suo strumento. Non posso sbagliare, è il vecchio Culaj, all'anagrafe Nicolae Neacsu, un violinista rumeno emerso dall'oscurità rurale di un villaggio in Valacchia. Cresciuto in Romania ha sbarcato il lunario tra lavoro agricolo, suonate a matrimoni, funerali, feste del raccolto e vendendo sigarette di contrabbando. Il successo è arrivato tardi e inaspettato.
Le sue doti principali sono la semplicità e l'allegria; ha una tecnica eccezionale senza aver avuto bisogno dello studio. Evidentemente è stato toccato dal genio, che ha ritagliato per lui la nitida figura di violinista. Mentre attraverso il torrente suona un pezzo lento, pastorale, una sorta di Adagio bucolico dove la pece spalmata sull'archetto gratta aspra le corde, rendendo il suono caldo e corposo.
Una volta risalita la pietraia iniziale il sentiero si dispiega su una lunga dorsale costituita dall'argine naturale ora svuotato che conteneva il ghiacciaio del Triolet.
Sembra di camminare su di un muro costruito da un gigante, oppure sulla spina dorsale di un dinosauro seppellito da millenni nella roccia della valle.
Culaj sta sempre davanti a me, appare e scompare come un fantasma; mi accorgo che ha trovato riparo all'ombra di un enorme masso erratico. Sole implacabile oggi.  Mi accompagna in questo tratto del cammino con un pezzo dal ritmo che aumenta impercettibilmente ad ogni passo. Anche senza i suoi Taraf de Haidouks (la sua band) riesce a stordire l'aria calda di agosto con una leggera e a tratti nervosa danza sulle corde del violino. Aaah...Muzique des Tziganes direbbero i francesi, Ballata sulle vertebre penso io.
La mulattiera sulla lunga muraglia pietrosa porta al cospetto della parete di roccia grigia, molto più in alto spicca il giallo intenso del rifugio Dalmazzi.
L'inizio del sentiero attrezzato con grosse corde fisse (canaponi) sale tra le rocce in una divertente verticalità. Mentre lo attacco noto che Culaj si è seduto sopra un masso a strapiombo sul ghiacciaio con una sigaretta accesa tra le labbra. Dopo un lungo tiro mi saluta con la mano.
Chissà cosa suonerà ora? Un brano che accompagna la progressione su roccia diverso dall'hard rock non lo riesco ad immaginare.
Le note iniziano lunghe, elementari, proprio come i miei primi movimenti nell'arrampicata, per poi rendersi più brevi e guizzanti senza perdere la loro corposità. Ogni passata sull'archetto è un incitamento, una spinta verso il cielo, una pennellata di groove. Lo definirei...Gravità con brio.
Vorrei poter memorizzare queste melodie, ma non ci riuscirò mai. Non ho il sangue dei Lautari dei Balcani, che quando sentono una melodia sanno riprodurla esattamente e renderla loro. Inoltre il vecchio Culaj lo dice spesso, che il violino è leggero in mano ma difficile da imparare, come la matematica. 
Il tratto da arrampicare con passaggi di I e II grado è senza dubbio il più divertente dell'escursione, anche perché è quello che precede la meta. Si sale con lo spettacolo imponente del ghiacciaio del Triolet negli occhi, che pur smagrito dalla torrida estate di quest'anno mantiene sempre la sua algida imponenza.
Superato l'ultimo salto di roccia si accede al piccolo altopiano che ospita il rifugio. Da qui lo spettacolo è imponente: la grande distesa bianca è a poche centinaia di metri da me, frantumata dalle innumerevoli cadute di neve, divisa in migliaia di seracchi. La massa glaciale è una visione di una bellezza antica e pericolosa.
Il violino inizia a cantare, (sì è un canto adesso)  la sua è diventata una vera e propria voce. Mi accorgo che il vecchio suonatore è a pochi metri da me sulla piattaforma davanti al rifugio. Infilato nella sua giacca un po' larga, l'immancabile cappello calcato sulla testa e la cravatta fuori moda con il nodo stretto.
Quanto assomigli a mio nonno Nicolae! La stessa magrezza contadina, il sorriso sincero e la pelle solcata da una ragnatela di rughe disegnate da pomeriggi assolati chini sulla terra. 
Il tuo violino, piuttosto malridotto, non è affatto pregiato: niente abete rosso della foresta di Paneveggio, materiale dalla risonanza epica noto fin dai tempi di Stradivari. Solo forte legno dei Balcani, umile acero di Bosnia e abete rumeno forse. Dettagli secondari.
L'armonia melodica che esce dalla sua magica improvvisazione è così bella che stringe il cuore in una morsa struggente. Le quattro corde si moltiplicano, Culaj le usa tutte insieme, le pizzica, le accarezza delicatamente, le taglia con l'archetto in modo passionale, a volte triste, a volte ironico. Sembra che il musicista abbia rubato la bellezza della montagna per trasformarla in onde sonore. Un'elegia al sentimento della natura d'alta quota che potrebbe chiamarsi Allegro Incantato.
L'ultima nota lascia nell'aria stupore e dolcezza, mentre il vento in quota soffia raffiche che disperdono la sua malinconia.
  a tratti  ... e una   ee    fff Vorrei condividere una bottiglia di vino con il vecchio violinista, sono sicuro che avremmo molto da dirci. Purtroppo posso solo brindare alla sua anima, in quanto Nicolae è morto il tre settembre 2002, esattamente quindici anni fa.




 

Deutsche Übersetzung 





Ich habe außer den Bergen die Musik in mir, ich gebe es zu.

Es ist ein Zusammenspiel von ganz und gar physiologischen Klängen, die jede meiner einsamen Touren in die Höhe begleitet, treu wie ein Haufen von Hirtenhunden, die sich zwischen den Denkpausen und den Momentaufnahmen der Landschaft verstohlen einschleichen. Manchmal laufen sie nur leise im Hintergrund, bei anderen Ausflügen werden sie große Hauptdarsteller. Ich bin nicht derjenige, der die Musikstücke aussucht. Natürliche Umstände und die Landschaft entscheiden die Auswahl, geangelt in einem imaginären sensorischen Synthesizer des Gedächtnisses.

Der Balkan-Akzent und die hohen Backenknochen der beiden Jungs, die nach Freboudze, meinem Ausgangspunkt in Val Ferret, um Auskunft bitten, sind eine ausdrückliche Einladung zu dem Genre, das mir im heutigen Aufstieg folgen wird. Die Noten werden aus dem Osten kommen. Heute habe ich Lust auf Zigeunergeige, den Protagonisten vieler Balladen voller Stimmungen, Feuer, Tanz, Liebesabenden, Wein und orientalischem Geruch.

Der Klang kommt von oben, von der Spitze der Felsen, die ich erreiche, indem ich durch eine Wiese voller weißer und ockerfarbener Kühe gehen muss. Ich sehe, wie sich der Spieler wellenartig wie ein Wacholder im Wind bewegt, um der Musik zu folgen, die aus seinem Instrument kommt. Ich kann mich nicht täuschen, es ist der alte Culaj, auf dem Standesamt mit Namen Nicolae Neacsu, ein rumänischer Geiger, der aus der ländlichen Dunkelheit eines Dorfes in Valacchia aufgetaucht ist. Aufgewachsen in Rumänien hat er sich mit Bauernarbeit, Musik spielen auf Hochzeiten, Beerdigungen, Erntefesten und dem Verkauf von geschmuggelten Zigaretten über Wasser gehalten. Der Erfolg kam spät und unerwartet.

Seine Begabungen sind Einfachheit und Fröhlichkeit; er besitzt eine außergewöhnliche Technik, ohne je studiert zu haben. Offenbar wurde er von dem Genie berührt, das aus ihm die perfekte Geigerfigur erschaffen hat. Aus dem Wildbach erklingt ein langsames, pastorales Stück, eine Art ländliches Adagio, wo das auf den Violinbogen aufgetragene Pech hart die Saiten kratzt und einen warmen und vollen Klang erzeugt.


Sobald das anfängliche steinige Gelände überwunden ist, breitet sich der Weg über einen langen Rücken aus, geschaffen von dem inzwischen zurückgezogenen Triolet-Gletscher.
Es scheint, als ob man auf einer Mauer läuft, die von einem Riesen gebaut wurde oder aber auf dem Rückgrat eines Dinosauriers, der seit Jahrtausenden im Fels des Tales begraben liegt.

Culaj ist immer vor mir, taucht auf und verschwindet wieder wie ein Geist. Ich bemerke, dass er im Schatten eines riesigen Findlings Schutz gefunden hat. So unerbittlich brennt heute die Sonne hernieder. Er begleitet mich auf diesem Abschnitt des Weges mit einem Stück, dessen Tempo bei jedem Schritt unmerklich zunimmt. Auch ohne seine Band Taraf de Haidouks gelingt es ihm, die heiße Luft des Augusts mit einem leichten und manchmal nervösen Tanz auf den Violinsaiten zu betäuben. Aaah ... Muzique des Tziganes würden die Franzosen sagen, „Ballade auf den Wirbeln“ denke ich.

Der Maultierpfad auf der langen Steinmauer führt gegenüber der grauen Felswand entlang, und weit oben sticht das intensive Gelb der Dalmazzi-Hütte hervor.
Der Anfang des mit dicken Seilen (aus Hanf) versicherten Weges steigt mit einer spaßbringenden Abschüssigkeit zwischen den Felsen empor. Während des Klettereinsatzes bemerke ich, dass Culaj sich auf einen überhängenden Felsblock auf dem Gletscher gesetzt hat mit einer angezündeten Zigarette zwischen seinen Lippen. Nach einem langen Zug grüßt er mich mit der Hand.

Wer weiß, was er jetzt spielen wird? Ein Lied, welches das Vorankommen auf Fels anders als mit Hard Rock begleitet, kann ich mir nicht vorstellen.
Die Noten beginnen lange, elementar, genau wie meine ersten Kletterbewegungen, um dann kürzer und zuckend zu werden, ohne aber ihre Körperlichkeit zu verlieren. Jeder Streich auf dem Bogen ist eine Anregung, ein Stoß in Richtung Himmel, ein Pinselstrich von Groove. Ich würde es... „Schwerkraft mit Schwung“ nennen.
Ich möchte diese Melodien speichern können, aber ich werde es nie schaffen. Ich habe nicht das Blut der Lautari des Balkans, die, wenn sie eine Melodie hören wissen, wie man sie genau reproduziert und sie zu einer von ihnen macht. Auch der alte Culaj sagt oft, dass die Violine leicht in der Hand, aber schwer zu lernen sei, so wie Mathe eben.
Das Kletterstück im I. und II. Grad ist zweifellos das, was am meisten Spass macht, denn es ist auch dasjenige, das dem Ziel vorausgeht. Man klettert mit dem beeindruckenden Spektakel des Triolet-Gletschers vor Augen, der, obwohl in diesem glühend heißen Sommer abgemagert, immer noch seine eiskalte Großartigkeit besitzt.
Nach dem felsigen Aufschwung erreiche ich die kleine Hochebene, die die Hütte beherbergt. Von hier aus ist das Spektakel eindrucksvoll: die große weiße Weite ist ein paar hundert Meter von mir entfernt, von den unzähligen Schneefällen unterbrochen, in Tausende von Seracs unterteilt. Die Gletschermasse ist eine Vision einer alten und gefährlichen Schönheit.

Die Violine beginnt zu singen, (ja es ist jetzt ein Lied) aus ihr wurde nun eine richtige Stimme. Ich bemerke, dass der alte Spieler sich ein paar Meter vor mir auf der Rampe des Rifugio befindet. Er steckt in seiner etwas zu großen Jacke, den unverkennbaren Hut auf dem Kopf und der aus der Mode gekommenen Krawatte, mit dem dicken Knoten.
Wie sehr ähnelst du meinem Großvater, Nicolae! Die gleiche bäuerliche Drahtigkeit, das ehrliche Lächeln und die Haut, die von einem Spinnennetz zerfurcht ist, das von sonnigen Nachmittagen über den Boden gebeugt gezeichnet wurde.
Deine Violine, eher verschlissen, ist überhaupt nicht wertvoll: keine Fichte aus dem Paneveggio Wald, dem Material mit der epischen Resonanz, bekannt seit der Zeit der Stradivari. Nur starkes Balkanholz, ärmlicher Ahorn aus Bosnien und rumänische Fichte vielleicht. Sekundäre Details.
Die melodische Harmonie, die aus ihrer magischen Improvisation herauskommt, ist so schön, dass sie das Herz wie in einem Schraubstock zusammenhält und nicht mehr loslässt. Die vier Saiten vereinigen sich, Culaj benutzt sie alle zusammen, drückt sie, streichelt sie sanft, schneidet sie mit dem Bogen in einer leidenschaftlichen, manchmal traurigen, manchmal ironischen Weise. Es scheint, dass der Musiker die Schönheit des Berges gestohlen hat, um sie in Schallwellen zu transformieren. Eine Elegie zum Gefühl der Natur in der Höhe, die sich verzauberte Heiterkeit (Allegro incantato) nennen könnte.
Die letzte Note hinterlässt in der Luft Staunen und Süße, während der Wind in großer Höhe in Böen umherbläst, welche die Melancholie zerstreuen.
Ich möchte eine Flasche Wein mit dem alten Violinisten teilen. Ich bin sicher, wir hätten uns viel zu erzählen. Leider kann ich nur auf seine Seele anstoßen, denn Nicolae starb am 3. September 2002, heute genau vor fünfzehn Jahren.

Übersetzung von winterbaer. Wenige Korrekturen von seeger 






soundtrack: Nicolae Neacsu "Balada Conducatorolui  "

https://youtu.be/IlWLuchrMuQ 




 




Ride mentre suona, il vecchio iiiiilveccho

Tourengänger: Seeger, lebowski, Winterbaer


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Kommentare (18)


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Angelo & Ele hat gesagt: Stupenda relazione-racconto...
Gesendet am 3. September 2017 um 12:12
...condita da un geniale violinista autodidatta e un rifugio che offre visioni magnifiche.
Grazie per avermi fatto conoscere il genio grezzo del gitano Nicolae Neacsu "Culaj": è sempre un vero mistero il genio di questi incredibili autodidatti, sia in campo musicale e sia in campo matematico (vedi l' incredibile Ramanujan)

Io sono legato ad un altro grandissimo artista gitano e cioè Django Reinhardt che è stato il primo grande chitarrista jazz europeo.
La sua straordinaria tecnica chitarristica ruota intorno a un particolare della sua vita: un terribile incendio in cui rimase coinvolto quando aveva 8 anni. Le fiamme gli fecero perdere l'uso del mignolo e dell'anulare della mano sinistra.
Reinhardt,utlizzando solo l'indice e il medio della mano sinistra, diventò un incredibile virtuoso dello strumento oltre che buon compositore.

Rifugio Dalmazzi
Vero "nido d'aquila" che offre spettacolari panorami, ma che bella anche la Val Ferret...
Ci sono stato varie volte al Dalmazzi e che magnifica roccia granitica ai Mont Rouges de Triolet, quando percorrevo e accarezzavo le vie del grande Manlio Motto.

Buon brindisi all' anima e con l' anima del grande "Culaj"

Ciao e ancora tante Buone Montagne con il tuo violinista gitano...

Angelo

lebowski hat gesagt: RE:Stupenda relazione-racconto...
Gesendet am 3. September 2017 um 20:48
Grazie Angelo, viste le diverse passioni che ci accomunano, qualche volta potremmo stappare insieme quella bottiglia di vino in quota no?
Quando scopro un personaggio come Culaj, o come il genio Ramanujan da te citato sono preso da una specie di euforia. Mi rendo conto di avere accesso all'opera di una mente preziosa, e in qualche modo cerco di condividerlo. Per quello ho immaginato una compagnia speciale per un posto magnifico come una valle glaciale.

Conosco Django, perché il jazz è uno dei miei generi musicali preferiti. Tanti anni fa, con velleità da strimpellatore ho cercato anche di imparare qualche suo passaggio con la chitarra; impresa risultata a me impossibile, nonostante a me non manchino dita nella mano sinistra!

Dal rifugio Dalmazzi partono molte vie interessanti, per lo più alpinistiche, quindi al di fuori della mia portata.

Credo che la musica, (come il silenzio) sia ottima oltre che per l'ascolto svagato anche per meditare, per infondere il ritmo giusto a varie attività sportive, per evocare o accentuare emozioni e ricordi.
Dunque...prosit!


Angelo & Ele hat gesagt: RE:Stupenda relazione-racconto...
Gesendet am 3. September 2017 um 22:00
Bottiglia di vino da stappare insieme in quota...???
Sarebbe bello... e magari tra un sorso e l' altro farsi una bella chiacchierata o una bella partita a scacchi! :-)

Django Reinhardt era mostruosamente bravo e complimenti a te che, oltre a saper scrivere molto bene, sai anche suonare...
Io, invece, la musica so solo ascoltarla ed infatti da "non-suonatore" di nessun strumento purtroppo non potrò mai e poi mai apprezzare pienamente il geniale ed intrigante Jazz...

Srinivasa Ramanujan non era "solo" mostruosamente bravo ma era anche un genio che, in matematica, vide veramente l' infinito...
Se hai tempo ti consiglio l' interessante ed intrigante lettura del seguente libro proprio su Ramanujan:
"L' Uomo che vide l' infinito" di Robert Kanigel

...e si poi dal rifugio Dalmazzi, dovunque ti vuoi dirigere, occorre affrontare o vie alpinistiche o vie moderne a spit.
Ho dormito in quel "nido d'aquila" tre volte in tre anni diversi percorrendo poi stupende vie su roccia... ma ogni volta mangiando veramente male...!!! :-)
Ovviamente sarà migliorata la cucina, spero... :-))

Concordo con te sulla declinazione emozionale e sul relativo retaggio che la Musica trasmette in ognuno di noi...
Il Silenzio è la vera melodia dei Mistici e di chi ha un carattere introspettivo...

Prosit allora...

Angelo




lebowski hat gesagt: RE:Stupenda relazione-racconto...
Gesendet am 4. September 2017 um 10:33
A scacchi avresti vita facile, mentre con le chiacchiere e il vino posso accettare anche la sfida!

Angelo & Ele hat gesagt: RE:Stupenda relazione-racconto...
Gesendet am 4. September 2017 um 20:35
Allora una partita a poker davanti ad una bella Malvasia di Lipari... :-)

numbers hat gesagt: Bravo!
Gesendet am 3. September 2017 um 18:53
Bel racconto, al solito,
intrigante l'ambiente.

Ciao
Mario

lebowski hat gesagt: RE:Bravo!
Gesendet am 3. September 2017 um 20:51
Ciao Mario, giro il tuo "bravo" al vecchio Culaj sono sicuro che ne avrebbe piacere. La Val Ferret è un luogo pieno di posti magnifici.
Essere a tu per tu con un ghiacciaio mi fa sempre un certo effetto, anche se non ci cammino sopra.

Buone salite

micaela hat gesagt:
Gesendet am 4. September 2017 um 09:23
Magnifico racconto, Luca, a cavallo sulla spina dorsale di un dinosauro, tra musica e montagna.
Ho udito anch' io, leggendoti, le note di Nicolae sul violino, ora lente e meditative, ora allegre e passionali...
Invece io, musicista di professione sin dalla...culla! quanto vorrei, quando cammino (e se per quello, anche quando faccio la spesa, riempio la legnaia, curo l' orto, persino: dormo!), spegnere il motorino incessante delle note musicali, nella mia testa...ma questo è il destino di noialtri...
Ciao, Micaela.

lebowski hat gesagt: RE:
Gesendet am 4. September 2017 um 10:37
Grazie Micaela,
da musicista dilettante non posso che ammirare chi ha fatto della musica una professione. Pianoforte? Violoncello? Flauto traverso?
Io, da grande appassionato, ho in forma più lieve la tua stessa “patologia sonora” come hai potuto constatare. Pensa che con l'arroganza del neofita e l'entusiasmo dello strimpellatore di chitarre, tanti anni fa ho comprato un violino. E mi sono messo in testa di suonarlo!
Non avendo né il gene balcanico né il genio, i risultati sono stati molto deludenti. Ho ripiegato sull'ascolto di chi, come il vecchio Culaj, sa davvero usare uno strumento come fosse la sua stessa voce.
Penso che come seppe racchiudere in una sintesi efficace Thomas Mann, la musica sia calcolo elevato al mistero.

ciao

micaela hat gesagt: RE:
Gesendet am 4. September 2017 um 17:49
Pianoforte, prima con uno minuscolo, con 10 tasti, giocattolo per i bambini, poi i corsi in Conservatorio, quando i miei genitori, davanti a tanta insistenza e passione infantile, seppur poveri, mi hanno comperato un pianoforte vero (che suono ancora, nella casa paterna). Poi accanto a una lunga carriera d' insegnante, sempre in Conservatorio, una carriera sul palcoscenico, come cantante lirica.
Bello.
Ma duro.
Ora, una volta la voce lirica scomparsa per limiti fisiologici (e tuttora un dolore immenso...), ho ripreso a suonare in pubblico il pianoforte, sola o con compagni strumentisti, e con la voce, beh...un poco di Celentano, flamenco e jazz!

Seeger hat gesagt: Incredibile
Gesendet am 4. September 2017 um 16:05
Caro lebowski
Sono cosi toccato di questa storia con Culaj, che ho domandato winterbaer ajutarmi per tornare in Tedesco. Come te, vado con miei 70 anni passo per passo con la forza della musica. Grazie amigo.
Andreas


Ich habe außer den Bergen die Musik in mir, ich gebe es zu.

Es ist ein Zusammenspiel von ganz und gar physiologischen Klängen, die jede meiner einsamen Touren in die Höhe begleitet, treu wie ein Haufen von Hirtenhunden, die sich zwischen den Denkpausen und den Momentaufnahmen der Landschaft verstohlen einschleichen. Manchmal laufen sie nur leise im Hintergrund, bei anderen Ausflügen werden sie große Hauptdarsteller. Ich bin nicht derjenige, der die Musikstücke aussucht. Natürliche Umstände und die Landschaft entscheiden die Auswahl, geangelt in einem imaginären sensorischen Synthesizer des Gedächtnisses.

Der Balkan-Akzent und die hohen Backenknochen der beiden Jungs, die nach Freboudze, meinem Ausgangspunkt in Val Ferret, um Auskunft bitten, sind eine ausdrückliche Einladung zu dem Genre, das mir im heutigen Aufstieg folgen wird. Die Noten werden aus dem Osten kommen. Heute habe ich Lust auf Zigeunergeige, den Protagonisten vieler Balladen voller Stimmungen, Feuer, Tanz, Liebesabenden, Wein und orientalischem Geruch.

Der Klang kommt von oben, von der Spitze der Felsen, die ich erreiche, indem ich durch eine Wiese voller weißer und ockerfarbener Kühe gehen muss. Ich sehe, wie sich der Spieler wellenartig wie ein Wacholder im Wind bewegt, um der Musik zu folgen, die aus seinem Instrument kommt. Ich kann mich nicht täuschen, es ist der alte Culaj, auf dem Standesamt mit Namen Nicolae Neacsu, ein rumänischer Geiger, der aus der ländlichen Dunkelheit eines Dorfes in Valacchia aufgetaucht ist. Aufgewachsen in Rumänien hat er sich mit Bauernarbeit, Musik, spielen auf Hochzeiten, Beerdigungen, Erntefesten und dem Verkauf von geschmuggelten Zigaretten über Wasser gehalten. Der Erfolg kam spät und unerwartet.

Seine Begabungen sind Einfachheit und Fröhlichkeit; er besitzt eine außergewöhnliche Technik, ohne je studiert zu haben. Offenbar wurde er von dem Genie berührt, das aus ihm die perfekte Geigerfigur erschaffen hat. Aus dem Wildbach erklingt ein langsames, pastorales Stück, eine Art ländliches Adagio, wo das auf den Violinbogen aufgetragene Pech hart die Saiten kratzt und einen warmen und vollen Klang erzeugt.


Sobald das anfängliche steinige Gelände überwunden ist, breitet sich der Weg über einen langen Rücken aus, geschaffen von dem inzwischen zurückgezogenen Triolet-Gletscher.
Es scheint, als ob man auf einer Mauer läuft, die von einem Riesen gebaut wurde oder aber auf dem Rückgrat eines Dinosauriers, der seit Jahrtausenden im Fels des Tales begraben liegt.

Culaj ist immer vor mir, taucht auf und verschwindet wieder wie ein Geist. Ich bemerke, dass er im Schatten eines riesigen Findlings Schutz gefunden hat. So unerbittlich brennt heute die Sonne hernieder. Er begleitet mich auf diesem Abschnitt des Weges mit einem Stück, dessen Tempo bei jedem Schritt unmerklich zunimmt. Auch ohne seine Band Taraf de Haidouks gelingt es ihm, die heiße Luft des Augusts mit einem leichten und manchmal nervösen Tanz auf den Violinsaiten zu betäuben. Aaah ... Muzique des Tziganes würden die Franzosen sagen, „Ballade auf den Wirbeln“ denke ich.

Der Maultierpfad auf der langen Steinmauer führt gegenüber der grauen Felswand entlang, und weit oben sticht das intensive Gelb der Dalmazzi-Hütte hervor.
Der Anfang des mit dicken Seilen (aus Hanf) versicherten Weges steigt mit einer spaßbringenden Abschüssigkeit zwischen den Felsen empor. Während des Klettereinsatzes bemerke ich, dass Culaj sich auf einen überhängenden Felsblock auf dem Gletscher gesetzt hat mit einer angezündeten Zigarette zwischen seinen Lippen. Nach einem langen Zug grüßt er mich mit der Hand.

Wer weiß, was er jetzt spielen wird? Ein Lied, welches das Vorankommen auf Fels anders als mit Hard Rock begleitet, kann ich mir nicht vorstellen.
Die Noten beginnen lange, elementar, genau wie meine ersten Kletterbewegungen, um dann kürzer und zuckend zu werden, ohne aber ihre Körperlichkeit zu verlieren. Jeder Streich auf dem Bogen ist eine Anregung, ein Stoß in Richtung Himmel, ein Pinselstrich von Groove. Ich würde es... „Schwerkraft mit Schwung“ nennen.
Ich möchte diese Melodien speichern können, aber ich werde es nie schaffen. Ich habe nicht das Blut der Lautari des Balkans, die, wenn sie eine Melodie hören wissen, wie man sie genau reproduziert und sie zu einer von ihnen macht. Auch der alte Culaj sagt oft, dass die Violine leicht in der Hand, aber schwer zu lernen sei, so wie Mathe eben.
Das Kletterstück im I. und II. Grad ist zweifellos das, was am meisten Spass macht, denn es ist auch dasjenige, das dem Ziel vorausgeht. Man klettert mit dem beeindruckenden Spektakel des Triolet-Gletschers vor Augen, der, obwohl in diesem glühend heißen Sommer abgemagert, immer noch seine eiskalte Großartigkeit besitzt.
Nach dem felsigen Aufschwung erreiche ich die kleine Hochebene, die die Hütte beherbergt. Von hier aus ist das Spektakel eindrucksvoll: die große weiße Weite ist ein paar hundert Meter von mir entfernt, von den unzähligen Schneefällen unterbrochen, in Tausende von Seracs unterteilt. Die Gletschermasse ist eine Vision einer alten und gefährlichen Schönheit.

Die Violine beginnt zu singen, (ja es ist jetzt ein Lied) aus ihr wurde nun eine richtige Stimme. Ich bemerke, dass der alte Spieler sich ein paar Meter vor mir auf der Rampe des Rifugio befindet. Er steckt in seiner etwas zu großen Jacke, den unverkennbaren Hut auf dem Kopf und der aus der Mode gekommenen Krawatte, mit dem dicken Knoten.
Wie sehr ähnelst du meinem Großvater, Nicolae! Die gleiche bäuerliche Drahtigkeit, das ehrliche Lächeln und die Haut, die von einem Spinnennetz zerfurcht ist, das von sonnigen Nachmittagen über den Boden gebeugt gezeichnet wurde.
Deine Violine, eher verschlissen, ist überhaupt nicht wertvoll: keine Fichte aus dem Paneveggio Wald, dem Material mit der epischen Resonanz, bekannt seit der Zeit der Stradivari. Nur starkes Balkanholz, ärmlicher Ahorn aus Bosnien und rumänische Fichte vielleicht. Sekundäre Details.
Die melodische Harmonie, die aus ihrer magischen Improvisation herauskommt, ist so schön, dass sie das Herz wie in einem Schraubstock zusammenhält und nicht mehr loslässt. Die vier Saiten vereinigen sich, Culaj benutzt sie alle zusammen, drückt sie, streichelt sie sanft, schneidet sie mit dem Bogen in einer leidenschaftlichen, manchmal traurigen, manchmal ironischen Weise. Es scheint, dass der Musiker die Schönheit des Berges gestohlen hat, um sie in Schallwellen zu transformieren. Eine Elegie zum Gefühl der Natur in der Höhe, die sich verzauberte Heiterkeit (Allegro incantato) nennen könnte.
Die letzte Note hinterlässt in der Luft Staunen und Süße, während der Wind in großer Höhe in Böen umherbläst, welche die Melancholie zerstreuen.
Ich möchte eine Flasche Wein mit dem alten Violinisten teilen. Ich bin sicher, wir hätten uns viel zu erzählen. Leider kann ich nur auf seine Seele anstoßen, denn Nicolae starb am 3. September 2002, heute genau vor fünfzehn Jahren.

Übersetzung von winterbaer. Wenige Korrekturen von seeger

micaela hat gesagt: RE:Incredibile
Gesendet am 4. September 2017 um 17:52
Grazie, Uschi! di aver avuto la grande pazienza di tradurre: un plus per i lettori di Lebowski, che si possono ora grazie a te deliziare del suo bel racconto!

lebowski hat gesagt: RE:Incredibile
Gesendet am 4. September 2017 um 19:14
Sono senza parole. Grazie tante Andreas, la tua traduzione è un grande apprezzamento che probabilmente non merito, ma che mi ha colpito nel profondo.
E' lo straordinario che esce dall'ordinario. Aggiungerò la tua versione alla relazione, mi sembra il minimo per dimostrarti la mia gratitudine.
Un inchino anche a Uschi per aver reso possibile questa inaspettata versione in lingua tedesca della mia escursione.
La musica è anche questo, un filo invisibile che mi unisce a voi, seeger e winterbaer , come quello che il vecchio Culaj usava a volte al posto dell'archetto per stupire gli ascoltatori.

Ciao
Luca

Winterbaer hat gesagt: RE:Incredibile
Gesendet am 4. September 2017 um 19:40
Ciao Luca, Micaela e Andreas!
Mi piace moltissimo tentare a fare un tale favore a qualcuno! Il problema è che sono abbastanza capace di capire l`italiano e di far mi capire. Ma non lo possedo come lingua madre! Tali frasi poetiche e profonde però sono ancora più difficili a tradurre. Spero che l`abbia risolto sufficientemente nel tentativo di non distruggere la tua opera, Luca!

Tanti saluti, tanta musica e tante belle gite nella Natura favolosa!

Ciao
Uschi

lebowski hat gesagt: RE:Incredibile
Gesendet am 5. September 2017 um 11:34
Sono sicuro che non hai distrutto nulla, vista la tua grande capacità di cogliere gli istanti più belli della natura con le tue splendide fotografie, avrai fatto un ottimo lavoro!

ciao

Luca

Seeger hat gesagt: RE:Incredibile
Gesendet am 4. September 2017 um 19:57
Grazie per tutto.
Ciao
Andreas

mong hat gesagt:
Gesendet am 10. September 2017 um 02:26
Ciao lebowski
Per fortuna che ho trovato per caso chisto racconto bellississimo !!!
Grazie mille !!!

E mille grazie per avermi fatto acconoscere quel genio di nome Nicolae Neacsu "Culaj".

Anch'io - camminando - sto sintendo quasi sempre qualche musica nella mi testa,
qualche volta creata - all'istante - dai paraggi selvaggi. Nel Jazz macari si direbbe "Instant composing" ;-)

Saluti, mong

lebowski hat gesagt: RE:
Gesendet am 10. September 2017 um 15:20
Grazie a te mong della lettura e dell'apprezzamento, sei molto gentile. Anch'io ho trovato per caso la musica di Nicolae tra le mille band balcaniche, e mi è subito piaciuto.
Molto bella e adeguata la definizione che dai, "instant composing", in effetti in ogni uscita in montagna c'è sempre una dose di improvvisazione, proprio come nel jazz.
Per quello amo entrambi probabilmente!

ciao

Luca


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